Plus Magazine 41

41 IN QUESTO NUMERO PIERFRANCESCO FAVINO E “L’ULTIMA NOTTE DI AMORE” TECNOFUTURO CHAT GPT E LE INTELLIGENZE ARTIFICIALI LUISAVALAZZA MARELLI PER ME MANGIARE È UN’ESPLOSIONE DEI SENSI DEMOGRAFIA PIÙ ATTENZIONE ALLE NUOVE GENERAZIONI 100 ANNI DISNEY GLI EVENTI NEL MONDO MAPPAMONDO SLOVENIA, IL POLMONE VERDE D’EUROPA Beppe Convertini Viaggiare è una continua scoperta Supplemento a La voce dei Bancari Periodico trimestrale per la cultura e il tempo libero Numero XLI - Giugno 2023 CONVENZIONI NAZIONALI: DA PAGINA 56

1 PLUS MAGAZINE | GIUGNO 2023 Copertina Beppe Convertini: viaggiare è una continua scoperta Protagonisti Pierfrancesco Favino e “L’ultima notte di Amore” Tecnofuturo Chat GPT e le Intelligenze Artificiali Protagonisti Luisa Valazza Marelli: per me mangiare è un’esplosione dei sensi Ospiti A colazione con… Adriano Marsala Orizzonti Demografia: più attenzione alle nuove generazioni Eventi 100 anni Disney: gli eventi nel mondo Eventi L’Arena di Verona Opera Festival festeggia 100 anni Intrattenimento Gardaland Resort: la stagione 2023 con cinque imperdibili novità Eventi La Notte della Taranta Eventi Slow Fish 2023: tutto è interconnesso Aziende Lo spirito audace di Breil Aziende La transizione ecologica by Spazio Green Moda Appunti di moda a cura di Barbara Odetto Recensioni Serie TV Cinema Libri Mostre Teatro Musica Mappamondo Slovenia, il polmone verde d’Europa Convenzioni Nazionali 4 8 12 16 20 22 24 28 30 32 33 34 36 38 44 45 46 47 48 49 50 56 Sommario 41 PLUS MAGAZINE Supplemento a “La voce dei Bancari” Periodico trimestrale per la cultura e il tempo libero Redazione e Amministrazione Via Guarini, 4 - 10123 Torino Tel. 011 5611153 / Fax 011 540096 / www.associatiallafabi.it Direttore Responsabile Paolo Panerai Direttore Editoriale Paola Gomiero Segreteria di Redazione Chiara Attolico, Milena Lagnese Photo Editor Alessandro Lercara Relazioni Esterne Daniele Tancorra Hanno collaborato a questo numero: Ines Boccato, Mauro Bossola, Pietro Gentile, Barbara Odetto, Barbara Oggero, Alessia Roeta, Mariangela Salvalaggio. Fotografie Archivio Stilisti, Sara Galimberti, Barbara Oggero, image courtesy Trendfortrend, images selected on Mytheresa e Luisa Via Roma. Pubblicità - Nova Labor Servizi srl Via Guarini, 4 - 10123 Torino - Tel. 011 5611153 Su www.plusmagazine.news è possibile trovare il meglio di Plus Magazine in formato digitale Progetto Grafico M.C.Grafica Torino / Art Director Marco Clava Stampa Stamperia Artistica Nazionale - Trofarello (TO) La redazione non si assume alcuna responsabilità per notizie, foto, marchi, slogan utilizzati dagli inserzionisti. Il materiale inviato non viene restituito. È vietato e perseguibile civilmente e penalmente, ai sensi della legge sul diritto d'autore, ogni forma di riproduzione dei contenuti di questa rivista, compresi gli spazi pubblicitari, senza autorizzazione scritta dell'editore.

3 PLUS MAGAZINE | GIUGNO 2023 EDITORIALE Stiamo vivendo un periodo storico molto complesso dovuto a guerra, siccità, crisi energetica e crisi climatica, emergenze che generano preoccupazione e angoscia per tutti, soprattutto per le generazioni future. In effetti il contesto attuale sembra tutt’altro che ottimistico; tuttavia, una direzione esiste, un modello da seguire per migliorare la situazione presente e futura: il modello di sviluppo sostenibile. Esso si basa sulla necessità di trovare un equilibrio tra la crescita economica, la giustizia sociale e la tutela dell’ambiente. Negli ultimi anni sempre più aziende, anche nel nostro Paese, stanno adottando questo modello di impresa. L’Italia è anche la prima nazione europea (2016) ad aver introdotto nel proprio ordinamento la forma giuridica di Società Benefit, aziende nate per rispondere alla crescente richiesta di business più etico e sostenibile. Aziende che non si limitano al perseguimento del profitto per i soci, ma inseriscono al centro della loro attività la creazione di programmi volti a dare valore alla collettività e all’ambiente circostante. Ne è un esempio Adriano Marsala, definito il “manager dal volto umano”, che abbiamo avuto il piacere di intervistare in questo numero (v. pag. 20), che ha optato per una Società Benefit e, come esperto nel settore, è spesso relatore su queste tematiche. Un altro esempio è Spazio Green, a Torino, showroom dedicato all’esposizione di vetture elettriche, ibride e plug-in (v. pag. 36) dove è possibile scegliere e acquistare veicoli al 100% rispettosi del nostro pianeta. “La presenza di Spazio Group presso Green Pea, il primo Green Retail Park al mondo, rappresenta la prova e l’opportunità di un approccio instancabile verso una mobilità sempre più sostenibile” afferma il Presidente del gruppo Carlo Alberto Jura. E ancora di sostenibilità si parlerà all’evento Slow Fish 2023 (v. pag. 33) che si terrà a Genova dall’1 al 4 giugno, dove saranno presentati i progetti di pesca sostenibile, che riguardano il mare e le acque interne, per salvaguardare i diversi ecosistemi che sono un bene comune e non risorse da sfruttare. In conclusione, quindi, per le imprese diventa sempre più importante capire come un programma di sviluppo, per un successo a medio o lungo termine, debba inevitabilmente prevedere la sostenibilità come uno degli aspetti principali. di Paola Gomiero (direttrice FABI Plus) Lo sviluppo sostenibile

4 GIUGNO 2023 | PLUS MAGAZINE COPERTINA Origini pugliesi e romano di adozione, Beppe Convertini si è laureato in Economia e Commercio all’Università degli Studi di Torino vincendo una borsa di studio. Già da giovane e nel privato, quindi, ha percorso l’Italia in giù e in su. Ecco perché non stupisce che dal 2019 conduca con successo “Linea Verde”, sulla rete ammiraglia della Rai, dove ogni domenica ci fa conoscere i sapori e le tradizioni delle regioni che rendono così affascinante il nostro paese e dove registra ascolti record con oltre 3 milioni e duecentomila telespettatori di media e uno share del 24 %. La sua carriera però è costellata anche di altri successi firmati Rai 1: ha infatti condotto, tra gli altri, “La vita in diretta Estate”, “Storie in bicicletta”, “Telethon”, “C’è tempo per...”, “Uno Weekend”, “Azzurro - Storie di mare” ed “Evoluzione terra”. Nel suo passato non manca l’attività di modello che gli ha permesso di sfilare a Milano, Parigi e New York per i più grandi stilisti e di diventare testimonial di diversi brand nazionali e internazionali. Inoltre, ha partecipato ad alcune produzioni televisive, radiofoniche, teatrali e cinematografiche: dal film “Il cielo in una stanza” di Carlo Vanzina con Ricky Tognazzi ed Elio Germano allo spettacolo “Sex in the City” di Luca Biglione dove ha calcato il palcoscenico dei teatri italiani Beppe Convertini Viaggiare è una continua scoperta di Barbara Odetto Conduce con successo “Linea Verde”, su Rai 1, e con altrettanto successo ha lavorato in teatro, al cinema, in radio e in TV. Eppure, c’è un aspetto di lui che non è cambiato con la fama: l’umiltà. Per questo Beppe Convertini, uomo gentile e generoso, è accanto a chi ha bisogno. In ogni parte del mondo.

5 PLUS MAGAZINE | GIUGNO 2023 per due stagioni, dal programma radio “Che ci faccio qui”, su Rai Radio 2, alla soap opera “Vivere”, su Canale 5, che lo ha tenuto impegnato fino al 2003. Poliedrico e infaticabile, Beppe Convertini si è anche cimentato alla regia con lo spettacolo teatrale “Ars Amandi”: un mix di musiche, parole e immagini d’amore che ha portato in tournée nei musei italiani e che lo ha visto nel ruolo di autore, attore, regista e produttore. Impegnato anche nel sociale, quest’uomo dal cuore generoso è testimonial di “Terre des Hommes” in difesa delle bambine schiave e contro lo sfruttamento e la violenza sulle minori in Italia e nel mondo. Ha inoltre firmato la mostra video fotografica “Un girotondo di pace... sulla via di Damasco” nella quale ha raccontato la missione umanitaria alla quale ha partecipato nel 2013 presso il campo profughi siriano di Arsaal, al confine siriano libanese. Sempre come volontario di “Terre des Hommes”, nel 2017 si è recato nel centro profughi siriano a Zarqa, in Giordania, e il risultato è la mostra “SI RIAccendono i colori della PACE” del 2018, mentre “I Bambini di Nessuno” è un racconto fotografico con i diari di bordo delle sue ultime missioni umanitarie sempre per la fondazione svizzera impegnata nella difesa dei diritti dei bambini e nella promozione di uno sviluppo senza alcuna discriminazione etnica, religiosa, politica, culturale o di genere. Beppe, è uscito da qualche mese il libro “Paesi miei”, edito da Rai Libri. Di cosa tratta? Queste mie pagine sono un diario di viaggio nel quale ho trasferito le esperienze che vivo ogni domenica su Rai1 con “Linea Verde”. Racconto le storie di uomini e donne che lavorano con impegno e fanno sì che l’agricoltura, la pastorizia, la pesca e le eccellenze nostrane siano conosciute nel mondo. Descrivo i sapori, gli odori e i colori del Bel Paese che più mi hanno colpito. Il libro vuole essere una guida che regala consigli per trascorrere un fine settimana o una vacanza in Italia non seguendo i classici itinerari turistici, ma scoprendo quei borghi che sono poi i veri gioielli dello stivale. Visitando le diverse regioni, quali aspetti della penisola ti affascinano di più? L’Italia è unica e non è un caso che tutti vogliano visitarla. A me piacciono soprattutto le tradizioni, così varie da una zona all’altra e così importanti da preservare. Se ci pensi, la nostra cultura enogastronomica è davvero variegata e pochi altri stati nel mondo possono vantare un numero tanto elevato di carni, vini, frutta e verdura. Noi abbiamo una cucina gustosa, molti prodotti a chilometri zero e di altissima qualità, olio e aceto diversi tra loro. Nel nostro paese trovi davvero tutto in base alla stagione e alla regione. In cosa, invece, bisognerebbe migliorare? Il nostro territorio vanta il 70% delle bellezze paesaggistiche e artistiche del mondo, ecco perché ha un turismo così elevato. Secondo me però sarebbe importate implementare i mezzi di trasporto e le strutture ricettive. Gli italiani sono molto ospitali e in questo hanno una marcia in più rispetto ad altri poLa copertina del libro che racconta alcuni dei viaggi fatti da Convertini durante la trasmissione di Rai 1 BEPPE CONVERTINI Credit photo Sara Galimberti

6 GIUGNO 2023 | PLUS MAGAZINE poli, ma spesso alcuni gioielli dello stivale non sono facilmente raggiungibili ed è un peccato perché vale davvero la pena scoprirli e farli conoscere. Secondo te, cosa rende “Linea Verde” un format vincente che dura negli anni? Noi presentiamo la provincia, quella autentica, generosa, di cuore, che trasmette i valori della vita. Mostriamo gli italiani più veri con le loro storie fatte di tradizione e folklore. Chi lavora nell’agricoltura e nell’artigianato spesso custodisce segreti legati all’agricoltura e alla viticoltura che si tramandano di generazione in generazione. Sono racconti molto forti e accattivanti che fanno sognare, riflettere e amare tutte le nostre regioni. Lavorare per te significa? Per me è passione e gioia. Sono molto contento perché faccio un lavoro che mi piace, che ho sempre desiderato e chemi stupisce in continuazione. E viaggiare? Il viaggio è sinonimo di libertà e di pace perché trovo la calma nel movimento. Visitare vuol dire ampliare le conoscenze, rimanere affascinati da luoghi, persone, tradizioni, religioni e nuove culture. Per me coincide con orizzonti che si amplificano e che mi aprono la mente. La tua è una carriera ricca e variegata. C’è qualcosa che vorresti fare e che ancora ti manca? In effetti mi reputo fortunato perché ho potuto spaziare e misurarmi con la conduzione televisiva, radiofonica, le fiction, il cinema e il teatro. Mi piacerebbe avere un programma di intrattenimento e informazione come “Unomattina”. Non sei un semplice testimonial, ma partecipi alle missioni umanitarie di “Terre des Hommes”. Qual è la situazione di paesi come la Siria? Questo è un territorio quasi completamente distrutto che conta migliaia di vittime e di profughi. Ci sono tantissimi bambini, anziani e persone malate. Un tempo era una terra molto affascinante, ma la guerra civile l’ha distrutta quasi completamente. È stato davvero speciale incontrare i più piccoli e ho realizzato il racconto fotografico “I Bambini di Nessuno” proprio per raccontare i momenti vissuti insieme, i loro sguardi persi e i sorrisi che mi hanno toccato il cuore. Questi bimbi hanno perso la loro quotidianità e il loro futuro eppure sono grati se si dedica loro del tempo. Per me è importante che diventino gli adulti di domani e lo spero davvero. Con “City Angels”, invece, vai in aiuto dei senzatetto. Il Covid ha aumentato il numero delle persone in difficoltà? In effetti la situazione è peggiorata moltissimo dopo la pandemia perché, rispetto a prima, ci sono più uomini e donne con problemi economici a causa anche delle chiusure di aziende e uffici. Quelli passati sono stati anni difficilissimi sotto ogni punto di vista e la situazione mondiale complica tutto ulteriormente. Il conflitto russo-ucraino ha portato molte famiglie straniere nel nostro paese, che abbiamo il dovere di aiutare, ha portato anche molti rincari nelle bollette delle famiglie italiane che fanno difficoltà ad arrivare a fine mese. Esserci per chi ha bisogno è davvero fondamentale. Oggi più che mai. COPERTINA Credit photo Sara Galimberti

8 GIUGNO 2023 | PLUS MAGAZINE Cinquemila euro per un passaggio in macchina: è la proposta irresistibile che Franco Amore, assistente capo della polizia da 35 anni in servizio, riceve quando è in procinto di andare in pensione. È il personaggio interpretato da Pierfrancesco Favino nel thriller “L’ultima notte di Amore”, accolto dagli applausi nell’anteprima al Festival internazionale di Berlino. In carriera l’attore, che ha vinto una Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia, tre David di Donatello e sei Nastri d’Argento, si è fatto apprezzare per i tanti personaggi interpretati, soprattutto quelli realmente esistiti: dal ciclista Bartali all’anarchico Pinelli, dal criminale Libanese al pentito di mafia Buscetta, fino al vicequestore Noce. La sua abilità istrionica lo ha reso uno degli interpreti più versatili e richiesti, anche a livello internazionale. Lui semplicemente si dice “grato” di quello che ha e sposa il motto del “sii gentile”. Lui gentile lo è davvero e si dedica anche ai ragazzi con la scuola che dirige a Firenze. Forse è così perché ha fatto tanti mestieri prima di iniziare la carriera di attore e ancora oggi racconta di essere uno che va a fare la spesa, in posta e porta le figlie a scuola. Nel lungometraggio diretto da Andrea Di Stefano, Favino veste i panni di un poliziotto fuori forma. Un uomo per bene, probabilmente a torto considerato un debole. Un mite servitore dello Stato perduto in un infernale viaggio: al termine della notte che precede la pensione manda all’aria tutto ciò che conta per lui, il lavoro svolto fino a lì, l’amore per la moglie Viviana, l’amicizia fraterna con il collega Dino, la sua stessa vita. di Mariangela Salvalaggio PROTAGONISTI e“L'ultima notte di Amore” Pierfrancesco Favino

9 PLUS MAGAZINE | GIUGNO 2023 PIERFRANCESCO FAVINO Com’è interpretare un poliziotto che smette di essere una persona onesta? Franco Amore ha avuto l’ambizione di essere onesto e onesto è stato fino al suo ultimo giorno di lavoro. Poi gli propongono dei soldi, tanti, lui ha una famiglia da mantenere. Eppure, questo non è un film moralista, non vuole scatenare una polemica su quanto guadagnano i poliziotti, è puro intrattenimento, anche se dalle ricerche molto accurate che sono state fatte prima di scrivere questo film abbiamo visto che tra i poliziotti è abbastanza usuale che possano faticare ad arrivare a fine mese soprattutto nella città più cara d’Italia che è Milano. Che ruolo ha questa città? Credo che “L’ultima notte di Amore” non poteva che essere ambientato qui. L’immagine vincente di Milano è uno dei propulsori della storia. In questo contesto la condizione dei poliziotti la vivono anche i precari della scuola, gli infermieri e tanti altri lavoratori. Il protagonista è un uomo che ha l’opportunità di guadagnare in un’ora tre volte quello che guadagnerebbe in un mese. Ha una figlia che studia fuori, una moglie giovane con cui non sta più insieme e come tutti quanti noi si fa due conti in tasca. Credo sia il tipo di poliziotto che possiamo incontrare quando andiamo in un commissariato a farci mettere il bollo sul passaporto. Questo è un film sulle debolezze dell’individuo? Il sentirsi debole è il motore delle scelte di questo uomo ma questo è un film più sulla debolezza indotta dalla società in cui siamo costretti a vivere. Ci sono due debolezze e sono entrambe dettate dall’esterno. La prima è la sua onestà che viene vista come una debolezza dagli altri e invece è una virtù. La seconda è che oggi siamo circondati da un immaginario che ci impone di essere di successo appena svegli alla mattina! Questa condizione ci fa sentire deboli e per questo cerchiamo di mettere pezze all’inadeguatezza. Se Amore potesse vivere di quello che si è costruito sarebbe un uomo libero e felice. Che impressione fa interpretare un quasi pensionato? È stato abbastanza strano. Nel mio mestiere non si pensa alla pensione, almeno non io e questo mi ha fatto riflettere: mi sono chiesto cosa vuol dire finire di lavorare e mi sono reso conto che il mio modo di pensare al lavoro è molto diverso. Non separo il tempo del lavoro dalla vita privata perché il tempo speso nel lavoro è dedicato ad una passione e la mia fortuna è che questa passione mi dà anche da vivere. Questo è un privilegio assoluto. Se mi chiedessi se voglio andare in pensione la risposta è mai. Prima o poi accadrà ma è un modo diverso di concepire il Pierfrancesco Favino in alcune scene del thriller di Andrea Di Stefano “L'ultima notte di Amore”

10 GIUGNO 2023 | PLUS MAGAZINE lavoro e questo è stato il primo pensiero che ho condiviso con Andrea (il regista Di Stefano, ndr) quando abbiamo iniziato questo film. Di positivo c’è che Amore ha una vita piena di progetti anche quando sta andando in pensione. Sei stato Buscetta, Craxi, un poliziotto fascista, un anarchico, marito, padre, tradito e traditore. “L’ultima notte di Amore” è diretto da un regista che ha un passato da attore. Hai mai pensato di passare dietro la macchina da presa, visto che hai firmato alcune regie teatrali? Nella mia carriera ho interpretato, per fortuna, molti ruoli. Ogni tanto qualcuno prova a spingermi verso la regia ma non credo sia un passaggio obbligato. Ho un grande rispetto per chi riesce a raccontare una storia per immagini e non so se avrei il talento necessario per riuscirci. Vero è che se uno non prova non capirà mai se può farlo. Del mondo del cinema mi piace tutto, ogni mestiere. Mi piacerebbe imparare a fare il fonico, l’operatore, il tecnico delle luci, lo sceneggiatore, amo osservare ciò che fanno. Mi piacerebbe avere altri talenti. Per fare più di un film all’anno qual è il segreto? Mi viene naturale, è il mio lavoro e mi piace tanto. Ho molta passione per quello che faccio. Spesso quando ci riferiamo ai grandi attori del passato non ci ricordiamo che hanno recitato in oltre cento film. La sensazione è che si facciano più film insieme oggi perché vengono riproposti in piattaforma anche quelli degli anni precedenti. Il problema è che oggi i film non fanno in tempo ad uscire che sono già nelle piattaforme. Sarebbe necessario che ci fossero almeno 180 giorni tra la sala e l’arrivo in piattaforma perché così non si fa in tempo a vedere i film al cinema. In Francia ci sono leggi che impongono almeno 90 giorni, in Italia no. Dobbiamo fare qualcosa. Una famiglia di cinema la tua. Una moglie attrice (Anna Ferzetti, figlia di un attore che ha lavorato con i più grandi, da Leone a Antonioni, ndr). Cosa succede in famiglia quando vedono un tuo lavoro per la prima volta? Sono tutti molto critici. Questo film è piaciuto a mia moglie mentre mia figlia grande non lo ha ancora visto e secondo me a lei piacerà tantissimo. La piccola non credo ami questo genere. Il loro giudizio lo attendo con ansia ed è utile perché sono pareri sinceri. Mi sento come quando recitavo a scuola e i miei genitori venivano a vedermi, anche loro non me ne facevano passare una! Favino spettatore di se stesso davanti a questo film che dice? Sono in genere molto cauto ma questo film posso dire che è una figata e che il merito è del regista? Certo puoi dirlo. Ancora una curiosità: da dove nasce l’appellativo Picchio? Da mio padre, lui soprannominava le persone e dava i nomi anche alle cose inanimate. Da bambino ero molto vivace, nasce da lì. Tutti mi chiamano così anche perchè il mio nome è lungo. Se mi chiamassero Pierfrancesco non mi girerei. PROTAGONISTI | PLUS MAGAZINE

12 GIUGNO 2023 | PLUS MAGAZINE TECNOFUTURO Chat GPT e le Intelligenze Artificiali di Pietro Gentile Intervista a Cosimo Accoto, Tech Research Affiliate & Fellow al MIT di Boston Chat GPT e l’Intelligenza Artificiale fanno parte, da qualche mese, dei discorsi di tutti noi. Con l’intervento da parte del Garante della Privacy, la notizia ha addirittura fatto il giro del mondo. Dopo aver introdotto l’argomento nell’ultima intervista di Tecnofuturo, ora abbiamo l’onore di poter parlare con Cosimo Accoto, filosofo, Tech Research Affiliate e Fellow al MIT di Boston (USA). Accoto è autore di una trilogia sull’IA: “Il mondo in sintesi” (2022), “Il mondo ex machina” (2019), “Il mondo dato” (2017). È ospite di programmi televisivi (“Codice”, Rai 1) e radiofonici (“Smart City”, Radio24) dedicati all’innovazione culturale e tecnologica.

13 PLUS MAGAZINE | GIUGNO 2023 L’IAnon si limita più a estrarre schemi significativi dai dati con cui alimentiamo le reti neurali artificiali, ma è in grado di generare contenuti e processi nuovi assemblando e remixando sintassi linguistiche, stili grafici, stringhe di codice, ecc. L’immagine fake di Trump inseguito dalla polizia, la scrittura artificiale di articoli giornalistici, la produzione automatica di un sito a partire dalla sua immagine. E tutti i vari incroci possibili tra questi: partire da un testo per creare un video, usare un’immagine per ispirare un racconto o una composizione musicale e così via. E poi tutto questo in modalità sempre più automatizzata e con un grado crescente di autonomia. Sempre più, anzi, vedremo agenti e assistenti artificiali che si muoveranno in autonomia per cercare le risorse e gli strumenti necessari al completamento di task qualora non li abbiamo già in dotazione connettendosi ad altre fonti e piattaforme. Capire come introdurre al meglio dentro i processi lavorativi di vario tipo questi nuovi strumenti (e più in generale dentro la società) sarà la vera sfida del futuro. In tutti i campi, non solo nell’intrattenimento. Etica e Intelligenza Artificiale: a che punto siamo con i famosi dilemmi etici, ad esempio, dell’auto a guida autonoma che deve decidere chi salvare in caso di incidente? Dai tempi di “Moral Machin”, l’applicazione del MIT Media Lab che metteva in gioco e in test le questioni etiche connesse alla guida autoFermate l’IA: nel giro di pochi giorni ad inizio aprile l’inarrestabile progresso di Chat GPT trova prima una serie di firmatari, tra cui Elon Musk, per una “moratoria” della sperimentazione di massa e poi la mossa del Garante Privacy italiano che chiede maggiori garanzie. È paura o saggezza? Stiamo andando troppo veloce? Elon Musk ha appena fondato una nuova società centrata sull’IA (XAI). Nei fatti non si sta fermando, direi. Il Garante e OpenAI, dopo il provvedimento e la chiusura, si sono incontrati e stanno lavorando perché il servizio possa riprendere a funzionare regolarmente in Italia. Vedremo l’esito di questi aggiustamenti e se saranno sufficienti. Immagino si ripartirà con qualche garanzia maggiore e anche sotto la vigilanza allineata dei Garanti europei. La lettera di fermo temporaneo, peraltro debole nei suoi assunti e nelle sue intenzioni, mi sembra non aver avuto l’esito cercato. Ha tuttavia avuto il merito indubbiamente di sollevare ulteriormente la questione e il dibattito internazionale. Ci sono paure ataviche, paure motivate e paure alimentate, ma la paura (o hype per converso) non è certo il migliore compagno per guidarci dentro l’innovazione. Piuttosto dobbiamo studiare e comprendere al meglio le trasformazioni (anche geostrategiche) in atto, valutare il valore che immaginiamo di creare e nel caso scoprissimo che c’è, prepararci a orientare la direzione di sviluppo mitigando, come sempre abbiamo fatto, vulnerabilità e criticità emergenti. La velocità è certo un fattore che aumenta la complessità, ma è anche vero che siamo in ritardo su educazione e lavoro. È da un decennio oramai che le macchine sono divenute ultra performanti. Le varie espressioni dell’Intelligenza Artificiale, dal testo alle immagini e ai video, hanno raggiunto ormai livelli di accuratezza impressionanti. Ne hai parlato moltissimo in testi ed articoli recentemente. Ci fai alcuni esempi? Ci sono tre aree ad oggi in cui si esplica la potenza dell’IA generativa (GenAI). Sono i testi, le immagini, i programmi. Vale a dire la sua capacità di creare immagini di fantasia o ultrarealistiche, quella di articolare discorsi e testi scritti e quella di scrivere codici software. CHAT GPT E LE INTELLIGENZE ARTIFICIALI Tech Research Affiliate & Fellow al MIT di Boston COSIMO ACCOTO

14 GIUGNO 2023 | PLUS MAGAZINE O andiamo verso uno scenario alla “Matrix” in cui sarà l’IA a comandare? ADavos, l’eccitazione per gli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale già a gennaio era palpabile. Naturalmente anche con qualche apprensione. E tieni conto che non era ancora esploso a pieno il momentum di Chat GPT e simili. Al MIT questa primavera l’entusiasmo degli studenti e delle studentesse era ai suoi massimi livelli. Posso testimoniare personalmente le loro lunghe file per entrare agli eventi e convegni ad ascoltare i guru dell’IA delle Big Tech raccontare le nuove meraviglie dei linguaggi sintetici (sul tema ho pubblicato un lungo articolo su “Harvard Business Review”, marzo 2023) e, più in generale, dell’IA generativa. Ora, lasciando da parte l’immaginario cinematografico e guardando a quello che accade nei laboratori, direi che passo dopo passo quello che chiamiamo Intelligenza Artificiale sta guadagnando terreno. Semplificando, nell’ultimo decennio (2013-2023) le macchine hanno eguagliato e superato le abilità umane in dimensioni chiave come il riconoscimento immagini e testi e la comprensione del linguaggio naturale. Naturalmente possiamo criticare questi benchmark o evidenziare i limiti ancora esistenti o i bias e molto altro, ma è indubbio che lo sviluppo di queste capacità scardina e scardinerà equilibri consolidati in molti ambiti. Dall’economia alla politica planetaria. Prima lo capiamo (e, di nuovo, siamo in ritardo), meglio sarà per noi. noma, sono passati quasi 7 anni. Era il giugno 2016 quando fu lanciato il sito che riproponeva, in forme nuove, il dilemma del carrello ferroviario omicida, un esperimento mentale di filosofia e decisione morale in situazioni critiche (vita/morte). Oggi, abbiamo capito che questi dilemmi morali soffrono probabilmente dell’eccesso di speculatività e astrattezza tipiche della filosofia. I progettisti di auto a guida autonoma sono più concentrati, invece, sulla creazione di sistemi, misure e processi di sicurezza che tengano conto delle condizioni di guida e delle condizioni di traffico (e delle prescrizioni e dei patti sociali che già regolano la mobilità). Sono focalizzati a implementare tutte le soluzioni ingegneristiche per evitare le collisioni attraverso sensori di alta precisione che migliorano di molto la capacità di leggere la situazione di mobilità e traffico e di agire anche preventivamente di conseguenza. E teniamo conto che l’Intelligenza Artificiale è una tecnologia della predizione e che noi andiamo verso una società oracolare (e non più archivistica). Pertanto, un po’ alla “Minority Report”, dovrebbe poter intervenire per evitare l’incidente e le collisioni potenziali in arrivo e quindi senza essere costretta a dover decidere chi sacrificare. Nel mese di gennaio sei stato a Davos al WEF. I grandi del mondo che hai incontrato hanno compreso appieno le potenzialità ed i rischi del nuovo mondo in cui siamo approdati? Chi possiede l’IA governerà il mondo? TECNOFUTURO

15 PLUS MAGAZINE | GIUGNO 2023 gici: filosofia della programmazione, filosofia dell’automazione, filosofia della simulazione. Se ci pensiamo, proprio Chat GPT è programmazione, automazione, simulazione del linguaggio naturale umano. Ne “Il mondo dato” parlavo di “trasduzione” dello spazio da parte del codice: era vero prima del metaverso ed è parimenti e maggiormente vero nel metaverso. Ne “Il mondo ex machina”, c’è robotica e “algomazione”, l’automazione algoritmica: era vero prima della pandemia, sarà più vero passata la virulenza che ha accentuato digitalizzazione e automazione. Ne “Il mondo in sintesi” ho discusso di “assettizzazione” del codice software: era vero per i Bitcoin ed è vero per i token infungibili. Che futuro attende i nostri figli? Se anche i lavori più sofisticati e che richiedono anni e anni di studio potrebbero essere oggi a rischio, cosa dobbiamo fornire ai giovani per rimanere al passo con la potenza dell’IA senza esserne schiavi? Il futuro si costruisce, lo costruiremo noi e lo costruiranno soprattutto loro. Ora noi dobbiamo insegnare filosofia, informatica e sostenibilità a tutti i livelli e in tutte le materie scolastiche con uno sguardo storiografico e meta-disciplinare. Naturalmente dobbiamo sostenere le materie STEM, ma dobbiamo anche insegnare lettere, medicina, giurisprudenza, economia e così via in modo nuovo. Perché così saranno i saperi del futuro: legge computazionale, biologia sintetica, digital humanities, artificial economy, digital twin in medicina, robotica e altro che verrà. Insieme a questo, dobbiamo coltivare un umanesimo consapevole e coraggioso (non inutilmente impaurito oppure stupidamente entusiasta) che sia capace di fare innovazione culturale. Come fece l’umanista Lorenzo Valla (1440) che all’arrivo dei documenti scritti e poi stampati, inventò una disciplina che non esisteva, la filologia, per proteggerci dalle falsificazioni dei documenti scritti. Quella fu innovazione culturale e a questa siamo chiamati oggi con l’arrivo dell’Intelligenza Artificiale generativa. Le macchine sono cresciute in capacità e lo stesso dovremo fare noi con loro. Abbiamo una grande responsabilità a cui far fronte e abbiamo già perso tempo a dire. Ora che le cose accelerano, il tempo del fare sarà prezioso. L’Intelligenza Artificiale è neutrale? Ad esempio, Chat GPT è molto “polite”, contraddice raramente ed è politicamente corretta, ma come sarebbe una IA cinese o prodotta in un contesto non democratico? Dobbiamo qui sfatare una mitologia che è anche una miopia. Quello che chiamiamo IA non è quello che pensiamo o vediamo o che raccontano. Come ho scritto, l’IA non è mai pensabile in sé e per sé (artefatto strumentale), ma è sempre “per altri” (sistema sociotecnico) e “con altri” (costruzione sociomorfica). Altrimenti si rischia di reificarla (è solo un insieme di tecnicalità: dati, algoritmi, potenza di calcolo…) o di personificarla (è intelligente, è senziente, è cosciente…). Quindi se c’è “neutralità” è nella misura in cui può essere programmata, se non c’è “neutralità” è quella che la società, di cui è parte, in essa esprime. La cosiddetta neutralità come la cosiddetta trasparenza sono dei costrutti sociali, mai solo tecnici. La Cina proprio in questi giorni ha presentato le sue linee guida per lo sviluppo dell’IA. Nella traduzione fatta dalla Stanford University, all’articolo 4 in incipit si legge: “I contenuti generati attraverso l’uso dell'IA generativa devono riflettere i valori fondamentali del socialismo e non possono contenere: sovversione del potere statale; rovesciamento del sistema socialista…”. D’altro canto, nelle nostre versioni ripulite e molto “polite”, rischiamo viceversa di perderci una parte di utile e sana discussione democratica anche accesa su principi o posizioni diverse ed eretiche come ha rilevato il filosofo Bratton. L’equilibrio non sarà facile. Nel tuo primo libro “Il mondo dato” in pratica anticipavi il fatto che prima o poi sarebbe arrivato un Chat GPT in grado di raccogliere una mole di dati talmente alta, tale da disporre di strumenti di potenza incredibile. Cosa è cambiato da quando lo hai scritto e cosa ci spieghi nel tuo ultimo volume “Il mondo in sintesi”? Il percorso che ci ha portato fin qui l’ho raccontato nella mia trilogia tecno-filosofica che ha preso avvio, per l’appunto, con il saggio “Il mondo dato” (2017), poi proseguita con “Il mondo ex machina” (2019) e infine con “Il mondo in sintesi” (2022). La trilogia racconta questa nuova terraformazione digitale del nostro mondo. Che oggi, per me, si compone di tre campi strateCHAT GPT E LE INTELLIGENZE ARTIFICIALI

16 GIUGNO 2023 | PLUS MAGAZINE di Barbara Odetto La vita ha scelto per lei. Studentessa universitaria, ha scoperto di amare la ristorazione grazie al suo futuro marito e dai libri di scuola è passata a quelli di cucina. Il risultato? Luisa Valazza Marelli è tra le chef stellate più influenti d’Italia. ”Immagina un luogo dove tutto è pensato per te che sei alla ricerca di profumi e sapori inimitabili e, se lo desideri, per un soggiorno in completo relax”. Questa è la frase che si legge nell’home page del sito di questo ristorante incastonato tra le colline piemontesi. Soriso, comune nei pressi del Lago d’Orta, è infatti un borgo medioevale dal fascino senza tempo e qui, nel 1981, Angelo e Luisa Valazza hanno aperto l’hotel e ristorante “Al Sorriso”. “Nomen omen” perché lui è un vero maestro dell’accoglienza che vanta una lunga esperienza internazionale nel settore e che pone grande attenzione alla ricerca delle eccellenze gastronomiche regionali. Lei, Luisa Marelli, è invece l’autrice di ricette che PROTAGONISTI Luisa ValazzaMarelli Per me mangiare è un’esplosione dei sensi

17 PLUS MAGAZINE | GIUGNO 2023 indagano nella tradizione locale e che puntano sulla stagionalità dei prodotti. Con i coniugi la figlia Paola, sommelier di alto livello che seleziona etichette nazionali e straniere mai banali. La ristorazione per loro è un vero family affair che non si esaurisce nei confini territoriali, ma che ha portato la chef ad ottenere riconoscimenti come il Gran Premio dell’Accademia Internazionale di Gastronomia, le Stella Michelin e, nel 2009, un lavoro per sviluppare dei menù pensati per la classe business della compagnia aerea tedesca Lufthansa. A differenza di molti colleghi, la signora Luisa è laureata in lettere all’Università Cattolica di Milano ed è autodidatta, ma la passione e la capacità innata di creare menù dal sapore unico fanno di lei uno degli chef più noti del settore. Le sue ricette – dove non mancano la cacciagione, i funghi, i tartufi e le erbe aromatiche – strizzano l’occhio alla cucina del territorio, i profumi e i sapori danzano insieme per deliziare i palati. Perché “Al Sorriso” tutto è improntato sull’accoglienza e sulla filosofia del gusto. Un gusto nel quale le materie prime mantengono intatte le loro qualità organolettiche e sono scelte o coltivate dai titolari in base alla stagione. Abbiamo incontrato la signora Luisa, donna energica e dall’allegria coinvolgente, che ci ha raccontato con generosità del suo lavoro che è anche, soprattutto, un grande amore. “Al Sorriso” è un’avventura che unisce amore e cucina. Ce la racconta? All’epoca dell’università ho conosciuto il mio futuro marito, che aveva un ristorante a Borgomanero, e oltre a studiare lo aiutavo in sala. Dopo il matrimonio abbiamo deciso di trasferirci a Soriso e di acquistare l’albergo che apparteneva alla Famiglia Zucca. Il tempo di restaurarlo e alla fine del 1980 siamo venuti qui. A Borgomanero avevamo già la Stella Michelin e ce l’hanno trasferita. Lo chef di allora era svizzero e ha deciso di tornare nel suo paese così ho preso io le redini della cucina. Secondo mio marito era un azzardo, visto che non avevo studiato nel settore, ma ho voluto provare. Ho cercato di ricordare la gestualità dello chef nel cucinare, i tempi di cottura che utilizzava e, con mio e nostro stupore, i piatti tornavano indietro vuoti. Segno che alla clientela piacevano. È stato complicato essere autodidatta? Ho fatto molti sacrifici e ho dedicato tante ore al lavoro, anche perché ho voluto studiare e fare ricerca. Avevo capito di essere capace, ma sapevo di essere agli inizi di questo percorso per cui ho cercato la mia strada. Ho ragionato in termini artistici perché ho sempre pensato che frutta, verdura e carne abbiano dei colori belli da vedere. LUISA VALAZZA MARELLI

18 GIUGNO 2023 | PLUS MAGAZINE Mi sono occupata dell’impiattamento e ho letto i testi sacri della cucina per andare a fondo, conoscere il prodotto, le sue proprietà organolettiche, l’abbinamento con le spezie e i loro profumi per utilizzarli al meglio e valorizzarli. Ho approfondito la cucina regionale, ma non perché volessi le Stelle Michelin o le Forchette, bensì per non proporre sempre le stesse ricette ai clienti. Cosa non manca mai nella sua cucina? La ricerca, fondamentale per interpretare le vecchie ricette o quelle regionali e portarle ad una versione più moderna togliendo, ad esempio, l’eccesso di burro o di grassi o le farine usate per legare. Poi l’entusiasmo e la passione perché questo è un lavoro di grande fatica. Come mamma mi sono occupata non solo del ristorante, ma anche della famiglia e della casa, ma noi donne abbiamo un grande spirito di sacrificio e riusciamo a fare tutto. Quale valore ha il tempo nella ristorazione di qualità? Rispettare il cibo è basilare e non solo nella cucina di un ristorante, ma anche in quella di tutti i giorni. Per me la conoscenza della cottura dei cibi è importantissima perché non bisogna mai stravolgere la materia prima. Io, ad esempio, sono passata dalla pentola al sottovuoto per mantenere intatti i profumi e i succhi di carni come lo stinco o il maialino. Il territorio è un ingrediente importante? Lo è esattamente come lo è seguire la stagionalità dei prodotti e scegliere solo quelli regionali e nazionali. I miei fornitori sono contadini della zona che lavorano nella trasparenza. Mio fratello ha un orto e anche io ne ho uno in montagna; inoltre abbiamo delle piante da frutta. Mi piace coltivare la terra e mi entusiasmo a raccogliere quello che semino: dall’insalata non troppo germogliata ai fagioli, che snocciolo personalmente, alle carote che voglio piccole per gustarne il sapore. Lavorare in famiglia è un plus? Sì, anche perché negli ultimi anni non troviamo personale. Molti vogliono il sabato e la domenica liberi. Questo non è un lavoro, ma una missione. Servono passione ed entusiasmo, oltre che altruismo perché regaliamo gioia a chi è a tavola. Ame gratifica sapere che le persone hanno mangiato bene e che sono felici dell’esperienza vissuta “Al Sorriso”. Sua figlia si occupa della cantina. Quali etichette sono predominanti nella vostra carta? Abbiamo circa 1.500 etichette tra quelle italiane, soprattutto piemontesi, e quelle francesi e altre internazionali più ricercate come le californiane e le australiane. Alcuni vini devono rimanere in cantina anche 5 anni prima di essere serviti per cui il nostro è un investimento anche in termini economici. “Al Sorriso” è anche hotel. Una scelta particolare. Abbiamo 8 camere delle quali 6 doppie e 2 singole. Erano già così quando abbiamo acquistato l’immobile. Prevalentemente diamo le stanze a chi cena perché il 70% del mio lavoro è dato dagli stranieri o da chi viene da lontano per cui i clienti fanno degustazioni importanti e poi si fermano a dormire. Cos’è per lei mangiare? Un’esplosione dei sensi. Si mangia prima guardando, poi sentendo il profumo e infine gustando. Ci regala una ricetta estiva? Cappesante con salsa al crescione d’acqua, tipico di questi boschi dove le sorgenti sono pulite, condita con un’emulsione di olio extra vergine d’oliva e menta con accanto una terra fatta di pane di segale con granuli di polline che profumano di miele. Natura allo stato puro. PROTAGONISTI

20 GIUGNO 2023 | PLUS MAGAZINE B A R B A R A O D E T T O A colazione con occola golosa, dolce pausa tra la calma della notte e la frenesia del giorno: la colazione, secondo me. Il momento migliore per due chiacchiere rilassate con Adriano Marsala. C Adriano Marsala si occupa di consulenza d’impresa dagli anni ’90 e ha ricoperto ruoli di Executive Analyst e Senior Executive Management, consulente finanziario e privacy in importanti società di consulenza lombarde. Nel 2014 ha fondato Man Consulting S.r.l. dove lavorano sia i figli Andrea e Clarissa sia un team giovane e al 90% femminile. La sua è una Società Benefit e come esperto del settore è spesso relatore di queste tematiche. Manager illuminato, preserva il valore di chi lavora nelle aziende affinché ognuno si senta incluso e possa dare il meglio come parte integrante della società. Inoltre, si dedica all’impegno sociale. È stato definito il “manager dal volto umano”. Ritengo che business e no profit possano coesistere e non per avere un’immagine buonista, ma perché ognuno deve seguire il proprio sentire. Personalmente sostengo l’Associazione “I Bambini delle Fate” a Rozzano che assicura sostegno economico a progetti di inclusione sociale a beneficio di famiglie con autismo e altre disabilità, la “Fondazione Dolce Positivo” per l’integrazione dei ragazzi autistici e “African Fashion Gate” che è un laboratorio permanente di iniziative contro il razzismo, la discriminazione e l’esclusione nel mondo della moda, delle arti, dello spettacolo e dello sport. Inoltre, faccio parte di “OlivaMi” che si occupa della piantumazione degli ulivi nel Salento e sostengo la ricostruzione delle campagne distrutte dalla Xylella. La sua è una Società Benefit: cosa significa? Significa entrare nel circuito del beneficio comune. Non vuol dire fare beneficenza, ma sposare alcuni dei goals indicati dall’Agenda 2030 e condividerli con collaboratori e stakeholders. All’interno del percorso ci sono tante cose che un’azienda può fare o che fa già, ma magari non sa come condividerle con gli attori della quotidianità e quindi non inizia l’iter. Non bisogna intraprendere il percorso per ottenere un vantaggio fiscale o finanziamenti. Occorre fare programmi di divulgazione e formazione volti alla sostenibilità sociale e ambientale. Qual è la fotografia delle imprese italiane in ambito Benefit? Da un confronto avuto con l’Onorevole Del Barba, primo firmatario della legge, attualmente le Società Benefit sono solo 3.000. All’interno del percorso un’azienda potrebbe certificarsi per la parità di genere; la nostra società, ad esempio, è stata una delle prime a farlo. La legge è stata pubblicata l’anno scorso con varie regole: ad esempio l’ente di certificazione deve essere accreditato Accredia. Una volta ottenuta, la società deve essere inserita nel registro elettronico delle certificazioni che è obbligatoria per aziende con un numero di dipendenti superiore a 50. Con queste caratteristiche si può ottenere l’1% di sgravio contributivo INPS. Premetto che la parità di genere non è facile da avere e che la certificazione non si ottiene in pochi giorni. La colazione per lei è…? Mi sveglio alle 4, guardo le notizie e accendo il computer per dare indicazioni alle collaboratrici. Faccio colazione light e alle 6 vado in piscina; qui penso ai programmi della giornata e ad eventuali progetti. Ho fatto gare di nuoto sino al 2019 e nella bella stagione faccio percorsi di acque libere. L’anno scorso invece ho attraversato lo stretto di Messina. OSPITI

22 GIUGNO 2023 | PLUS MAGAZINE di Mauro Bossola La vera partita per l’Italia si gioca sulla capacità di valorizzare il potenziale dei giovani. È tempo di scelte coraggiose. Con meno di 7 neonati e più di 12 decessi per mille abitanti, la natalità nel nostro paese non è mai stata così bassa. L’Italia di oggi sembra una società a ridotto tasso di relazioni interpersonali e ad alto tasso di egocentrismo, una società che invecchia e che invoglia i giovani ad andarsene. Nella sua intervista al Corriere della Sera, il presidente del Censis Giuseppe De Rita ha parlato dell’Italia come di un “paese senza un’idea di futuro”, esortando tutti noi ad uscire da un “galleggiamento che si prolunga da tempo”. Tanto per dare un’idea delle dimensioni del fenomeno, gli indicatori demografici dell’Istat relativi al 2022 segnalano come in Italia le nascite siano precipitate sotto la soglia delle 400mila unità, a 393mila. Non è stato un crollo improvviso perché il calo era iniziato negli anni ‘70, ma oggi sta diventando gravemente strutturale. Sarebbe probabilmente sbagliato attribuire la causa della denatalità a un solo fattore. E la scelta stessa di avere figli o meno è innanzitutto una scelta personale. Fa impressione però il dato relativo al divario tra il numero di figli desiderato e quello effettivamente realizzato. Di certo, la mancanza del lavoro, di garanzie, di politiche a sostegno della famiglia e della maternità pesano sulle scelte dei giovani. Come spiega il demografo Alessandro Rosina, l’Italia presenta uno dei gap più ampi, con il primo valore vicino a due e il secondo pari a 1,25 e aggiunge: “Nessun paese maturo avanzato ha visto ridursi tale divario senza mettere in campo misure solide e strumenti efficaci di sostegno alla natalità. Vale, piuttosto, il contrario: il numero desiderato può ridursi nei contesti in cui la carenza di politiche e di attenzione pubblica porta a consolidare il messaggio che la nascita di un figlio non è considerata un valore sociale ma solo un costo e una complicazione a carico dei genitori. È quello che rischia il nostro Paese”. ORIZZONTI PIÙ ATTENZIONE ALLE NUOVE GENERAZIONI DEMOGRAFIA:

23 PLUS MAGAZINE | GIUGNO 2023 La bassa natalità non sembra causata quindi solo da un minore desiderio di filiazione da parte dei giovani italiani rispetto ai loro coetanei di altri paesi. È piuttosto dovuta alla troppo diffusa incertezza rispetto al lavoro, a redditi da lavoro spesso troppo bassi e senza ragionevoli garanzie di continuità, alle difficoltà ad accedere all’abitazione in un mercato della casa stretto tra l’ipertrofia della proprietà e affitti spesso costosissimi. In effetti comprare una casa per i giovani è sempre più difficile. Una recente inchiesta dell’Espresso ha svelato però che la vita è dura anche per i giovani in cerca di case in affitto: prezzi e appartamenti accessibili sono sempre più un miraggio. I giovani per vivere in affitto devono spesso pagare un canone che non è commisurato al loro reddito. L’offerta è ormai sfociata nella speculazione e si arriva (tra l’altro sempre più spesso) a casi limite, con un incremento del 3,5% dei canoni solo nell’ultimo anno. A questo si aggiunga che, rispetto ai loro coetanei europei, i giovani italiani (tra i 15 e i 29 anni) sono tra quelli con il più alto rischio di povertà, minore tasso di occupazione, minore reddito, maggiore percentuale di soggetti che non studiano né lavorano (Neet), di cui un milione e settecentomila sono donne. A questo si aggiunga che, com’era prevedibile, la pandemia e poi la guerra hanno provocato un aumento della depressione, dell’ansia e del disagio mentale nei nostri giovani, in particolare tra i giovanissimi: sono i tratti distintivi di quella che alcuni esperti hanno ribattezzato la “generazione Covid”. Tornano così alla mente le parole che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella pronunciò pochi mesi fa nel suo discorso di fine anno: “Facciamo sì che il futuro delle giovani generazioni non sia soltanto quel che resta del presente ma sia il frutto di un esercizio di coscienza da parte nostra”. DEMOGRAFIA

24 GIUGNO 2023 | PLUS MAGAZINE EVENTI Gli eventi nel mondo Ricco il calendario di iniziative per celebrare lo storico anniversario In occasione dei 100 anni della Disney da qualche mese è iniziato in tutto il mondo un magico viaggio per celebrare i personaggi più iconici e amati da intere generazioni di bambini che, dal 1923, sono cresciuti con le fiabe e i film prodotti dalla multinazionale statunitense. Sono in programma, infatti, oltre che inAmerica anche in Europa, Medio Oriente e in Africa esperienze esclusive, mostre, concerti e da qualche tempo sono in vendita gli immancabili prodotti dedicati al centenario. Il 100° anniversario ricorre ufficialmente il prossimo 16 ottobre, ovvero il giorno in cui Walt e suo fratello Roy presentarono per la prima volta al mondo la magia Disney. Una realtà senza uguali quanto alla meraviglia che le storie e i personaggi hanno portato nella vita di milioni di persone. The Walt Disney Company celebrerà i primi 100 anni a partire proprio dai cult dei suoi primi anni di storia. Un ricco patrimonio culturale che include la creazione del primo corto animato con audio sincronizzato nel 1928, “Steamboat Willie”, e del primo lungometraggio animato, con il debutto di “Biancaneve e i sette sani”, nel 1939, fino all’apertura di Disneyland che ha permesso ai fan di tutto il mondo di immergersi in un universo fiabesco. Le celebrazioni sono già iniziate prima inAmerica e poi man mano si sono estese al resto del mondo. L’Italia ha ospitato a maggio, all’Arena di Verona, una tappa del tour Disney 100 The Concert che prevede una ventina di concerti, che proseguirà in Europa e prossimamente verranno annunciate le nuove date. La tournée europea è realizzata in collaborazione con la Hollywood Sound Orchestra, che propone canzoni tratte da film come “La Bella e la Bestia”, “Mary Poppins” ed “Encanto”, oltre a brani presenti nei mondi Pixar, Star Wars e Marvel. Il tour europeo, iniziato in aprile in Germania e poi proseguito in Svizzera e Austria, culminerà con lo show all’immancabile La Defense Arena di Parigi, l’11 e il 12 novembre. di Mariangela Salvalaggio

25 PLUS MAGAZINE | GIUGNO 2023 La Francia terminerà a settembre i festeggiamenti per il 30° anniversario di Disneyland Paris, altro motivo di interesse per i tanti spettacoli programmati per l’occasione e che faranno da preludio al Disney 100. L’anniversario del centenario coinvolgerà inevitabilmente l’iconico resort parigino. Qui le celebrazioni prenderanno il via proprio il 16 ottobre: gli ospiti potranno partecipare a un programma di intrattenimento unico con performance live dei diversi personaggi e attività esclusive durante tutta la giornata. Un momento esclusivo è previsto, inoltre, durante i festeggiamenti di Capodanno e le celebrazioni continueranno nel nuovo anno che sarà ricco di sorprese. I biglietti per il 16 ottobre e per il party di Capodanno sono disponibili su www.disneylandparis.com. Da Parigi a Londra. Nella capitale inglese si terrà la più grande mostra di sempre. Disney 100 The Exhibition che farà tappa in autunno all’ExCeL, dopo aver debuttato negli Usa ed essere stata a Monaco. Con questa esposizione Disney apre il baule dei tesori per mostrare centinaia di straordinari pezzi di storia, tra cui oltre 250 disegni originali raramente esposti in altre occasioni, manufatti, costumi, oggetti di scena e altri cimeli. Disney 100 The Exhibition invita i fan a immergersi e riscoprire le loro storie Disney preferite in dieci gallerie a tema fantasioso e piene di tecnologia innovativa e coinvolgente. I visitatori potranno andare alla scoperta della creazione di eroi, cattivi o aiutanti che siano, che hanno ispirato e intrattenuto il pubblico di tutto il mondo per 100 anni, dal primo schizzo all’animazione finita. Qualche esempio di quel che si potrà ammirare: tra le opere esposte il libro di scena, in lingua olandese, di “Biancaneve e i sette nani” (1937) e il cavallo da giostra di “Mary Poppins” (1964) che la leggenda Dick Van Dyke cavalcava nel ruolo dell’indimenticabile Bert. Tra gli oggetti in mostra ci sono anche i bozzetti di Remy per “Ratatouille” e Jafar per “Aladdin”. Per onorare 100 anni di meravigliosi duetti, amicizie coraggiose e compagni inseparabili, Disney aprirà le porte di un’esperienza immersiva multisensoriale, pensata per i ragazzi della generazione Z e per i giovani adulti che vorranno partecipare a Disney 100 Amici per sempre. L’evento prenderà avvio da Londra e permetterà a gruppi di giovani di avventurarsi in oltre 1000 m² di esperienze e installazioni divise in quattro stanze: Alice nel Paese delle Meraviglie, Lilo & Stitch, Il Re Leone e Topolino e i suoi amici. Immersi nei mondi dei personaggi più amati, i visitatori potranno celebrare le proprie amicizie e costruire nuovi e incredibili ricordi. La campagna Disney 100 Play! celebrerà 100 anni di personaggi, storie e prodotti incentrandosi sul gioco e mettendo in evidenza la capacità propria degli universi Disney, Pixar, Star Wars, Marvel e National Geographic di aiutare i genitori a creare esperienze condivise con i propri bambini. Una campagna globale che nasce con l’obiettivo di incoraggiare le famiglie a trascorrere più tempo a giocare insieme, aiutando genitori ed educatori a integrare il ludico nei momenti quotidiani. La campagna supporta l’impegno Disney nel sociale per creare momenti che contano, portando Disney 100 Giochiamo! alle famiglie di tutto il mondo. I 100 anni di Disney saranno celebrati anche attraverso nuove collezioni di prodotti, tra cui la linea Platinum Collection Disney 100 con articoli targati Disney 100 e disponibili su shopDisney.it, quali ad esempio uno speciale cappello e cerchietto con le iconiche orecchie. La Disney 100 Decades Collection includerà invece tanti altri prodotti ispirati alle storie classiche e alle varie epoche del100 ANNI DISNEY

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