Plus Magazine 11

16 N ata in Somalia e cresciuta a Roma, Saba vive a Torino e si affaccia costante- mente al mondo. Perché è lui, il mondo, la sua vera casa. L’epicentro di quell’in- tegrazione culturale e sociale che lei ricerca e che si respira in ogni suo lavo- ro. Dalla musica al teatro, nel 2014 ha portato in scena lo spettacolo Mogadi- show del quale era anche autrice, Saba percorre un viaggio geografico, umano e artistico che la riguarda intimamente e che regala a ognuno di noi. Nel tuo nuovo album, “The belly of the city”, canti in inglese, somalo e ama- rico. Una scelta difficile. In effetti è complesso cantare in tre lin- gue nella stessa canzone, ma apparten- gono al mio albero genealogico che si divide tra Italia, Etiopia e Somalia. Nel disco manca l’italiano ma – chissà – po- trebbe essere il pretesto per un nuovo progetto musicale. Quanto c’è della tua biografia in que- sto lavoro? Moltissimo. La storia della mia famiglia è stata il bacino dal quale ho attinto. Soprattutto la nonna Abebech, strap- pata dalla sua terra natale, l’Etiopia, nel periodo della colonizzazione italiana. Arrivata a Mogadiscio aveva costruito la sua nuova casa, ma lei e i suoi figli sono stati sempre considerati stranieri, cacciati e costretti nuovamente a lascia- re tutto. I miei genitori si sono trasferiti in Italia, paese d’origine di mio padre. Nelle nove tracce ti rifai alle scale pentatoniche di matrice africana e le integri con strumenti occidentali. Il tuo sound è…? Molto concentrato su quella parte del pianeta, l’Africa orientale, nella quale è nato il blues. È un disco scuro che vira dal bianco d’Etiopia al nero del blues. L’album è stato concepito ad Addis Ababa, lontano dal mainstream. La capitale d’Etiopia è una città stimo- lante perché ricca di cultura e sugge- stioni musicali, è un luogo che ti con- quista. C’è una temperatura artistica coinvolgente che ti attrae incondiziona- tamente. “I can’t hold”, che in italiano significa “non posso trattenere”, è un brano for- te. Cosa non puoi o non vuoi trattenere? La voglia di creatività, la passione che metto nellamusica, nella scrittura e nel- le arti applicate. Sono ibrida, cioè figlia di diverse culture e come tale sento il bisogno di far esplodere i diversi aspetti culturali e artistici che vivono in me. Parliamo del tour: quanto ti regala la dimensione del live? Nei concerti dal vivo circola moltissima energia. Domina hic et nunc , il qui e ora, e lo scambio con il pubblico è intenso e profondo. Nel live c’è la vita. La colazione per te è…? Dicono che io canti come un uccellino e in effetti mangio come un uccellino: a colazione mi nutro di diversi tipi di semi che mi danno molta energia. Plus Magazine è la testata della FABI, per cui la domanda è d’obbligo: il tuo rapporto con le banche? La verità? Un rapporto pessimo. Il de- naro per me è uno strumento che si ottiene dal duro lavoro. Non credo nei soldi facili e per questomi impegno con dedizione in tutto quello che faccio. B a r b a r a O d e t t o SABA ANGLANA A colazione con... Coccola golosa, dolce pausa tra la calma della notte e la frenesia del giorno: la colazione, secondo me. Il momento migliore per due chiacchiere rilassate con Saba Anglana . OSPITI

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