Plus Magazine 18

40 EMOZIONI TRAARTE, CINEMAELIBRI S i sono già aperte le prenotazioni per la mostra su Monet che sarà allestita al complesso del Vittoriano, a Roma, a partire dal prossimo 19 ottobre. L’esposizione, curata da Marianne Mathieu, presenta circa sessanta opere del padre dell’Im- pressionismo, provenienti dal Musée Marmottan Monet - che nel 2016 ha festeggiato gli 80 anni di vita - a testimonianza del suo lungo e variegato percorso artistico: si tratta di opere che Monet conservava nella sua ultima dimora di Giverny e che il figlio Michel donò al museo. Si spazia dai primissimi lavori, le celebri carica- ture della fine degli anni Cinquanta dell’800, ai paesaggi rurali e urbani (Londra, Parigi, Vétheu- il, Pourville); si vedranno i ritratti dei figli, le tele dedicate agli amatissimi fiori del suo giardino (rose, glicini, agapanti), fino alla inquietante mo- dernità dei salici piangenti, del viale delle rose e del ponticello giapponese, per arrivare infine alle monumentali ninfee e glicini. D i E Z I O M A R I N O N I EVENTI La mostra renderà conto delle molteplici sfaccettature del suo lavoro, re- stituendo la ricchezza artistica di Monet, che ha aperto nuovi scenari e nuove vie da esplorare all’arte moderna; per arrivare a dipingere le Nin- fee. Negli ultimi 25 anni della sua vita, anche a causa della progressiva perdita della vista, egli ha ristretto progressivamente lo sguardo verso il paesaggio, ha eliminato la scena circostante, si è concentrato su un solo punto dello stagno, come a volerlo attraversare per andare ancora una volta al di là. “Impression, soleil levant”, l’opera che dà il nome al movimento impres- sionista, ha presentato a lungo alcuni lati oscuri: dove e quando è stata dipinta? Raffigura un’alba o un tramonto? Grazie alla ricerca in catasti e archivi si è potuta riscoprire la configurazio- ne del porto di Le Havre, distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale, e si è compreso che il pittore si trovava all’Hôtel de l’Amirauté. Dalla sua ca- mera guardava l’ Écluse des Transatlantiques , che si vede aperta nel quadro e orientata verso sud-est, e al disotto della quale compare il sole, in posizione di levante. Il quadro fu presentato per la prima volta il 15 aprile 1874 nello studio del fotografo Nadar, presso il Boulevard des Capucines . Il neologismo “impressionista” fu un’invenzione del giornalista Louis Leroy, sul giornale satirico Le Charivari, quando scrisse in un articolo di feroce stroncatura, divenuto celebre: “Cosa rappresenta questa tela? Un’impressione! Ci deve essere dell’impressione là dentro. La carta da para- ti è più curata di questo dipinto”. Con ben altro spirito, Monet affermava: “Il paesaggio non è altro che un’impressione”. La riduzione all’essenziale, la confluenza di spazio e luce sono l’inizio dell’astrazione e segnano il passaggio dal tardo classicismo alla moderni- tà. Non a caso, l’astrattismo vede la luce appena dopo la morte di Monet e si ispira al clima onirico delle sue Ninfee. In occasione di questa mostra, i libri suggeriti sono due: il primo è la testimonianza diretta dell’artista sulla sua ispirazione; il secondo è un ro- manzo giallo/noir, da poco pubblicato, che si sviluppa nei luoghi dell’ul- tima vicenda pittorica di Monet. Monet al Vittoriano Dal 19 ottobre 2017 al 28 gennaio 2018 Dal lunedì al giovedì: 9.30 - 19.30 Venerdì e sabato: 9.30 - 22.00 Domenica: 9.30 - 20.30 D i E Z I O M A R I N O N I

RkJQdWJsaXNoZXIy MjEzMjU0