Plus Magazine 16

06 SIMONE CRISTICCHI Il secondofigliodiDio Il trailer del tuo spettacolo “Il secondo figlio di Dio” è molto toccante, inizia dicendo che “ci sono uomini straordinari che arrivano all’improv- viso a illuminare le tenebre... come David Lazzaretti”. Chi è, dove l’hai scoperto, e come sei venuto a conoscenza di questa storia? Ho frequentato molto quel territorio, stiamo parlando del monte Amiata che è questo vecchio vulcano addormentato tra Siena e Grosseto. Stavo fa- cendo una ricerca tra le miniere, perché quella è una terra di minatori, e scoprii quasi casualmente la figura del “Santo David”. Un uomo ancora oggi amato e venerato, al quale è stato dedicato un museo, un Centro Studi e diverse pubblicazioni. Mi sono appassionato alla vita di quest’uomo vissuto nella metà dell’800, e alla figura che rappresenta e che nessuno è mai riuscito a decifrare. Non si sa se fosse un folle, un santo o un visionario oppure un profeta. Proprio su questo essere un “enorme punto interrogativo” si fonda tutta la ricerca che ho fatto per arrivare a mettere in scena lo spettacolo che ovviamente non dà una chiave di lettura, ma permette allo spettatore di farsi una propria idea. E qual è quest’idea? È da millenni che esiste la diatriba di dove trovare Dio, se dentro di noi o se aver bisogno di un tramite per parlare o collegarci all’assoluto. Il Lazzaretti dice “io sono il Cristo e tutti gli altri uomini sono dei potenziali cristi e siamo delle persone in grado di plasmare la realtà e di modificare il proprio destino”. Perché si faceva chiamare “Il secondo figlio di Dio”? È il nomignolo che gli è stato dato da alcuni, però in realtà lui non disse mai di essere la reincarnazione di Gesù. La chiesa come reagì? Fu scomunicato dalla chiesa cattolica e fu processato al Sant’Uffizio per la sua teologia e perché voleva riformare la chiesa dal di dentro, un po’ come sta facendo oggi Papa Francesco. Voleva cambiare la società in qualcosa di etico, giusto e dove ci sia anche il valore della solidarietà? Lui si inventò di sana pianta “La Comunità delle Famiglie Cristiane”, i tre punti fondamentali erano: l’istruzione gratuita per tutti, la solidarietà con una sorta di socialismo ante litteram in cui le persone dovevano mettere in comune il frutto del proprio lavoro e infine l’uguaglianza tra le persone e in particolare il suffragio universale. Lazzaretti, nella sua società dava gli incarichi più importanti alle donne. Questa tipologia di società ha precorso i tempi. Il suo pensiero è stato studiato da Antonio Gramsci, Giovanni Pa- scoli, e Lev Tolstoj. Nonostante questo, risulta un personaggio sconosciuto alla maggior parte delle persone. I N T E R V I S T A D i D A R I O M I G L I A R D I PROTAGONISTI Tutti conoscono Simone Cristicchi per le belle canzoni che ci ha regalato e per la vittoria al Festival di Sanremo del 2007 con “Ti regalerò una rosa” una canzone romantica e seria che parla del disagiomentale e che fece epoca perché raramente una canzone di così forte spessore e poetica arriva a vincere quel tipo di manifestazione. Da allora, il poliedrico artista ha iniziato anche una carriera teatrale che l’ha portato in tournée lungo la penisola con storie vere ma che pochi conoscono.

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