Plus Magazine 15

L’estro di Cézanne, che chiude la mostra, tende a superare l’impressionismo stesso e si apre al mondo in un cambiamento che dalla belle épo- que precipita in una guerra sanguinosa e vede la fine dei grandi imperi: siamo arrivati al No- vecento, capolinea e partenza, e le nature morte di Cézanne sublimano l’immobilità del disegno e indagano il mistero e il chiaroscuro dell’arte. Nel percorso della mostra si incontrano oltre cento opere, in gran parte dipinti, compreso un ristretto numero di fotografie ed incisioni. La fotografia è un naturale sbocco dell’ispirazio- ne impressionista, la camera oscura dei primor- di porta i fotografi all’aperto, a riprendere dal vivo i panorami paesaggistici e spirituali. Collocare quest’insieme di opere nel loro tempo sociale e storico aiuta a comprendere quale rivo- luzione a tutto campo sia stata l’impressionismo nell’arte. L’impressionismo è quindi la prima arte mul- tidisciplinare. Il quadro di Monet “Impression, soleil levant” può esserne l’emblema nascente, che in un perfetto cerchio concentrico si chiude con le impressioni musicali di Claude Debussy e la sua aspirazione a tradurre in musica il sen- timento del mistero. Non a caso, nel 1901 egli chiamerà “Impressions” alcuni suoi “Notturni”. In letteratura, Victor Hugo definirà Mallarmé “il mio caro poeta impressionista”, primo di una serie di poeti intimisti e introspettivi. dicembre 2016 | Plus Magazine | EVENTI 39  La smaniosa “Bramadi vivere” che anima il primo impressionismo ha dato il titolo a un film e ad un romanzo. Irving Stone, autore di una splendida biografia di Michelangelo, ripercorre in “Brama di vivere”, edito da Corbaccio, il tormentato cammino della vi- cenda umana e pittorica di Van Gogh, rivisitando tutti i luoghi in cui l’arti- sta visse e dipinse, ricreando le sue esaltazioni e le sue crisi, le sue disperazio- ni e le sue speranze. Dopo gli anni della vocazione religiosa e dell’apostolato fra i minatori, ebbe le prime esperienze di pittore a trent’anni. Visse poi a Parigi, nell’humus fecondo degli impressionisti francesi, poi ad Arles (dove sembrò trovare un attimo di pace, fra campi e girasoli) e infine a Saint- Remy de Provence. Solo nove anni di breve ma folgorante ispirazione pittorica, fino al suicidio in un campo di grano nel luglio 1890. Un’esistenza in cui la vita si identifica con la pittura in un drammatico crescendo di tensione interiore e abba- gliante creazione artistica. È un eterno viaggiatore, che non troverà mai la propria dimensione né la quiete dell’anima.  Il film “Brama di vivere” (Lust for life), 1956, USA, ripreso in strea- ming, diretto da Vincente Minnelli, racconta un Van Gogh giovane predica- tore con una forte passione per l’arte e il disegno, che ben presto privilegerà. Vive le sue pene d’amore per la cugina Kee che lo respinge, nonostante egli si bruci la mano destra per lei. A Parigi scopre l’arte contemporanea e i pittori impressionisti che, a suo avviso, non riesce ad eguagliare. Grazie al fratello Theo, conosce i maestri dell’avanguardia pittorica, soprattutto Gauguin. Insieme a lui si reca ad Arles, dove dipinge sino allo stremo, arrivando a rimanere anche senza cibo e senza un tetto. Quando Vincent non riesce a vendere i suoi quadri, è il fratello a sovvenzionarlo. Alla dolorosa separa- zione da Gauguin, Vincent si recide l’orecchio sinistro e viene ricoverato in manicomio. Nell’ultimo periodo, quando la critica si accorge di lui, produce una tela al giorno, ma in preda all’ennesima crisi nervosa si spara mentre dipinge un campo di grano sorvolato da profetici corvi minacciosi. Morirà due giorni dopo, assistito da Theo. EVENTI

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