Plus Magazine 47

47 IN QUESTO NUMERO MARTIN SCORSESE IL REGISTA CHE AMMIRA GLI ALTRI REGISTI FRANCESCA GIANNONE SOGNI E RIMPIANTI NEL NUOVO ROMANZO AERONAUTICA MILITARE SEMPRE E DOVUNQUE IL 9° STORMO CON CHEF RAFFAELE AMITRANO CAPRI INCONTRA TORINO HAFEZ HAIDAR UNA VITA TRA ORIENTE ED OCCIDENTE MAPPAMONDO MADAGASCAR: L’ULTIMO EDEN Raoul Bova Da Don Matteo 14 a Emily in Paris 4 Supplemento a La voce dei Bancari Periodico trimestrale per la cultura e il tempo libero Numero XLVII - Dicembre 2024 CONVENZIONI NAZIONALI: DA PAGINA 70

Copertina Raoul Bova: da Don Matteo 14 a Emily in Paris 4 Protagonisti Martin Scorsese: il regista che ammira gli altri registi Protagonisti Sogni e rimpianti nel nuovo romanzo di Francesca Giannone Ospiti A colazione con… Pio Spiriti Protagonisti Aeronautica Militare, sempre e dovunque: il 9° Stormo Tecnofuturo Marte è sempre più vicino Protagonisti Con Chef Raffaele Amitrano Capri incontra Torino Protagonisti Hafez Haidar: una vita tra Oriente ed Occidente Orizzonti Intelligenza Artificiale tra attualità e futuro Comunicazione e immagine Siamo diversi nella nostra unicità Aziende Europa Group: il welfare a 360° per la tutela di dipendenti e professionisti Eventi Giubileo 2025, Anno Santo di speranza e luce Eventi I premi di Lucca Comics & Games 2024 Intrattenimento Gardaland MagicWinter: la magia del Natale dal 7 dicembre fino al 6 gennaio 2025 Moda Appunti di moda a cura di Barbara Odetto Recensioni Serie TV Cinema Libri Mostre Teatro Musica Fumetti Mappamondo Madagascar: l'ultimo Eden Convenzioni nazionali 2 6 10 14 16 20 24 28 32 34 36 40 44 48 50 56 57 58 59 60 61 62 64 70 Sommario 47 PLUS MAGAZINE 47 Supplemento a “La voce dei Bancari” Periodico trimestrale per la cultura e il tempo libero Redazione e Amministrazione Via Guarini, 4 - 10123 Torino - Tel. 011 5611153 / Fax 011 540096 www.associatiallafabi.it Direttore Responsabile Paolo Panerai Direttore Editoriale Paola Gomiero Segreteria di Redazione Chiara Attolico, Milena Lagnese Photo Editor Alessandro Lercara Hanno collaborato a questo numero: Mauro Bossola, Loris Brizio, Pietro Gentile, Rachele Leo, Barbara Odetto, Barbara Oggero, Alessia Roeta, Mariangela Salvalaggio, Vincenzo Scaringella, Emanuela Truzzi, Giancarlo Vidotto. Relazioni esterne Daniela Tancorra Fotografie Roberto Beltrami, Nazareno Ruggieri, Giancarlo Vidotto, Archivio Stilisti, image courtesy Trendfortrend, images selected on Mytheresa e Luisa Via Roma. Pubblicità Nova Labor Servizi srl Via Guarini, 4 - 10123 Torino - Tel. 011 5611153 Progetto Grafico M.C.Grafica Torino / Art Director Marco Clava Su www.plusmagazine.news è possibile trovare il meglio di Plus Magazine in formato digitale. La redazione non si assume alcuna responsabilità per notizie, foto, marchi, slogan utilizzati dagli inserzionisti. Il materiale inviato non viene restituito. È vietato e perseguibile civilmente e penalmente, ai sensi della legge sul diritto d'autore, ogni forma di riproduzione dei contenuti di questa rivista, compresi gli spazi pubblicitari, senza autorizzazione scritta dell'editore.

1 PLUS MAGAZINE | DICEMBRE 2024 EDITORIALE Il 2024 sta per concludersi, un anno segnato da sfide globali, incertezze e conflitti che ci hanno fatto riflettere su quanto il mondo, il nostro mondo, stia cambiando in fretta e quasi mai in meglio. Le guerre, il cambiamento climatico, le difficoltà economiche e sociali, i continui annunci di atroci omicidi e femminicidi, ci fanno vacillare, ma anche riscoprire il valore della solidarietà, dei rapporti interpersonali e delle cose più semplici, quelle che davvero contano. Ora, a dicembre, ci troviamo di fronte al Natale. Un periodo che tradizionalmente porta con sé il desiderio di cambiamento, ma anche una certa consapevolezza: come fare i buoni propositi per l’anno che verrà, quando il mondo sembra sempre più difficile da comprendere e la nostra quotidianità è sempre più frenetica e ingestibile? Eppure, quest’anno, forse più che mai, ci sentiamo chiamati non solo a formulare buoni propositi per il futuro, ma a fare qualcosa di concreto, seppur infinitesimale a livello globale, per migliorare il nostro mondo. Può sembrare un compito arduo, addirittura senza speranza, ma i piccoli cambiamenti, le piccole azioni quotidiane, sono quelle che insieme possono creare qualcosa di grande. Essere più attenti all’ambiente, scegliere consumi più consapevoli, dare valore alle relazioni e ai momenti di qualità. Dare più spazio all’ascolto e alla comprensione, sia nella nostra vita privata sia nella nostra vita pubblica. In occasione di questo Natale, più che mai, il nostro impegno non deve fermarsi alla consueta corsa ai regali, ma deve estendersi a una riflessione profonda su come vivere in modo più sostenibile, più equo, più in pace con noi stessi e con gli altri riscoprendo l’importanza dell’etica, del rispetto reciproco in contrapposizione alla smania del prevalere ad ogni costo e con ogni mezzo. Le sfide che abbiamo davanti sono enormi, ma non sono impossibili da affrontare, a patto che anche noi facciamo la nostra parte. Concludiamo questo anno difficile con la consapevolezza che il cambiamento non può aspettare. La speranza non è una semplice attesa, ma una scelta attiva, una forza che si nutre delle nostre azioni. E il Natale, che ci invita alla riflessione e alla pace, è il momento giusto per avviare quel cambiamento, per rinnovare i nostri propositi e per affrontare insieme un futuro che, sebbene incerto, può ancora essere luminoso. Auguro a tutti e tutte un buon 2025! di Paola Gomiero (Direttrice FABI Plus) Natale e buoni propositi

2 DICEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE di Barbara Odetto COPERTINA Attore di fama internazionale, Raoul Bova è un uomo equilibrato e di grandi valori. Per lui la famiglia è importante, così come lo è aiutare gli altri. Professionista impegnato, in questi ultimi mesi del 2024 lo abbiamo visto in diverse serie televisive, inclusa la celebre “Emily in Paris”. Nel 1993 è protagonista del film “Piccolo grande amore” di Carlo Vanzina e subito diventa l’icona del cinema italiano. Idolo delle ragazze, negli anni dimostra di avere grandi capacità attoriali e passa con disinvoltura dal cult poliziesco “Palermo Milano solo andata”, diretto da Claudio Fragasso, a film come “La finestra di fronte” diretto da Ferzan Özpetek. Tra le sue apparizioni più recenti targate 2024, oltre a “Don Matteo 14” in onda su Rai1, c’è “Emily in Paris” stagione 4 dove Raoul Bova interpreta Giancarlo, un regista pubblicitario italiano con cui ha un flirt Sylvie Grateau, la capa dell’agenzia dove lavora Emily. La brillante carriera di questo attore scorre in parallelo in Italia e in America dove recita al fianco di celeb come Sylvester Stallone e Michael Keaton. Uomo sensibile e attento al sociale, Raoul Bova è volontario della Croce Rossa Italiana, ha partecipato a diverse edizioni della Partita del cuore e del Derby del cuore e ha creato la Fondazione Capitano Ultimo Onlus in favore del Parco della Mistica per contrastare la criminalità organizzata e la promozione della legalità. Nel 2010, invece, è stato nominato Ambasciatore di buona Volontà dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura e in seguito al terremoto di Amatrice del 2016 si è attivato per raccogliere fondi per il nuovo Centro Polifunzionale della città. Credit photo Roberto Beltrami Da Don Matteo 14 a Emily in Paris 4 Raoul Bova

3 PLUS MAGAZINE | DICEMBRE 2024 Lo abbiamo incontrato all’edizione 2024 del Riviera International Film Festival di Sestri Levante dove, con la moglie Rocío Muñoz Morales, è stato accolto con grande entusiasmo dal pubblico. Come vive la celebrità? Non considero l’essere famoso come parte della mia vita. A me piace rimanere nella semplicità della mia famiglia e dei valori che mia moglie ed io condividiamo quotidianamente. Facendo cinema e televisione sono davanti alla telecamera e quindi non ho un contatto diretto con il pubblico come invece ha chi lavora in teatro. Le persone le incontro soprattutto ai festival e in questo caso gli applausi o i complimenti mi fanno capire che svolgo bene il mio lavoro. Il calore del pubblico è un importante indicatore per un attore. In questo 2024 lei e sua moglie avete lavorato insieme in “Celebrity Hunted”, il TV show targato Amazon Prime Video. Nella vita reale si è mai camuffato per non essere riconosciuto? (Ride). Forse sì, ma non si può dire. A parte gli scherzi, è bello vivere la realtà e stare in mezzo alla gente anche perché più si è naturali e più le persone ci apprezzano. Al cinema e in televisione interpreto dei personaggi, nel quotidiano mi piace non avere maschere ed essere me stesso. RAOUL BOVA Come ha vissuto l’esperienza di “Celebrity Hunted”? Mi sono divertito moltissimo. Il format sembra un reality, ma è girato come una serie e in alcuni momenti non riuscivo a distinguere la finzione dalla realtà. È stata un’avventura davvero interessante. Come definirebbe il rapporto con sua moglie? Abbiamo una grande complicità. Come spesso dice Rocío, abbiamo professionalità diverse, ma queste differenze ci fanno crescere come persone e come coppia. Insieme ci completiamo perché lei studia parecchio più di me, è molto più precisa, mentre io mi lascio trasportare dal cuore e dal sentimento. Con Rocío vi siete conosciuti sul set di “Immaturi - il viaggio”, ci saranno altri film insieme? Probabilmente ci sarà un film d’azione, ma al momento non posso dire altro. Come papà come si destreggia con le sue figlie? Secondo me il genitore deve stare dietro ai figli e non i figli dietro ai genitori. Con mia moglie siamo molto attenti all’educazione e alle ragazze dedichiamo grande attenzione, nonostante la nostra professione sia caratterizzata da orari particolari. Inoltre siamo convinti che, come cita un libro, i no aiutino a crescere. Raoul Bova insieme alla moglie Rocío Muñoz Morales

4 DICEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE C’è un ruolo che ha lasciato un segno profondo? Da “Ultimo” a “Come un delfino”, ogni film che ho scelto è parte del mio cuore, anche le pellicole meno famose. RealLife Television, in collaborazione con la Croce Rossa Italiana e con la Mezzaluna Rossa Siriana, ha realizzato la docu serie “The lost beauty - la bellezza perduta: Siria” che nel 2022 abbiamo presentato al Festival del Cinema di Venezia e che non ha suscitato clamore. Per me, invece, quella è stata un’esperienza fondamentale. Ho viaggiato in tutto il paese fino ad Aleppo: ho fatto un percorso dove si respirava uno scenario di guerra e desolazione totale e mi sono reso conto che quello che vediamo in televisione o sulle pagine dei giornali non è nulla rispetto alla vita che affrontano quotidianamente le persone che abitano in luoghi di guerra. In quei paesi ci sono situazioni umane di grande disagio che perdurano negli anni e che neppure immaginiamo. Questo è stato l’anno delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi. Da ex campione di nuoto, quanto conta la competitività per il successo, nello sport come nel cinema? Proprio perché ho praticato molto sport posso affermare di essere competitivo. Quando c’è una gara mi diverto e cerco di dare tutto me stesso per raggiungere il risultato. Francamente non ho mai capito la frase: “l’importante non è vincere, ma partecipare”. Se perdere va bene, allora c’è qualcosa di divertente nella sconfitta. Io però questo qualcosa non l’ho mai trovato. Dopo 50 anni ho realizzato che il divertimento è nel cercare di arrivare primi, ma credo che sia importante dare tutto te stesso in ogni competizione. Se non vuoi essere il migliore allora perché ti alleni, perché ti impegni e fai dei sacrifici? Gli atleti olimpici e paralimpici a Parigi ci hanno dimostrato che la competizione è sana e ne approfitto per fare ancora i complimenti agli Italiani in gara perché ci hanno regalato grandi emozioni. Il rifiuto fa parte dell’essere umano, nella vita privata come in quella professionale. Ecco perché è importante insegnare ai nostri figli ad accettare i no, soprattutto in un’epoca come quella di oggi nella quale una ragazza che non vuole la corte di un ragazzo può rischiare la vita. Credo anche che sia importante educare gli uomini a intervenire quando c’è bisogno di aiuto. Io l’ho fatto e poi ho avuto seri problemi perché sono stato denunciato per aver allontanato un aggressore da una ragazza in difficoltà. Penso quindi che servano leggi a favore degli uomini che aiutano chi ha bisogno perché non può esserci convivenza con la violenza. È vero che nella vostra casa in campagna lei e sua moglie avete parecchi animali? Tutti e due amiamo molto gli animali e in effetti abbiamo cani, gatti, conigli e galline. Anzi, ne approfitto per ricordare di non abbandonare i nostri amici a due e a quattro zampe. Come vive il suo aspetto? Per me la vera bellezza è quella interiore, è la luce che una persona ha dentro di sé e che emana. Ho sempre pensato che il fascino e il carisma siano molto più importanti dell’apparenza. Già da ragazzo dicevo che nella vita avrei voluto puntare sulle mie capacità professionali perché con gli anni si cambia aspetto, ma quello che si è come persona rimane. Ciò che resta veramente sono i messaggi che hai saputo lanciare, i valori che hai trasmesso e il lavoro che hai fatto. Oggi mi sento un interessante uomo di mezza età. COPERTINA

6 DICEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE di Barbara Odetto PROTAGONISTI Il regista che ammira gli altri registi Martin Scorsese Considerato un mito del cinema internazionale, Martin Scorsese è un appassionato di film. Profondo conoscitore del genere, dalle pellicole più antiche a quelle contemporanee, nutre una grande stima per i colleghi di ieri e di oggi. Martin Scorsese è un vero uomo di cinema, un cinefilo che ammira le opere di Fellini, Kubrick, Visconti, Ford, Rossellini, Welles, Rosi, Kurosawa, Bresson, Renoir, Hitchcock. Lo ha sottolineato lui stesso durante l’incontro che si è tenuto al Museo Nazionale del Cinema di Torino durante il quale il maestro della New Hollywood ha ricevuto il prestigioso Premio Stella della Mole.

7 PLUS MAGAZINE | DICEMBRE 2024 Acclamato dal pubblico e dai colleghi, tra i quali il Premio Oscar italiano Giuseppe Tornatore che era presente in città per il grande evento, al Museo Nazionale del Cinema Scorsese ha anche tenuto una masterclass dal grande valore artistico e umano. Di lui o, meglio, dei suoi film, conosciamomolto. Siamo certi del sodalizio con Robert De Niro e Leonardo Di Caprio, protagonisti di molte delle sue pellicole di successo, sappiamo che dal 1981 al 2024 ha ricevuto quasi venti candidature agli Oscar e che nel 2007 è stato premiato comemiglior regista per “The Departed - Il bene e il male”. Siamo anche informati su quali sono i suoi film preferiti grazie al sondaggio svolto nel 2022 dalla rivista Sight & Sound. Scorsese, tra i tanti, ha citato “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick, “8½” di Federico Fellini, “Quarto potere” di Orson Welles e “Il Gattopardo” di LuchinoVisconti. Abbiamo però un’altra certezza: quella che è indubbiamente uno dei registi più amati ad ogni latitudine dagli spettatori di tutte le età, è a sua volta un grande appassionato di film e soprattutto di quelli di un tempo. Il suo interesse negli anni si è trasformato in un impegno costante che ha come finalità la protezione del patrimonio culturale antico, come si evince dal documentario “The Living Record of a Memory” in cui Scorsese ripercorre la storia della conservazione cinematografica. Un impegno, quello per la salvaguardia delle pellicole di un tempo, che è anche una dichiarazione d’amore verso il cinema. Quando ha capito che sarebbe diventato regista? Ero un bambino e mio nonno mi raccontava le storie di una Sicilia che non avevo mai visto. Ogni sua parola dentro di me si trasformava in un’immagine, nel frammento di un film che avrei voluto girare. In quale contesto è nato il suo amore per la settima arte? Sono cresciuto in un’epoca di grande cambiamento nel mondo del cinema. Vivevo a New York, nell’East Side, e vedevo che dall’altra parte della città c’era grande fermento. Stava emergendo un nuovo modo di interpretare la cinematografia. Era la metà degli anni Sessanta e non solo in America, ma anche in Europa c’erano importanti novità: era il periodo della newwave francese e italiana, c’erano Truffaut e Fellini. Ovunque nasceva un diverso linguaggio cinematografico. Un film che ricorda con particolare emozione? “Taxi Driver”. Robert De Niro, Paul Schrader ed io eravamo come un’unica mente e anche se tutti erano contro di noi, volevamo assolutamente realizzare quel film. La pellicola racconta di persone alienate e io, in quel momento della mia vita, mi sentivo esattamente così. Ovviamente quello era il mio stato d’animo e non quello degli altri, ma alla fine abbiamo capito che tutti, durante la realizzazione, avevamo provato le stesse emozioni. È stato un lavoro impegnativo che nessuno di noi è mai riuscito a descrivere con le parole. Tra le tante, un’altra pellicola che è entrata nella storia è “Toro Scatenato”. Cosa ricorda del periodo in cui lo ha girato? Sono sincero: è stato un film importante, ma solo 25 anni dopo averlo realizzato ho capito esattamente cosa rappresentasse. Lo sapevo quando l’avevo girato, ma non potevo verbalizzarlo. Da “Quei bravi ragazzi” a “Gangs of NewYork”, passando per “Casinò” e “The Irishman”, uno dei leit motiv della sua filmografia è la violenza. Perché ha scelto di indagare questo tema? Perché non possiamo ignorare che la violenza faccia parte della nostra vita. Sono cresciuto a New York e in questa città, purtroppo, assistevo spesso a situazioni estreme. Il cinema mi ha offerto l’opportunità di esplorare anche questa zona d’ombra, di osservarla con attenzione per capirla meglio. MARTIN SCORSESE

8 DICEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE PROTAGONISTI Nel suo ultimo film, “Killers of the Flower Moon”, narra la vicenda dei nativi Osage dell’Oklahoma. Un argomento complesso da raccontare? Per me era necessario ricordare la storia di questo popolo che fu vittima di un genocidio organizzato per appropriarsi delle ricchezze petrolifere. È stato impegnativo girare questo film sia perché volevo garantire l’accuratezza dei fatti sia perché sapevo che avrei messo in evidenza la brutalità del capitalismo americano. Credo però che sia importante raccontare questa vicenda perché certe dinamiche del passato possono purtroppo ripetersi anche oggi. The Film Foundation eWorld Cinema Project sono la testimonianza del suo amore per il cinema di un tempo. Perché è importante preservare le pellicole più antiche? Per me conservare un film è come custodire un ricordo. È un modo per contrastare la velocità con cui il tempo cerca di farci dimenticare le storie e le emozioni. Ricordo che nella metà degli anni ’80, insieme a Bob Rosen della UCLA, andavamo a bussare alle porte degli studios per ricordare che c’erano delle pellicole dimenticate, dei veri tesori che dovevano essere preservati e non abbandonati negli archivi. Ai miei tempi non c’erano le videocassette, i DVD o le piattaforme digitali: l’unico modo per rivedere un film era trovare una copia d’archivio che purtroppo, spesso, era in condizioni disastrose. Le pellicole erano fragili e se non venivano trattate con cura, si deterioravano. È da questa consapevolezza che sono nate nel 1990 The Film Foundation e nel 2007 il World Cinema Project. Dal cinema a TikTok e Instagram. Avrebbe mai creduto di diventare un content creator da milioni di follower? (Ride). Colpa di mia figlia che mi ha detto: papà, devi provare. Di recente ha girato un documentario in Sicilia. È legato all’Italia? Il documentario ha per tema il mondo antico per il quale ho sempre nutrito un grande interesse. In particolare, mi appassiona la storia siciliana. Il Teatro dei Pupi, così come le avventure di Orlando e Angelica dell’Ariosto, sono fondamentali per capire chi siamo e da dove veniamo. Amo il vostro paese, la mia famiglia era della provincia di Palermo e posso dire che, in un certo senso, la mia formazione è italiana. Fino all’età di 10 anni ho vissuto a Little Italy e in quel quartiere di New York abitavano moltissimi napoletani, campani e siciliani. Quei ricordi mi hanno influenzato come artista per cui per me, tornare in Italia, è sempre una sorta di ritorno alle origini. Possiamo sperare di vedere ancora molti film firmati da lei? Sicuramente. Posso assicurare che, nonostante l’età, non ho alcuna intenzione di ritirarmi. Il cinema fa parte di me e non potrei mai staccarmene. Può svelarci una prossima trama? Volevo girare un film su Frank Sinatra, ma per ora è in stand-by. Sto lavorando a un progetto su Gesù, ma mi sto dedicando anche a tante altre cose. Negli ultimi tempi, ad esempio, mi sto interessando di scavi archeologici e ho in programma di visitare Polizzi Generosa, il paese di mio nonno Francesco Scozzese. Pensi che, quando è arrivato inAmerica, hanno sbagliato a scrivere il cognome e così siamo diventati Scorsese. Sicuramente vedere quei luoghi che fanno parte delle mie origini sarà un momento speciale per me e per la mia famiglia. E poi chissà, magari nascerà una nuova storia per un film. D’altronde l’ispirazione arriva sempre nei modi più strani.

10 DICEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE di Mariangela Salvalaggio PROTAGONISTI Dopo il suo esordio con “La portalettere”, il bestseller più venduto in Italia nel 2023, la scrittrice salentina presenta il nuovo romanzo “Domani, domani”. Con quasi mezzo milione di copie vendute del suo primo romanzo “La portalettere”, Francesca Giannone è stata l’autrice più letta in Italia nel 2023. Ancora oggi è nella classifica italiana dei primi 50 libri più letti. Un fatto decisamente inedito per un romanzo d’esordio, del quale è in corso la traduzione in oltre 38 Paesi e che le è valso il Premio Bancarella e il Premio Amo Questo Libro. Francesca Giannone è nata a Lizzanello, in provincia di Lecce. Oggi vive a Buccinasco, nel Milanese, dove si è trasferita dopo gli studi al Centro sperimentale di cinematografia a Roma e un corso di scrittura a Bologna. Con lei abitano i suoi cani Babù e Lila, in omaggio al personaggio de “L'amica Geniale”. Da qualche mese è tornata in libreria con “Domani, domani”, un’altra storia familiare ambientata sempre in Salento e come il precedente romanzo pubblicato ancora dalla casa editrice Nord. Un altro romanzo da leggere tutto d’un fiato. “Questa volta, però, siamo alle porte degli anni Sessanta” precisa in una delle sue innumerevoli tappe autunnali di presentazione del secondo romanzo. Un tour con cui l’autrice ha attraversato l’Italia, in teatro, nei circoli e nelle librerie. "Oramai mi sono allenata” dice scherzando. Prima di farci raccontare la nuova vicenda una domanda è d’obbligo: come ha vissuto questo successo così travolgente quanto inaspettato? L’attenzione mediatica che mi è piombata addosso mi ha disorientata. Ho sofferto di ansia e anche un po' di panico, ma dopo la Credit photo Nazareno Ruggieri “La portalettere” il libro d'esordio di Francesca Giannone vincitrice del Premio Bancarella Sogni e rimpianti nel nuovo romanzo di Francesca Giannone

11 PLUS MAGAZINE | DICEMBRE 2024 vittoria del Premio Bancarella, mi sono rassegnata a prendere le cose in modo rilassato e ho iniziato a divertirmi. La sua prima opera letteraria racconta della sua famiglia. Come è andata? Ero in cassaintegrazione e da Bologna tornai a casa in Puglia. Lì trovai un biglietto appartenuto alla mia bisnonna che mi rimandava al suo mestiere di portalettere. Da quel momento iniziai subito a raccogliere tracce del suo passato e a scrivere la sua storia. Il mio è stato un voler rendere omaggio non solo alla bisnonna Anna e, con lei, anche a tutte quelle persone che non compaiono nei libri di scuola ma che hanno contribuito a fare la storia del nostro Paese. Prima di allora avevo scritto solo dei racconti perché non avevo ancora trovato una storia autentica. Stiamo parlando della prima postina donna nel sud Italia. Erano gli anni Trenta e fu uno scandalo per quella piccola comunità. Una storia che diventerà una serie tv. A soli tre mesi dall’uscita sono stati opzionati i diritti per “La portalettere” che dovrebbe andare in Rai. Ho chiesto di essere nel gruppo di lavoro della sceneggiatura perché spesso la trasposizione non rende giustizia ai romanzi. Io vorrei vigilare che nessuno trasformi quella che è la storia della mia famiglia. Anche in “Domani, domani” il suo stile narrativo è genuino, reale, vero. Ci racconta uno spaccato di vita in modo semplice. Ma anche un periodo storico particolare, quello del boom economico. È il periodo che amo di più. Per entrare nell’atmosfera ho guardato film come “Il sorpasso” con Vittorio Gassman, ho ascoltato la musica del tempo, ho fatto ricerche negli archivi dei giornali, anche per aggiornarmi sui vestiti indossati all’epoca. Perché ambientare il romanzo in un saponificio? Questa storia è nata proprio mentre stavo visitando una mostra in un saponificio pugliese. Non conoscevo la tradizione della mia terra per questa produzione. Quando si pensa alla Puglia viene in mente altro come l’olio, il vino, il mare. In quel momento ho capito che c'era un’altra storia da raccontare. Ho iniziato le mie indagini e ho scoperto che proprio negli anni del boom alcuni produttori pugliesi di olio avevano iniziato ad utilizzare gli scarti per farne materia per saponi. Mi affascinò il ripensare all’Italia di quegli anni, al sogno di questi piccoli produttori di stare al passo con lo sviluppo industriale, senza purtroppo riuscirci. Il romanzo inizia con il dissenso del figlio nei confronti del padre fondatore della fabbrica, nonno di Lorenzo e Agnese, che non vuole proseguire l’attività di famiglia. Decide quindi di vendere il saponificio, all'insaputa dei figli, e da qui anche il rapporto tra i due nipoti entra in crisi. All'epoca non era concepibile chiedere ai figli quale lavoro volessero fare da grandi. Il romanzo parte da questa domanda: quanto siamo liberi di inseguire i nostri sogni? Se il nostro sogno non coincide con quello delle persone che amiamo si genera una frattura, a volte insanabile. Il padre di Lorenzo e Agnese paga un prezzo altissimo, la disgregazione della sua famiglia. I due giovani reagiscono in modo opposto: lei, creatrice di essenze floreali, decide di non lasciare la fabbrica che il nonno ha creato dal nulla, è resiliente, come dipendente riparte dal basso e viene maltrattata dal nuovo proprietario; lui, orgoglioso e imFRANCESCA GIANNONE

12 DICEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE PROTAGONISTI pulsivo, va a Lecce con l’obiettivo di trovare i soldi necessari per riprendersi ciò che è suo. Questa è la storia della passione che prima unisce e poi divide un fratello e una sorella. Una storia che parla di decisioni prese ascoltando la mente o il cuore. È un romanzo sul rimpianto, un altro tema che mi ossessiona. Ogni scelta prevede una rinuncia e tutti abbiamo avuto a che fare nella vita con quella sensazione di aver lasciato qualcosa indietro, di non aver colto l'occasione giusta. Ecco questo romanzo racconta cosa sopravvive ai rimpianti. Ma racconta anche di un'Italia che sta scoprendo un benessere improvviso, canta con Mina e balla il twist. Colpisce come ogni singolo dettaglio sia descritto in modo così minuzioso. Il mio modo di lavorare è fatto di tanta, tantissima ricerca. Consiste nell’immedesimarmi nei personaggi e sentire le loro emozioni per poterle trasmettere. Per scrivere della portalettere, ad esempio, ho girato con le scarpe della mia bisnonna per tutto il paese, volevo sentire la fatica ma anche le atmosfere che poteva aver vissuto lei. Uno stile descrittivo che si ritrova anche nei personaggi. Prima di scrivere devo sapere tutto sui personaggi, soprattutto come finisce la loro storia. Creo per ogni personaggio un dossier dove ci sono tutte le informazioni, dal numero di scarpe a come fanno colazione. Scrivo tutto di loro, fino a quando non li conosco alla perfezione, anche nel loro profilo psicologico. Questo è un metodo cinematografico. Lorenzo, ad esempio, ha 8 anni quando il nonno gli dà il peso di portare avanti l’azienda di famiglia perché sa delle intenzioni del figlio. Si sente tradito dal padre e a muoverlo è la rabbia, causata dal non voler deludere le aspettative del nonno. Quanti di noi sono mossi dal non voler deludere le aspettative degli altri, specie delle persone che amiamo e che ci amano! A molti lettori rimane alla fine del romanzo una sensazione di vuoto, come se ci dovessimo aspettare un nuovo capitolo. Il finale sospeso è voluto: lascia la porta socchiusa perché ognuno deve trovare la sua conclusione. Io credo che i romanzi servano per porci delle domande, non per dare risposte. Un’altra domanda di questo romanzo è: quale prezzo siamo disposti a pagare per realizzare i nostri sogni? Ciascuno risponderà secondo il proprio vissuto. Un’anticipazione sul prossimo romanzo. Posso dire che sto già pensando alla prossima storia, anche di notte, perché io quando scrivo lo faccio anche per 8/12 ore di seguito. La disciplina fa parte del talento. Quindi… Ho una passione per le storie familiari. Restiamo in Salento anche per il terzo romanzo, come in una trilogia. Sono storie differenti ma ci sono collegamenti che possono essere colti da chi vorrà leggerle tutte e tre.

14 DICEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE B A R B A R A O D E T T O A colazione con occola golosa, dolce pausa tra la calma della notte e la frenesia del giorno: la colazione, secondo me. Il momento migliore per due chiacchiere rilassate con Pio Spiriti. C La musica è nel suo DNA, infatti è violinista, polistrumentista e compositore. Pio Spiriti è un artista di grande talento che ha collaborato, tra gli altri, con Riccardo Cocciante, Renato Zero, Laura Pausini, Ennio Morricone e Claudio Baglioni con il quale ha un sodalizio da oltre vent’anni. Cosa rappresenta per te la musica? É un modo universale di esprimerci senza il bisogno di parole, un linguaggio senza limiti. È il canto che il pianeta terra ci mette a disposizione per condividere, guarire e, per chi ne è capace, volare. Quando hai scoperto il violino? Avevo dieci anni e suonavo già la chitarra e la fisarmonica. Mio padre mi convinse a provare e fu amore a prima vista. Lo strumento non è tra i più facili perché unisce cuore, testa e dita. Io poi uso molto la fantasia e imboccare uno strumento così delicato e impertinente non fu semplicissimo e non lo è tutt’ora. Quando si ascolta il suono inebriante di un violino, è indice di un lavoro durissimo. Dal 2003 suoni con Claudio Baglioni. Una soddisfazione? Ascolto la musica di Claudio sin da adolescente e analizzo le frasi delle sue canzoni come i sonetti dei grandi poeti. Ho sognato di conoscerlo e quando si crede tanto in qualcosa, forse gli angeli custodi ci aiutano. Essere il musicista di un artista così straordinario è un onore, ma anche un punto d’arrivo da dove ripartire. Nella musica non c’è un traguardo, ci sono stimoli per ripartenze. Ci presenti “Fai spazio al cuore”? L’idea nasce proprio dal titolo del lavoro, dalla necessità di fare spazio al cuore per riempirlo di emozioni che mi fanno stare bene e mi stimolano. Mi piace spaziare alla ricerca di una personale interpretazione di musiche di caratura straordinaria come le musiche per i film. La difficoltà di presentarle con arrangiamenti personali cercando di suscitare all’ascoltatore delle emozioni credo che sia il vero potere e il vero significato. Ci saranno altri progetti personali? Il periodo natalizio per me è una fonte immensa di ispirazione, è l’incontro più significativo che avviene tra cielo e terra, e allora sì, mi lascerò trasportare in nuove avventure musicali. Mi piacerebbe moltissimo estrapolare, tra i tanti canti natalizi, “Have Yourself a Merry Little Christmas” e farne una versione strumentale che sia capace di ispirare le mie azioni, dalle più grandi ai gesti più piccoli, rimettendo in prospettiva i pensieri, verso il calore umano della condivisione. E non importa se indirizzato da uno spirito laico o religioso, l’importante è il fine. La colazione per te è…? Se considero l’orario di sveglia, la mia colazione è un pranzo. Quando mi sveglio presto consumo alimenti prelibati e salutari, finendo con un caffè rigenerante. Vogliamo dire che anche la prima colazione è musica? OSPITI

16 DICEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE L’Aeronautica Militare è una forza armata con donne e uomini sempre pronti alla chiamata h24, con la doppia capacità di coordinarsi in operazioni prettamente militari e di supporto alla popolazione civile, in situazioni di eventi calamitosi, in occasione di trasporti di urgenza medica sul territorio nazionale e con proiezioni ad ampio raggio in ogni parte del mondo. La nostra attenzione si sposta sul sedime aeroportuale di Caserta-Grazzanise, dove è di stanza il 9° Stormo intitolato a “Francesco Baracca”, ente operativo con assetti di volo ad ala rotante di ultima generazione. Dipende gerarchicamente dalla 1ª Brigata Aerea Operazioni Speciali. Al comando di questa prestigiosa unità di volo abbiamo il Colonnello Pilota Salvatore Florio, plurimedagliato NATO con esperienze significative e di rilievo in ambito Aeronautica Militare. PROTAGONISTI di Vincenzo Scaringella IL 9° STORMO AERONAUTICA MILITARE SEMPRE E DOVUNQUE

17 PLUS MAGAZINE | DICEMBRE 2024 Colonnello, quali sono state le sue emozioni e sensazioni al momento del passaggio di consegne tra la sua persona e il Colonnello Massimo Luigi Valente Comandante uscente? Sicuramente raccogliere l’eredità del Comandante Massimo Luigi Valente è stato un grandissimo onore con i conseguenti oneri. Al 9° Stormo, viene richiesto dall’Aeronautica Militare, e quindi da tutto il Paese, di offrire la capacità di PR (Personnel Recovery) che significa essere pronti a recuperare personale rimasto isolato in territorio ostile, non so se ha mai visto “Behind Enemy Line” con Owen Wilson e Gene Hackman, e quella di Supporto Aereo alle Operazioni Aeree Speciali (SAOS) in sinergia con il personale Forze Speciali dell’Aeronautica Militare e delle altre Forze Armate. Il Comandante Valente aveva iniziato una profonda fase di transizione del 9° Stormo dovuta all’arrivo del nuovo assetto HH-101A ME, che con la sua suite avionica, tra le più avanzate al mondo, ha richiesto al personale di tutto il reparto un grande sforzo di aggiornamento. Ho quindi raccolto questa transizione, così brillantemente incominciata dal mio predecessore, e continuo ad affrontare le sfide che le nuove capacità di questo assetto ci permettono di sostenere con una superiorità tecnologica difficilmente vista in precedenza. Lo Stormo è considerato una forza d’intervento rapida di punta per la Forza Armata. Quali sono le sue peculiarità operative in riferimento alla flotta di volo in dotazione? Come si coordina con la 1ª Brigata Aerea Operazioni Speciali? L’HH-101A ME è un elicottero che unisce una solidissima struttura in grado di decollare e atterrare con un peso complessivo di 15,6 tonnellate (il peso di 10 automobili) ed un sistema avionico estremamente moderno di quarta generazione, basti pensare che è completamente integrabile con i velivoli di quinta generazione come F-35. In particolare, l’HH101A ME è l’elicottero più avanzato al mondo in fatto di autoprotezione di Guerra Elettronica. Le sue capacità gli consentono di volare con un alto livello di sicurezza anche in territori dotati di avanzati sistemi anti-aereo. Ma l’aeromobile non è tutto, è giusto anche sottolineare l’intenso ed estremamente complesso addestramento che gli equipaggi di volo del 21° Gruppo Tiger ricevono, tanto per la parte in volo, come è facilmente immaginabile, quanto per la parte a terra. Gli equipaggi infatti conseguono la qualifica di EVOS (Equipaggi di Volo Operazioni Speciali) e sono formati sulla parte al suolo dal personale del 17° Stormo Incursori durante il Corso BOSAM (Basico Operazioni Speciali Aeronautica Militare). Durante i quasi due mesi di questo corso il personale viene addestrato sull’utilizzo di diverse armi da fuoco in dotazione solo al personale delle Forze Speciali, alle navigazioni terrestri, a marce topografiche, ad allestire bivacchi ed anche ai fondamenti di tattiche operative del personale incursori e di tecniche mediche da utilizzare in campo di battaglia. A livello gerarchico il 9° Stormo è, insieme al 17° Stormo Incursori, sotto il comando della 1ª Brigata Aerea. Il 9° Stormo con il suo 21° Gruppo Volo Tiger è di supporto aereo in ambito Operazioni Speciali ai baschi color sabbia che contraddistinguono gli Incursori del 17° Stormo: in quali contesti vengono effettuate queste missioni? Voci “d’ala” indicano la presenza di un reparto dei Fucilieri dell’Aria: come vengono impiegati nelle missioni operative? Le missioni sono assegnate dalla catena gerarchica composta dalla 1ª Brigata Aerea Operazioni Speciali e dal CSA-1ªRA (Comando Squadra Aerea-1ª Regione Aerea). AERONAUTICA MILITARE - 9° STORMO Il Colonnello Pilota Salvatore Florio, Comandante del 9° Stormo con sede a Caserta-Grazzanise

18 DICEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE Il 21° non opera solamente con gli Incursori del 17° ma fornisce supporto a tutti i reparti delle Forze Speciali e non del comparto Difesa. Per fare un rapido esempio il 21° Gruppo è stato impegnato insieme ai Ranger del 4° Reggimento Alpini paracadutisti dell’Esercito Italiano nell’attività addestrativa in Ghana chiamata FlintLock24, una delle più importanti esercitazioni nel continente africano dell’anno. Per quanto riguarda le “voci d’ala” le posso dire che non sono del tutto esatte. In ottica di allineare il 21° Gruppo Volo ai moderni standard NATO è stato deciso di integrare tra il suo personale direttamente alle dipendenze del Comandante del 21° Gruppo Volo anche una componente di personale STOS (Supporto Tattico alle Operazioni Speciali), il personale in questione svolge diverse funzioni tra le quali quella di EF (Extraction Force) in contesto Personnel Recovery e, come suggerisce il nome, è anche addestrato per fornire supporto tattico alle operazioni delle Forze Speciali. Il personale STOS è personale altamente addestrato e qualificato in grado di paracadutarsi nelle aree di operazioni, utilizzare strumentazione di estricazione ed avanzate tecniche di esfiltrazione. Il personale “Fucilieri dell’Aria” non è inserito nel quadro ordinativo del 9° Stormo trattandosi di fatto di forza esclusivamente convenzionale. Per raggiungere alti livelli di prontezza operativa d’impiego, in relazione alle molteplicità di missioni richieste, sono previste esercitazioni simulate che permettono di creare situazioni di grande realismo? Il 21° Gruppo partecipa ogni anno alle più importanti esercitazioni a livello nazionale e NATO, PROTAGONISTI la lista sarebbe veramente lunghissima. Gli scenari esercitativi sono spesso estremamente complessi e ricchi di assetti in tutte le nazioni. Il 21° Gruppo, con il suo HH101A ME, è una componente spesso richiesta da tantissi-

19 PLUS MAGAZINE | DICEMBRE 2024 me nazioni ospitanti, inoltre rappresenta un’eccellenza per quanto riguarda l’ala rotante su territorio nazionale partecipando ad attività esercitative interforze quali FIT e Joint Star. È prevista una forza d’intervento pronta h24 per un decollo immediato per intercettare e contrastare azioni potenzialmente ostili? In questo momento il 21° Gruppo non è in una situazione di allarme, né ha una prontezza da rispettare e non è impegnato in compiti di difesa aerea. Tuttavia, l’HH101A ME ed i suoi equipaggi possono essere schierati in tempi estremamente brevi ovunque nel mondo. L’elicottero è in grado di effettuare rifornimento in volo rendendo il suo raggio di azione praticamente illimitato e, come già sperimentato durante la FlintLock24 in Ghana, può essere smontato e imbarcato a bordo di aerei cargo. Oltre a interventi in operazioni militari, il 21° Gruppo Volo viene chiamato anche per supportare la popolazione civile, magari in occasione di eventi calamitosi. Può descriverci alcuni episodi? Ha dato un contribuito durante la pandemia? Il 21° Gruppo Volo è stato particolarmente impegnato in trasporti di bio-contenimento durante l’emergenza Covid-19. Il 21° Gruppo è inoltre un assetto inserito nei piani di evacuazione in caso di emergenze legate al Vesuvio e ai Campi Flegrei. Ovviamente le competenze e capacità del Gruppo Volo e dello Stormo sono sempre a disposizione del Paese in caso di grandi calamità. Uno Stormo con un glorioso passato, attento al presente. Come immagina il futuro dell’unità di volo con scenari evolutivi in continuo cambiamento? È molto difficile in questo particolare momento storico di grande instabilità geopolitica immaginare come e quando il personale del 9° Stormo potrà essere impiegato. Posso solamente farle la promessa che, in qualsiasi momento, gli uomini e le donne di questo Stormo saranno pronti. Parliamo di territorio: ci sono incontri con istituzioni scolastiche, comunità, comuni adiacenti, per manifestare una reciproca vicinanza? La grandissima vicinanza con il territorio è sicuramente uno dei punti di forza del 9° Stormo, basti pensare che all’ultimo open day hanno partecipato più di 30.000 persone, desiderose di conoscerci e manifestarci il loro affetto. Sono veramente tantissime le occasioni a cui il nostro personale partecipa con entusiasmo per rinsaldare ulteriormente gli ottimi rapporti con il territorio e la popolazione locale. Dagli incontri nelle scuole alla partecipazione a commemorazioni ed eventi cittadini. Bene Colonnello grazie di essere stato con noi, dedicandoci un po’ del suo tempo. AERONAUTICA MILITARE - 9° STORMO

20 DICEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE Da almeno cinquant’anni si parla dell’uomo su Marte. Ma negli ultimi mesi è accaduto un evento tecnologico veramente importante che potrebbe accelerare tutti i progetti per la conquista del Pianeta Rosso. Uno di quei “salti quantici” a cui ci aveva abituato il mondo delle tecnologie “soft” ma che per la prima volta riguarda invece tecnologie molto “concrete”, quelle dove la meccanica e l’ingegneria si uniscono al software. Dopo la sfida tra superpotenze degli anni ‘50 e ‘60, da tempo Europa, India, Cina ed altri si sono aggiunti alla corsa verso le stelle. Più di quaranta satelliti, lander e rover sono stati inviati su Marte dall’inizio degli anni ‘60. Negli ultimi 25 anni è stato inviato un nuovo veicolo spaMarte è sempre più vicino di Pietro Gentile ziale ad ogni apertura della finestra di lancio per Marte avvenuta ogni 26 mesi. Grazie all’invio di robot ricchi di strumenti scientifici sempre più sofisticati, sono stati raccolti dati e fatte molte scoperte, in attesa che l’uomo metta piede sul Pianeta. Il test perfettamente riuscito del booster “Super Heavy” di SpaceX, accelera la corsa verso il Pianeta Rosso. TECNOFUTURO

21 PLUS MAGAZINE | DICEMBRE 2024 termine una missione così complessa. L’obiettivo del test realizzato con successo era quello di riuscire a recuperare il booster Super Heavy con un sistema di bracci meccanici di grandi dimensioni all’interno di una struttura denominata “Mechazilla”, una mega “pinza” che permetterà di evitare atterraggi sulle piattaforme marittime o terrestri. Questa innovazione velocizzerà le operazioni di recupero del razzo. Starship dispone del propulsore Super Heavy che ne garantisce il decollo sfruttando i 33 motori capaci di generare una spinta da 74 meganewton, che corrisponde a quasi 700 volte la potenza sprigionata da un moderno Airbus. Questa potenza è capace di portare fuori dall’orbita terrestre un carico utile di 150 tonnellate. La riuscita del test ovviamente accelera i tempi ma non bisogna dimenticare che in questo campo a grandi risultati si alternano a volte imprevisti e pause spesso lunghe, come era già avvenuto per le missioni Shuttle della NASA negli anni ‘80 e ‘90 del secolo scorso. I piani per la “conquista” di Marte SpaceX ha in progetto l’invio di cinque astronavi senza equipaggio su Marte nei prossimi anni, ha dichiarato il CEO Elon Musk sul suo sito di socialmedia, X. SpaceX deve attendere la prossima finestra di lancio Terra-Marte per inviare le proprie missioni. Queste finestre si verificano quando Marte e la Terra sono più vicini fra di loro in modo tale che i voli richiedano la minima quantità di energia e soprattutto di tempo. La prossima finestra è nel 2026 e, qualora SpaceX non rispettasse tale scadenza, quella successiva sarebbe tra la fine del 2028 e l’inizio del 2029. Se le astronavi senza equipaggio atterreranno in sicurezza su Marte nel corso della prima finestra temL'EVENTO Dopo anni di tentativi, nel mese di ottobre 2024, per la prima volta nella storia, ha avuto un successo completo il volo di prova del razzo Starship della società SpaceX di Elon Musk, dotato del più potente booster riutilizzabile mai realizzato. Il test effettuato era fondamentale per il progetto che il controverso e discusso magnate sudafricano sta realizzando per portare l’essere umano su Marte. Per raggiungere questo obiettivo è necessario che il razzo di lancio sia recuperabile e, quindi, riutilizzabile, in caso contrario i costi ed i tempi con le tecnologie attuali sarebbero proibitivi rendendo irrealizzabile l’attività. Con un’altezza di quasi 122 metri, lo Starship senza equipaggio ha volato sopra il Golfo del Messico come le quattro volte precedenti, durante le quali, però, i razzi sono finiti distrutti subito dopo il decollo o durante l’atterraggio in mare. Questa volta SpaceX è riuscita a riportare il razzo sulla piattaforma da cui era decollato sette minuti prima, con un atterraggio “morbido” che entrerà nei libri di storia. Razzi di queste dimensioni, la famosa serie “Saturn”, erano già stati realizzati e utilizzati dalla NASA negli anni ‘60 del secolo scorso per la conquista della Luna, ma ovviamente nessuno di questi era riutilizzabile e per questo motivo il dispendio di capitali, tempo ed energie a suo tempo era stato massiccio. In realtà l’utilizzo di razzi recuperabili è divenuta una pratica comune da parte della società SpaceX, che, da quando la NASA ha abbandonato le missioni “Shuttle”, è diventata il carrier ufficiale per gli USA. Quello che veramente cambia in questo caso sono la dimensione ed il peso necessari per portare a MARTE È SEMPRE PIÙ VICINO

22 DICEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE TECNOFUTURO porale, potremo già assistere a missioni con equipaggio durante la finestra di lancio del 2028-29. Se i test non avranno invece esito positivo, la compagnia proverà nuovamente le missioni senza equipaggio nella finestra di lancio del 2028, posticipando lemissioni con equipaggio alla finestra di lancio successiva. I tempi di viaggio Ovviamente le difficoltà risiedono anche nel fatto che una missione di questo tipo, con esseri umani a bordo, prevede lunghissimi tempi di viaggio, in cui gli astronauti dovranno vivere all’interno della loro navicella. Per questo motivo da anni si compiono esperimenti di permanenza prolungata di astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale. In sintesi, secondo vari scenari, il viaggio di andata richiederebbe da un minimo di 80 giorni a un massimo di 260 giorni. L’equipaggio potrebbe rimanere su Marte da un minimo di 30 ad un massimo di 550 giorni, infine il viaggio di ritorno durerebbe da 180 a 430 giorni sempre in base ai vari scenari ipotizzabili. L’obiettivo finale, secondo Musk, è la costruzione di una città marziana autosufficiente in “circa 20 anni”. Musk è però diventato famoso per spostare i paletti quando si tratta della sequenza temporale di SpaceX in merito alla missione “Uomo su Marte”. Già quattro anni fa aveva dichiarato che SpaceX avrebbe inviato navicelle su Marte nel 2024. SpaceX ha anche dovuto affrontare numerose difficoltà “burocratiche”, tra cui scontri con la Federal Aviation Administration su questioni procedurali e scontri con i regolatori sull’impatto ambientale. SpaceX sta peraltro affrontando ritardi anche in altri settori. La missione Artemis 3 della NASA, che utilizza l’astronave di SpaceX, era originariamente prevista per il 2025 ed è stata posticipata al 2026. Se dovesse essere portata a termine, sarà la prima missione con equipaggio sulla Luna in mezzo secolo. Il ruolo dell’Italia Torino è la sede della più importante azienda italiana dedicata alle missioni spaziali. Il settore Aerospaziale negli anni ha assunto un ruolo sempre più importante a livello planetario. L’Italia ha costruito più del 50% del volume abitabile della Stazione Spaziale Internazionale. ISS è grande più di un campo di calcio, è in orbita a 400 km dalla terra, è perennemente abitata ed è ad oggi la più grande costruzione dell’umanità (ed esempio di cooperazione internazionale) nello Spazio. A Torino si cura la logistica di tutto il segmento europeo ed italiano: tutti gli equipaggiamenti che nel tempo vengono inviati su ISS per manutenzione, il rifornimento, la vita ed il lavoro degli astronauti nello Spazio. Andando oltre l’orbita bassa il traguardo successivo è la Luna, parliamo del Progetto Artemis che prevede una piattaforma che orbiterà intorno alla Luna, chiamata Gateway. In questo ambito l’Italia ha un ruolo fondamentale fornendo gli ambienti, la logistica, il centro di controllo ed il training degli astronauti. Gateway servirà da avamposto per l’installazione sulla Luna di una base costruita da NASA ed ESA, dove l’Italia attraverso Thales Alenia Space ed Altec cureranno la costruzione e la gestione del modulo in cui gli astronauti potranno operare sulla superficie lunare. Un vero e proprio rifugio lunare che sarà controllato da terra. Andando oltre la Luna il traguardo successivo sarà Marte. E anche in questo caso l’Italia avrà sicuramente un ruolo importante. A Torino è presente l’unico centro “marziano” europeo, nato dal progetto ExoMars. In questo centro si ha la capacità di simulare fisicamente le caratteristiche del terreno, della luce, della gravità su Marte ricostruendo quindi le condizioni in cui si troverà il primo rover marziano europeo. La missione doveva partire nel settembre 2022 ma a causa del venir meno della collaborazione con la Russia per le note questioni geopolitiche è stata rinviata al 2028. Il vettore doveva essere di origine russa ma verrà sostituito proprio con un razzo Falcon Heavy della Società SpaceX. Il lancio avverrà dal Kennedy Space Center e non più dalla Russia. Il modulo di discesa sarà invece di origine e costruzione europea. Ametà 2023 avevamo avuto l’opportunità di intervistare l’Amministratore Delegato di Altec Space che ci aveva anticipato parte di queste attività, chiedendogli quali caratteristiche avrebbe dovuto avere un bimbo per andare su Marte in futuro. Questa era stata la sua risposta: “La più grande dote che deve avere un bambino o un ragazzo oggi è la curiosità. Parlando di formazione anche in questo ambito sono stati osservati grandi cambiamenti. Dieci anni fa prevaleva la figura di ingegnere, fisico e matematico, oggi la situazione è cambiata. Le attività spaziali si stanno aprendo all’interomondo produttivo, ci sarà bisogno di psicologi, ma anche di medici o addirittura un cuoco! Qualsiasi tipo di background culturale, unito alla curiosità ed alla grande passione, potrebbe essere il mix perfetto per questa attività”. Curiosità quindi ma, come per Musk, anche un briciolo di follia e imprevedibilità.

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