Plus Magazine 40

11 PLUS MAGAZINE | MARZO 2023 Alla fine, mi sono arreso: aveva ragione il pittore di Marrakech! Come nascono invece i tuoi libri? Non ho una cadenza fissa, non esco tutti gli anni con un nuovo libro. Magari per due o tre anni non esce nulla, poi in un anno ne scrivo due. Questo perché c’è bisogno che ci sia qualcosa che sento di voler cercare. “Una volta sola” da cosa nasce? Da una sensazione forte che in molti, se non tutti, questo tempo di pandemia abbia cambiato qualcosa in noi. Se si fosse trattato solo di quelle prime settimane di primavera, in cui eravamo chiusi in casa, la pandemia sarebbe rimasta una parentesi, per alcuni molto dolorosa e sconvolgente. Siccome, invece, quel periodo è durato a lungo, ci ha scosso profondamente, facendo anche crollare un po’ la certezza che le vite si possano organizzare con progetti di lungo termine, prendendosi anche il lusso di rinviare. A un certo punto l’inatteso e l’irrazionale ha preso il sopravvento e ha sconvolto le nostre vite e secondo me ha lasciato dentromolti la sensazione che, se hai delle cose a cui tieni, vale la pena farle. Non si spiega altrimenti il numero mai visto prima di persone che lasciano il lavoro, lo cambiano, ritornano a studiare. In questo senso, ho pensato molto a mia nonna. In che senso? In tutti i miei libri c’è sempre mia nonna, tranne in questo. Ma ne parlo spesso quando presento il libro. Mia nonna era nata prima della Prima Guerra Mondiale. Ha vissuto fino a 94 anni con l’urgenza che le cose fossero sempre da fare, perché non si sapeva mai. Posso raccontare un aneddoto legato a mia nonna? Prego. Le chiedevo spesso di raccontarmi della sua storia ma ogni suo ricordo era un racconto che durava almeno un’ora. Così spesso rimandavamo. Nel 1997 dovevo andare per la prima volta in viaggio con amici in barca a vela, non ci ero mai stato e non sono mai più andato dopo. Pochi giorni prima della partenza mia nonna mi chiede di accompagnarla in montagna dicendomi che le sembrava l’occasione giusta per raccontarmi tutte le sue storie. Al mio rifiuto mi chiede l’età dei miei amici e mi ripete di averne 73. Mi disse: “Decidi tu cosa fare”. Sono andato con lei ed è stato bellissimo. Ho riempito tre o quattro quaderni e anche il retro di molti vecchi calendari. I miei amici ancora oggi non credono alla storia della nonna. Qual è il suo insegnamento più grande? Lei voleva lasciarci l’idea che la vita è piena di cose preziose, di cui spesso ci rendiamo conto solo quando rischiamo di perderle. Una cena con gli amici, una festa di compleanno, una passeggiata sono momenti meravigliosi e anche la quotidianità lo è. I momenti belli vanno goduti tutti i giorni e non vanno dati per scontato. In questo libro parli alle tue figlie. Cosa vuoi dir loro? Di avere il coraggio di scegliere ogni giorno: scegliere con chi stare, dove vivere, che lavoro fare, da che parte stare, cosa dire e cosa non dire. Non accontentarsi o stare nel flusso. Scegliere, perché si vive una volta sola. Per dire questo a loro mi sono messo a cercare delle storie in cui si vedeva qual è il vaMARIO CALABRESI

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