Plus Magazine 44

23 PLUS MAGAZINE | MARZO 2024 emesso la prima normativa della storia legata all’evoluzione dirompente dell’Intelligenza Artificiale: l’A.I. Act. Uno dei temi più importanti su cui interviene il regolamento europeo è la trasparenza nell’uso dei sistemi di Intelligenza Artificiale. Gli utenti e i clienti devono avere la possibilità di riconoscere i contenuti deep fake, come immagini e video, attraverso delle etichette ben evidenti denominate watermark e devono sapere se stanno interagendo con una persona o con un sistema, come ad esempio un chatbot. Inoltre, le aziende fornitrici di servizi digitali avranno l’obbligo di individuare i contenuti creati con l’Intelligenza Artificiale che circolano sulle loro piattaforme e segnalarli automaticamente come tali. Per l’Europa è una vera e propria rivoluzione se pensiamo al numero di deep fake che circolano sui social con le relative conseguenze. La nuova normativa si pone inoltre quale baluardo a difesa della società democratica, se pensiamo che l’Unione ha vietato l’uso del social scoring, il metodo di classificazione della reputazione dei cittadini già adottato da anni in Cina, Nazione divenuta ormai da alcuni anni una vera e propria dittatura digitale. L’A.I. Act. vieta inoltre la categorizzazione biometrica dei dati personali sensibili, come l’etnia, la fede o l’orientamento sessuale, la raccolta massiccia di volti da internet e le tecnologie che riconoscono le emozioni, viene inoltre limitato l’utilizzo governativo del riconoscimento facciale. È un primo passo anche a difesa degli errori che l’Intelligenza Artificiale potrà ancora compiere quando l’essere umano verrà relegato a semplice controllore della macchina. tutto di alto profilo hanno iniziato ad usare tale strumento: uno degli esempi più curiosi degli ultimi mesi è stato quello dello studio legale Levidow & Oberman negli USA, con due dei suoi avvocati che hanno presentato pareri legali pieni di citazioni relative a sentenze inesistenti dopo aver usato Chat GPT per scrivere le argomentazioni. Il problema è stato che lo studio e i suoi avvocati invece di ammettere l’errore e prendersi la responsabilità dell’accaduto, hanno negato le accuse anche dopo che le ordinanze giudiziarie hanno messo in dubbio l’esistenza delle sentenze citate. Lo studio legale ha subìto nel giugno 2023 una multa di 5.000 dollari e ovviamente perso le cause in questione. Un altro esempio recente sempre legato all’Intelligenza Artificiale generativa è il primo “licenziamento” di un chatbot dedicato ai call center. Nel mese di gennaio 2024 la società americana di delivery DPD ha completamente disabilitato il suo chatbot online basato sull’Intelligenza Artificiale (che aveva parzialmente rimpiazzato il Call Center), dopo che un cliente, non riuscendo ad avere soddisfazione per le richieste effettuate, è riuscito a far scrivere al BOT una poesia in cui criticava ironicamente la società di consegna dei pacchi. In questi esempi l’uomo sta lentamente scomparendo e fa fatica a tenere testa ai robot e all’A.I. quando si verificano delle anomalie. A questo punto ci si deve chiedere: quando le macchine potranno veramente operare senza più alcun controllo? E chi deciderà che è giunto questo momento? L’Unione Europea nel dicembre 2023 ha INTELLIGENZA ARTIFICIALE

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