Plus Magazine 39

13 PLUS MAGAZINE | DICEMBRE2022 ZEROCALCARE sua volta, cerca di non dare voce alla sua coscienza che ha le sembianze di un armadillo e che è la vera ragione di questa avventura. Il suo ultimo lavoro cartaceo è invece “No Sleep Till Shengal”, il cui titolo è ispirato ad una canzone punk degli Stiff “Little Finger” . Si tratta del reportage di un viaggio fatto nel 2021 in Medio Oriente nell’enclave irachena degli Ezidi, un popolo sopravvissuto al genocidio dell’ISIS e minacciato per la propria aspirazione al confederalismo democratico. L’opera è un vero caso letterario perché Bao Publishing ne ha stampate subito 234.000 copie. Una tiratura record che è la conferma che con Zerocalcare il fumetto è un’opera letteraria che piace ai ragazzi come ai meno giovani. Di cosa parla “No Sleep Till Shengal”? Nella primavera del 2021mi sono recato in Iraq per far visita alla comunità ezida di Shengal, minacciata dalle tensioni internazionali e protetta dalle milizie curde, e per documentarne le condizioni di vita. Il viaggio è stato difficile perché l’Iraq era frammentato in aree con etnie e influenze politiche diverse e ad ogni check point si incontravano gruppi differenti che potevano vietare o permettere il passaggio da un territorio ad un altro. La delegazione italiana con la quale sono andato è stata bloccata più volte e io stesso ho impiegato 24 giorni per fare un tragitto che ne richiedeva 3. Pensa che Shengal era una zona talmente pericolosa da essere off limits anche per la Farnesina. Qui una minoranza di persone si opponeva allo strapotere di chi chiamava terrorismo ogni tentativo di resistenza e il confederalismo democratico rischiava di scomparire. Il mio libro a fumetti è la descrizione di quel momento geopolitico, è una storia di pericolo che serve per mantenere viva la realtà e, perché no, per dare voce anche chi non c’è più. Com’è Shengal oggi? La città si trova nel Nord Ovest dell’Iraq, al confine con la Siria, e gran parte della sua Alcuni degli albi realizzati da Rech con lo psudonimo Zerocalcare popolazione è morta. Le donne e le bambine ezide sono state stuprate e vendute come schiave sessuali dall’Isis. Le prigioniere liberate sono state poi portate in Germania e divise in paesi diversi. Le donne ezide che oggi vivono qui sono alfabetizzate e ricoprono cariche importanti, mentre fino a 14 anni fa non erano istruite. Non sapendo leggere, durante il periodo dell’Isis nel tentativo di fuggire non erano in grado di capire i segnali stradali per cui molte di loro sono finite nelle mani dei nemici. Se ci pensi è una storia raccapricciante. Che tipo di futuro immagini per questa zona? Mi auguro che un giorno Shengal possa tornare libera, ma non faccio previsioni. Ho solo speranze. I Curdi, trovandosi di fronte al secondo esercito della Nato, in teoria dovrebbero già essere stati sconfitti mentre resistono nascondendosi sulle montagne. In che modo ti sei approcciato al tema bellico? Nel 1999 il presidente del Partito dei Lavoratori del Kurdistan era venuto in Italia per chiedere asilo politico. La diaspora curdo-europea era venuta a sostenerlo e io ho vissuto quel periodo in

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