Plus Magazine 29

1 GIUGNO 2020 | PLUS MAGAZINE EDITORIALE Stiamo convivendo da mesi con una paura che si chiama Coronavirus , ma ora che finalmente si avvertono i primi se- gnali positivi, con una parziale regressione dell’infezione, si sta facendo strada in tutti noi un altro timore, di una portata forse ancora maggiore: “ora cosa succederà?”. C’è stato poi effettivamente il tempo per riflettere in questi mesi di quarantena sul dopo? Per alcuni il tempo del lavoro non si è mai fermato, per qualcuno è raddoppiato, molti han- no dato il meglio di sé altri forse il peggio; il lavoro a distanza è piombato sull’intera società con esiti imprevedibili. L’opinione più diffusa è che nel mondo di domani nulla sarà più come prima e che dovre- mo aspettarci delle trasformazioni radicali che andranno a snaturare le nostre consolidate abitudini. Altri invece sono convinti che passata la grande paura tutto tornerà come prima, la pandemia sarà solo un brutto ricordo e potremo riprendere a vivere serenamente il no- stro quotidiano. Senz’altro, come in tutte le sciagure avvenute nel passato, anche questa è destinata a produrre cambiamenti nelle nostre percezioni di normalità e pericolo: non possiamo non ricordare cos’è stato, in materia di sicurezza, il “dopo” Torri Gemelle, o come sono cambiati gli stili di vita, dagli anni ‘80, quando fece la sua comparsa l’AIDS. Probabilmente non ci aspetta un “mondo nuovo” ma nemmeno un puro e semplice ritorno al “mondo di ieri”. Inevitabilmente la pandemia ha modificato alcuni processi sociali: alcuni sono stati acce- lerati altri sono stati rallentati. L’emergenza Coronavirus ha spinto l’acceleratore sul pro- gresso tecnologico: più spazio è stato dato all’eCommerce e ai pagamenti digitali, vi è stata una grande diffusione del lavoro a distanza che per differenti ragioni procedeva a rilento, oppure l’utilizzo di email e sms per l’emissione di ricette mediche o richieste di analisi e poi ancora lo sviluppo di eventi digitali che rappresentano la nuova normalità. Altri processi come la globalizzazione sembrano subire una battuta d’arresto, anche se, allo stesso tempo, è diventato evidente come di fronte a sfide di questa portata occorre unire le forze per superarle. Per noi italiani un accorciamento della catena produttiva e un riavvicinamento al consu- mo di prodotti nazionali o ancor meglio locali, può essere la molla che permetterà a tanti piccoli produttori di qualità, oggi in grande difficoltà, di far ripartire le loro attività. Anche questo è un “dopo” virtuoso che potrebbe portare qualcosa di buono a tante persone. Comunque vada, il punto non è solo sopravvivere, ma tornare a vivere e la vita umana non può essere disgiunta dalla dimensione sociale; l’uomo e la donna, in quanto animali sociali, non ne possono fare a meno. Anche questa è una delle lezioni del lockdown. di Paola Gomiero (direttrice FABI Plus) LA VITA CHE CI ASPETTA

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