Plus Magazine 46

46 IN QUESTO NUMERO TECNOFUTURO INTERVISTA A MARCO CAMISANI CALZOLARI A COLAZIONE CON AMBRA ANGIOLINI JAVIER ZANETTI IL CAPITANO DELLE DUE STELLE ANTONIO PEDANA CHEF DI LE MONZÙ SCUOLA FORESTALE CARABINIERI UNA SCUOLA PER LA NATURA ORIZZONTI INTERNET E SPAZIO Martina Stella Gabriele Muccino è stato il primo a credere in me Supplemento a La voce dei Bancari Periodico trimestrale per la cultura e il tempo libero Numero XLVI - Settembre 2024 CONVENZIONI NAZIONALI: DA PAGINA 68

2 SETTEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE Copertina Martina Stella: Gabriele Muccino è stato il primo a credere in me Tecnofuturo Quando la finanza online è semplice e sicura: intervista a Marco Camisani Calzolari Ospiti A colazione con… Ambra Angiolini Protagonisti Zanetti, il capitano delle due stelle Protagonisti Antonio Pedana, chef di Le Monzù Protagonisti La Scuola Forestale Carabinieri: una scuola per la natura Protagonisti Luigi Calabria: promuoviamo le banche italiane e creiamo nuovi leader di mercato come valore aggiunto Orizzonti Internet e spazio: dallo scontro sui satelliti al ruolo delle big tech Aziende Il ruolo strategico del benessere in azienda: la visione di Aon Italia Aziende C-WAY: travel experience a misura di cliente Comunicazione e immagine PEF: l’alto valore della formazione Eventi Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba 2024 Eventi Festa del Cinema di Roma 2024 Eventi Lucca Comics & Games 2024 Intrattenimento Gardaland Resort: ritornano gli imperdibili appuntamenti autunnali Moda Appunti di moda a cura di Barbara Odetto Recensioni Serie TV Cinema Libri Mostre Teatro Musica Fumetti Mappamondo “Pura vida”: l’essenza del Costa Rica Convenzioni nazionali 4 8 12 14 18 22 26 30 32 36 38 40 42 44 46 48 54 55 56 57 58 59 60 62 68 Sommario 46 PLUS MAGAZINE 46 Supplemento a “La voce dei Bancari” Periodico trimestrale per la cultura e il tempo libero Redazione e Amministrazione Via Guarini, 4 - 10123 Torino Tel. 011 5611153 / Fax 011 540096 www.associatiallafabi.it Direttore Responsabile Paolo Panerai Direttore Editoriale Paola Gomiero Segreteria di Redazione Chiara Attolico, Milena Lagnese Photo Editor Alessandro Lercara Relazioni esterne Daniela Tancorra Hanno collaborato a questo numero: Benedetta Breveglieri, Mauro Bossola, Elisabetta Einaudi, Pietro Gentile, Barbara Odetto, Barbara Oggero, Alessia Roeta, Mariangela Salvalaggio, Vincenzo Scaringella, Emanuela Truzzi, Giancarlo Vidotto Fotografie Archivio Stilisti, image courtesy Trendfortrend, images selected on Mytheresa e Luisa Via Roma Pubblicità Nova Labor Servizi srl Via Guarini, 4 - 10123 Torino - Tel. 011 5611153 Progetto Grafico M.C.Grafica Torino / Art Director Marco Clava Su www.plusmagazine.news è possibile trovare il meglio di Plus Magazine in formato digitale. La redazione non si assume alcuna responsabilità per notizie, foto, marchi, slogan utilizzati dagli inserzionisti. Il materiale inviato non viene restituito. È vietato e perseguibile civilmente e penalmente, ai sensi della legge sul diritto d'autore, ogni forma di riproduzione dei contenuti di questa rivista, compresi gli spazi pubblicitari, senza autorizzazione scritta dell'editore.

3 PLUS MAGAZINE | SETTEMBRE 2024 EDITORIALE Ormai da qualche anno abbiamo introdotto nel nostro sommario la rubrica dedicata ai ristoranti stellati, curata dalla nostra giornalista esperta Barbara Odetto. Abbiamo constatato con piacere che riscuote un notevole seguito, forse perché per noi italiani la cucina rappresenta un elemento fondamentale della cultura e dell’identità nazionale. Nel mondo della gastronomia, pochi riconoscimenti portano con sé il peso e l’aura di eccellenza come una Stella Michelin. Questo simbolo di prestigio è divenuto, nel corso degli anni, il massimo emblema della qualità culinaria, capace di trasformare un ristorante in una destinazione internazionale. Ma cosa significa davvero ricevere una Stella Michelin, e perché questo riconoscimento continua a essere così ambito e temuto allo stesso tempo? La Guida Michelin nacque all’inizio del XX secolo con un obiettivo semplice: aiutare gli automobilisti a trovare buoni posti dove mangiare e dormire durante i loro viaggi. Con il tempo, tuttavia, le sue celebri stelle sono diventate un sinonimo di perfezione in cucina, simboli di un’esperienza gastronomica che trascende il semplice pasto per trasformarsi in arte. Ottenere una Stella Michelin non è solo una questione di saper cucinare bene; è il riconoscimento di una filosofia, di un’attenzione maniacale ai dettagli e di un impegno costante verso l’eccellenza. Per uno chef, ricevere una Stella Michelin rappresenta l’apice di una carriera. Tuttavia, la responsabilità che ne deriva è enorme. La stella porta con sé aspettative altissime, non solo da parte della critica, ma soprattutto dei clienti, che spesso viaggiano da ogni parte del mondo per vivere un’esperienza gastronomica unica. Ogni piatto deve essere un capolavoro, ogni servizio impeccabile. Mantenere questa costante tensione verso la perfezione può rappresentare un onere pesante, ma è anche ciò che alimenta l’innovazione e la creatività nel mondo della cucina. Il prestigio della Stella Michelin, però, non è legato solo alla cucina. È il riflesso di un’intera esperienza, che coinvolge l’atmosfera del ristorante, la professionalità del personale, la qualità degli ingredienti e l’armonia dei sapori. Ogni elemento contribuisce a creare quel momento di magia che trasforma un pasto in un’avventura tutta da vivere. In questo numero vi proponiamo il ristorante Le Monzú (pag. 18) incastonato in uno scenario di straordinaria bellezza nell’isola di Capri, guidato dal giovane Chef Antonio Pedana che sa portare gli ospiti alla scoperta dei sapori, degli aromi e dei profumi del territorio, senza dimenticare un flair internazionale. A tutti buona lettura! di Paola Gomiero (direttrice FABI Plus) Il Prestigio della Stella Michelin

4 SETTEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE Quando hai capito di voler diventare attrice? Già a otto anni sognavo di lavorare nel cinema. Vivevo a Impruneta, nella campagna Toscana, ma volevo assolutamente andare via e sperimentarmi nel mondo del cinema. Il provino d’esordio, a 16 anni, fu con Gabriele Muccino, il primo regista a credere in me. I miei genitori mi hanno sempre sostenuta e la mamma mi ha seguita in ogni mio lavoro. Lei e papà erano preoccupati perché per girare “L’ultimo bacio” persi un anno di scuola, ma io ero irremovibile, in qualche modo ero sicura che quella fosse la mia strada. È vero che il tuo primo amore, però, è stato il teatro? Verissimo. Quando ero ragazza i miei mi portavano spesso a vedere degli spettacoli e Basta un film, quello giusto, e la vita cambia. È accaduto proprio questo a Martina Stella che con “L'ultimo bacio”, per la regia di Gabriele Muccino, a 16 anni raggiunse il successo. A questa pellicola nel tempo ne sono seguite altre: “Amnèsia” di Gabriele Salvatores, “Un’estate ai Caraibi” e “Sapore di te” dei fratelli Vanzina per citarne alcune. Nella sua carriera non sono mancati il teatro, per la precisione il musical di Pietro Garinei “Aggiungi un posto a tavola”, e le serie TV: “L’amore e la guerra”, ”La freccia nera”, “Tiberio Mitri – Il campione e la miss”, “Angeli e diamanti” e “Amore pensaci tu” tra quelle più note. Nel 2017 Martina Stella ha anche partecipato alla dodicesima edizione dello show di Rai Uno “Ballando con le stelle”, condotto da Milly Carlucci, dove si è classificata terza assieme al maestro di danza Samuel Peron e dimostrando così di avere anche doti come ballerina. di Barbara Odetto COPERTINA Martina Stella Ha iniziato la sua carriera di attrice da adolescente. Oggi è una donna che spazia con disinvoltura dal cinema alle fiction al ruolo di mamma. Perché essere multitasking è nel suo DNA. Gabriele Muccino è stato il primo a credere inme

5 PLUS MAGAZINE | SETTEMBRE 2024 io poi facevo le prove in camera. Ho anche partecipato alla quarta edizione del musical “Aggiungi un posto a tavola” firmato da Garinei con le musiche di Armando Trovajoli e le coreografie di Gino Landi. Avevo 18 anni e non sapevo cantare né ballare e mi sono ritrovata nel cast di questo grandioso spettacolo che andava in scena al teatro Sistina di Roma. Oggi penso di essere stata coraggiosa, forse anche un po’ pazza, e ricordo di aver avuto diversi intoppi sul palco. Chiara Noschese mi ha aiutata più volte quando steccavo o quando mi bloccavo a scena aperta. Lei mi ha supportata ed è stata fantastica con me. Ancora oggi il teatro è un mio grande sogno, ma avendo due figli non riesco a perseguirlo perché è un lavoro impegnativo, soprattutto quando si è in tournée lontano da casa e dalla famiglia. Tornando al cinema, quale dei tanti registi con i quali hai lavorato ricordi con maggiore simpatia? Ce ne sono tanti, ma ai fratelli Vanzina sono molto riconoscente. Loro non mi hanno mai fatto fare un provino perché hanno sempre avuto fiducia in me e ormai siamo amici. Con loro la difficoltà non è recitare, ma non ridere. Durante i primi giorni di riprese c’è un po’ di tensione perché i comici sono molto seri nella costruzione del personaggio e delle battute, ma una volta che si entra nell’atmosfera giusta è davvero difficile trattenersi dalle risate. MARTINA STELLA Salemme e Abatantuono sono in assoluto gli attori che mi fanno più ridere. In quale dei numerosi personaggi femminili che hai interpretato ti sei sentita davvero a tuo agio? In Claretta ne “La lunga notte – La caduta del Duce”, la serie che è andata in onda su Rai Uno per la regia di Giacomo Campiotti, regista che stimo tantissimo e con il quale avevo lavorato già in passato. La protagonista è un personaggio oscuro, complesso ma anche vulnerabile, che ha sempre avuto un rapporto difficile e possessivo con il duce. Per me è stato interessante studiare e cercare di capire le sue ombre, indagare e addentrarmi negli aspetti psicologici di questa donna che fu il grande amore di Benito Mussolini. Ho letto tantissimi libri su Claretta e la cosa che mi ha colpito di più è che in ognuno viene descritta una persona diversa, come se nessuno fosse riuscito a capire davvero la sua personalità. Come persona cos’hai imparato dalla recitazione? Questo è un mestiere difficile dove costanza, studio, sapersi mettere in discussione, credere fortemente in quello che si fa sono fattori fondamentali. Se non hai fiducia nelle tue capacità è difficile che gli altri le notino. Io ho una visione romantica del mio lavoro e della vita. Credo che il film giusto arrivi al momento giusto.

6 SETTEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE tivo il loro linguaggio molto lontano da me. Mia figlia adolescente, infatti, mi definisce boomer. Un collega mi ha però spinta ad aprire la pagina e sono stata accolta con un grande affetto. Nella vita sono Ambassador per la moda e questo lavoro lo faccio anche sui social. Per me sono un valido strumento di comunicazione. C’è un film che rifaresti? In realtà sono due: “L’ultimo bacio” perché mi ha permesso di debuttare nel cinema e poi lavorerei di nuovo con Gabriele Salvatores in “Amnèsia”, una pellicola che mi ha regalato grandi emozioni. Se non fossi diventata la Martina Stella che conosciamo cosa avresti fatto? Sicuramente sarei diventata psicologa. Mi affascina studiare la psiche umana e sono andata in analisi per scavare a fondo dentro di me. La terapia mi serve anche per recitare perché mi aiuta a capire meglio il personaggio che devo interpretare. Mi interessa scavare nella sua mente, andare in profondità e raccontare tante storie di donne diverse tra loro. Quali progetti hai per il domani? Mi piacerebbe essere diretta da registi del calibro di Garrone, Sorrentino e i fratelli D’Innocenzo, ma adorerei lavorare anche in un’opera prima con una sceneggiatura ben scritta perché l’occhio dei giovani è l’occhio del futuro. Nella mia carriera sono stata molto fortunata e dai 15 ai 29 anni ho lavorato tanto, girando anche due film insieme o facendo teatro. Sapevo che sarebbe arrivato un momento in cui il mio ritmo sarebbe cambiato e non ho mai sofferto per questo. Con la nascita della prima figlia e poi del secondo, in effetti, ho tirato il freno a mano, ma sono davvero felice di essere mamma. Come ti giudichi come madre? Spero di essere una guida per Ginevra e Leonardo. Sono giocherellona e mi piace la complicità che ho con i ragazzi, ma credo che sia importante saper essere genitore e dire no quando occorre. Che rapporto hai con le altre attrici? Sono sempre stata molto bene con le colleghe. Mi piace fare un lavoro di squadra anche se nella vita non frequento attrici, ma donne che svolgono altre attività. Insieme facciamo rete e ci aiutiamo anche nella gestione dei figli, soprattutto nel mio caso quando sono via per lavoro. Ti piace andare al cinema? Amo quest’arte in tutte le sue forme. Vado spesso a vedere i film e mi appassionano i maestri della cinematografia italiana e francese. Assistere ad una proiezione in una sala buia mi emoziona e ne avverto tutta la magia. Mi piacciono molto i nuovi autori, i giovani che sperimentano. Cosa pensi di Instagram & company? Sono approdata tardi ai social perché senCOPERTINA

8 SETTEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE L’I.A. rivoluzionerà il nostro lavoro e la nostra vita. Riusciremo a “sopravvivere” a questo nuovo mondo? Ne abbiamo parlato con Marco Camisani Calzolari, famoso inviato tecnologico di “Striscia la notizia” ed autore del libro “Cyberumanesimo”, a seguito dell’incontro in Torino all’IT Day 2024. Marco, ci racconti come sei diventato famoso al grande pubblico? Parlando di tecnologia ero già conosciuto da anni nel mio settore, poi grazie a RTL 102.5 e grazie alla RAI il pubblico ha cominciato a conoscermi, ma niente di paragonabile a “Striscia la notizia” che mi ha dato la possibilità di raggiungere la grande massa di persone. Quello che per me è importante è a cosa è servita questa visibilità: io, vivendo a Londra da 15 anni, non ho il riscontro tipico di essere riconosciuto per strada come accade invece quanto torno in Italia, per cui non vivo la notorietà in modo così esasperato. Per me l’aspetto importante di arrivare a tutte quelle persone è riuscire ad aiutare la gente a “salvarsi” da problemi tecnologici e dalle truffe online, conoscere il mondo delle tecnologie, fare scelte giuste per i propri figli, tutte cose che posso realizzare grazie a “Striscia la notizia”, perché “di mio” non raggiungerei ovviamente tutto quel pubblico. Intelligenza Artificiale, finanza online e futuro del lavoro. QUANDO LA FINANZA ONLINE È SEMPLICE E SICURA di Pietro Gentile Intervista a Marco Camisani Calzolari TECNOFUTURO

9 PLUS MAGAZINE | SETTEMBRE 2024 questi obblighi vengano rimossi. Io cercherei di “snellire” tutte le sovrastrutture burocratiche che rendono difficile l’usabilità dei servizi online. Da anni sei paladino a difesa del consumatore e contro le truffe online. La Federazione Autonoma Bancari Italiani ha diffuso un decalogo per operare online in sicurezza: cosa potresti aggiungere o suggerire ulteriormente? Ho letto sui vari media il decalogo della FABI, se posso, aggiungerei alcuni suggerimenti, più di tipo tecnico: fare sempre un back-up dei dati, fare molta attenzione a proteggere la propria rete di connessione casalinga. Spesso la rete di casa non è sicura, si accende il router arrivato dal provider e da quel momento non ci si preoccupa più della sicurezza. Ad esempio, sconsiglio di usare la password fornita in automatico da provider ed indicata nel “retro” del router, ma cambiarla fin da subito. Per evitare che i propri dispositivi connessi alla rete casalinga siano esposti ad attacchi, si potrebbe poi installare un piccolo firewall che si può acquistare in qualsiasi negozio di elettronica con pochi euro. Un altro è il tema dell’identità dei siti web per avere la sicurezza che il sito su cui si sta navigando sia veramente quello originale. Poi, se volete, potete visitare il mio Ci parli del tuo nuovo libro, “Cyberumanesimo”, che vede la prefazione di Padre Paolo Benanti, consigliere del Santo Padre e del governo italiano per l’I.A.? L’argomento del libro è il comprendere cosa sta accadendo nel mondo digitale, con un grande focus sull’Intelligenza Artificiale e come questo può cambiare le nostre vite. L’obiettivo del libro è quello di, attraverso la filosofia del Cyberumanesimo, sollecitare le persone ad affrontare questi cambiamenti ricordandoci che l’essere umano dovrebbe sempre essere messo al centro dell’attenzione. Ovvero non lasciare che le “macchine” decidano troppo per noi e facciano scelte sulla base di meccanismi che a noi sono sconosciuti. Nel tuo nuovo libro dedichi un capitolo alla finanza, qual è il tuo rapporto con le banche online? La finanza non è un tema che conosco bene, se non da quando l’ho affrontato con il capitolo dedicato nel libro, in merito al rapporto tra finanza e Intelligenza Artificiale. Dal punto di vista bancario invece, sono stato da sempre un precursore dell’online banking. Sono stato uno dei primi ad utilizzare i servizi di banca online, anzi ho anche consigliato molte banche su come approcciare questo servizio. Ho sempre “fatto fatica” ad accettare di dover fisicamente recarmi in banca. Da quando vivo in Inghilterra, poi, è tutto diventato per me più semplice. Qui praticamente ormai si fa tutto online e molte banche da tempo sono esclusivamente in rete. L’importante è che il servizio sia veramente “usabile”. A volte anche gli aspetti legali delle singole nazioni influenzano la semplicità dell’utilizzo dei servizi online. Qui in Inghilterra se mando una mail, chiunque l’accetta come richiesta. Non firmo documenti fisicamente da molto tempo, non “uso carta” da una vita, ci sono delle cose che invece in Italia, non sono “usabili” per legge. Se in UK perdo la mia carta di credito, non devo fare una denuncia come in Italia e la mia banca me la riemette in pochissime ore. Stesso discorso vale ad esempio per la patente di guida. Le banche e le varie associazioni dovrebbero lavorare affinché INTERVISTA A MARCO CAMISANI CALZOLARI

10 SETTEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE termini tecnici si chiama “Market Manipulation” ed in Italia aggiotaggio. Per l’autorità giudiziaria sarà sempre più difficile capire chi ha veramente manipolato il mercato. Per quanto riguarda invece il mondo del lavoro purtroppo temo che le notizie non siano buone. Faccio l’esempio dei traduttori il cui lavoro è in grave difficoltà. Stessa cosa per chi oggi scrive testi. Faccio un altro esempio: quando in passato si diceva “le automobili prenderanno il posto dei cavalli” qualcuno diceva che non era vero, in effetti ci sono ancora i maneggi ed i poliziotti a cavallo. Ma questi rappresentano una percentuale infinitesimale rispetto alla mobilità di massa. Stesso discorso varrà per l’Intelligenza Artificiale. Si salverà solo chi rimane “in cima alla piramide” delle competenze. Solo un super esperto sarà in grado di “validare” i contenuti forniti dall’I.A.. Quindi ci sarà un’erosione importante di quei lavori di concetto che fino a pochi anni fa erano considerati intoccabili. Ma non è finita qui, perché presto arriveranno anche i robot casalinghi. E il robot che avremo sarà ad esempio un super esperto nell’aggiustare un lavandino, sarà il miglior idraulico sul mercato, il miglior elettricista, il più bravo domestico per rifare il letto… perché imparerà da tutti i più bravi idraulici, elettricisti ecc. sito e i miei social dove metto in guardia le persone sulle più recenti truffe online: tutti i giorni spiego come funzionano alcune truffe, legate ad esempio al social engineering, per evitare di caderci. Infine, sempre molta attenzione nel condividere le proprie password. Nel tuo libro parli di I.A. cosa dobbiamo attenderci in sintesi? I lavori di oggi sono a rischio? Cosa significa e per quanto veramente si potrà avere sempre l’essere umano al centro? In particolare, come pensi sarà il mondo del lavoro nel settore finanza fra qualche anno? Gli algoritmi di Intelligenza Artificiale nelle sale di trading delle banche ci sono ormai da anni, per cui l’I.A. non è una novità in questo settore. Il vero problema è che spesso non si conosce cosa contiene l’algoritmo e a volte questi sono di proprietà di “terzi”, non delle banche. Oggi l’I.A. può aiutare a migliorare un investimento o la gestione dei patrimoni. Ma bisogna fare attenzione che un giorno il “proprietario” dell’algoritmo non operi in modo inappropriato, rovesciando ad esempio il mercato. C’è poco controllo dentro ai sistemi di I.A. rispetto ai classici database in cui tutto era tracciabile. Quello che mi preoccupa quindi è ad esempio l’utilizzo di tali strumenti per “manipolare il mercato” quello che in TECNOFUTURO

11 PLUS MAGAZINE | SETTEMBRE 2024 tivirus, non c’è parental control che tenga, se manca la cultura digitale da parte del ragazzo. Bisogna aiutarli a capire i rischi e le opportunità, lasciando poi liberi i ragazzi di scegliere. Questo è il linguaggio con cui si comunica oggi, per cui non bisogna avere paura. Quali sono gli skills necessari e gli studi che consigli in base alla tua esperienza? Tecnologicamente sarà richiesto meno di quanto si possa immaginare. Basti pensare al fatto che ormai l’I.A. è più esperta di molti di noi e lo sarà sempre più. Quello che conta di più sarà la “consapevolezza”. La stessa consapevolezza che si sviluppa e si acquisisce quando si vive. Se io passeggio per strada e incontro una persona che vuole vendermi un orologio d’oro nuovo a 100 euro capisco che è una truffa, la pressoché totalità delle persone capiscono che si tratta di un falso. Quello che conta di più sarà la consapevolezza: sapere da dove vengono e come sono fatte le cose. Quando utilizzo l’I.A. per “fare delle cose” devo essere consapevole che questo software è basato su sistemi probabilistici che per natura possono sbagliare. La skill non sarà ad esempio saper usare i prompt di Chat GPT perché non ci saranno più, ma essere consapevoli, così come lo si è con il costume, la politica e lo sport. Da qualche anno anche tuo figlio fornisce consigli sulla cybersecurity, cosa puoi dire ai genitori e ai nostri bambini che passano spesso molto tempo su smartphone e tablet? Io cercherei di fare un’analisi di quello che fanno veramente le famiglie. Vedo che, quando si parla di uso del cellulare da parte dei preadolescenti, la maggior parte delle famiglie cerca di non dare il cellulare ai ragazzi, credendo così di aver risolto il problema. In realtà a mio parere così il problema si peggiora: lo smartphone di casa diventa l’oggetto del desiderio, i ragazzi lo usano portandolo via ai genitori per quei pochi minuti che è loro concesso facendone quindi un utilizzo fugace e superficiale. In questo modo non diventano consapevoli delle complessità dell’oggetto. Non esiste ad esempio una regola precisa per distinguere un sito fake da un sito reale. Ma ti assicuro che il mio piccolino ha una naturale capacità nel farlo. Non sto dicendo però che la strada giusta è dargli lo smartphone, intendo dire che bisogna interrogarsi: sto istruendo correttamente mio figlio? Sto mettendo i miei figli nelle condizioni migliori per usare gli strumenti digitali? Spesso non è così, bisogna prima aiutare i propri figli ad essere consapevoli delle potenzialità di questi strumenti ma senza negarne l’accesso. Non c’è anINTERVISTA A MARCO CAMISANI CALZOLARI

12 SETTEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE B A R B A R A O D E T T O A colazione con occola golosa, dolce pausa tra la calma della notte e la frenesia del giorno: la colazione, secondo me. Il momento migliore per due chiacchiere rilassate con Ambra Angiolini. C Da “Non è la Rai” che la rese un fenomeno di costume a film del calibro di “Bianco e nero” e “Saturno Contro”, dalle pièce teatrali come “Oliva Denaro” alla conduzione di live quali il “Concerto del Primo Maggio” fino all’essere giudice di “X Factor”, tutta la carriera di Ambra Angiolini è costellata di successi. Ma lei che persona è? Glielo abbiamo chiesto. Chi è “La signora Meraviglia”? Essere famosi è pericoloso quando non sai davvero che lavoro fai, quando non capisci perché sei popolare. Ame questo è capitato all’inizio della carriera perché ero giovane e non avevo ancora preso le misure con il successo. Ritengo però che avere una carriera che possa durare in quest’ambiente sia molto difficile. Ambra e la fragilità. Quando girai “Saturno Contro” di Özpetek ero da poco diventata mamma di Jolanda e mi sentivo molto fragile. Mi sembrava quindi strano che qualcuno mi offrisse una parte proprio per quel mio stato d’animo. Ferzan invece mi diede fiducia. Da allora la fragilità è diventata un tratto fondamentale per il mio lavoro. Per me è ormai un superpotere e sono felice di affermare che la fragilità sia una delle basi più solide che ho, nella professione come nella vita privata. Ambra e il rapporto con il corpo. Mi sono sempre sentita sbagliata e non ho mai amato davvero il mio fisico. Dall’adolescenza sino alla prima maternità ho sofferto di bulimia ed è stato un periodo complesso, fatto di alti e bassi. Ambra e le altre donne. Mi piace fare gruppo, non ho paura di lavorare con una collega più bella e più brava di me. A mio giudizio viviamo in una società che sembra voler premiare la donna migliore, ma non mi interessa essere l’unica, preferisco essere in compagnia di tante altre. Detesto la cultura che insegna alle bambine ad essere principesse o regine. Noi siamo persone, esseri umani. Ambra e Francesco Renga. Lui è stato il mio grande amore, altrimenti non sarebbero nati Jolanda e Leonardo, e in nome di quel sentimento rispetto quello che ci eravamo promessi. Purtroppo le persone sono abituate alla guerra tra gli ex, ma non è sano. È molto più salutare credere che qualcosa si possa salvare perché è giusto. Francesco ed io lo abbiamo fatto per noi stessi, per diventare persone migliori. Ambra e i figli. Jolanda è una ragazza magica, ha fatto in modo che la mia pancia diventasse improvvisamente il posto più accogliente e pieno della terra. In un momento in cui mai avrei voluto che accadesse, me la sono dovuta portare dentro per nove mesi, finché è uscito il mio miracolo più bello. Poi è arrivato anche Leonardo, che amo tantissimo. La colazione per te è…? Un pasto importante. OSPITI

14 SETTEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE “Io dico sempre che per vincere prima bisogna saper perdere”. Parola di un capitano, oggi vicepresidente della squadra campione d’Italia. Lui è Javier Zanetti. Una vita all’Inter e per l’Inter, club che ha raggiunto le due stelle, ovvero i 20 titoli nel massimo campionato italiano. Spiega: “Nella sconfitta uno capisce gli errori e che deve dare qualcosa in più. A volte le sconfitte arrivano perché l’avversario ti conosce bene, ma con tanto lavoro e se si crede in quello che si fa, prima o poi le vittorie arrivano. Ogni momento di difficoltà ti rende più forte. Io l’ho provato in prima persona. Divido il mio percorso all’Inter in due tappe: i primi dieci anni dove abbiamo vinto solo una Coppa Uefa e i secondi dieci anni in cui abbiamo vinto tutto”. Il Capitano delle due stelle Quale è stato il momento più bello? La notte di Madrid è stata per me indimenticabile per come è arrivata, perché era in uno stadio storico come il Bernabéu, perché quella sera io facevo 700 partite con l'Inter. L'Inter dopo 45 anni conquistava ancora questo trofeo e lo riportava a Milano. Mi ricordo un'immagine dopo la vittoria, facendo un'intervista mi facevano vedere tutto San Siro pieno e non vedevo l'ora di arrivare lì per abbracciarmi con ognuno dei nostri tifosi perché è stata una cavalcata importante, fantastica, costruita da un grande gruppo, condotta da un fuori classe come José Mourinho e sinceramente rimarrà per tutti noi interisti una delle notti più belle. PROTAGONISTI Leggendario capitano dell’Inter e della nazionale argentina, icona del calcio degli anni Novanta. Dal 1995 indossa la maglia nerazzurra, prima come capitano, oggi come vicepresidente. Entra nella storia del calcio con il «triplete» del 2010. Suo il record di partite giocate nell’Inter. Zanetti di Mariangela Salvalaggio

15 PLUS MAGAZINE | SETTEMBRE 2024 Da calciatore hai vissuto un periodo in cui il rapporto tra giocatori e club era davvero centrale. Nel calcio di oggi cosa succede? Si può ancora parlare di bandiera? Il calcio è cambiato tantissimo. Ci sono nuove generazioni che magari hanno un altro tipo di attenzione e queste bandiere magari si vedono meno. Io mi auguro che si possa tornare un po' a quei momenti che ho vissuto io, perché vi posso garantire che quello che è stato il mio percorso, difendere soltanto una maglia durante tutta la mia carriera, per me è stato sempre un motivo di grande orgoglio, di grande onore. Ero e sono molto felice perché questo legame continua, un legame che rimarrà per sempre. Non dimentico che quando sono arrivato, che ero uno sconosciuto, l'Inter mi ha aperto le porte, mi ha accolto come un figlio. L'Inter è una grande famiglia e dall'inizio io l'ho sempre sentita in questa maniera. I rapporti umani per me fanno la differenza. C'è anche la grande famiglia della nazionale argentina, dove sei al terzo posto per numero di presenze, dopo Messi e Mascherano. Una famiglia che ha coronato il sogno all’ultimo Mondiale. Si diceva proprio che una delle vostre forze fosse quella di essere molto affiatati, giovani che avevano accanto vecchie guardie, parenti, amici. Questo è un po' quello che racconto nel mio ultimo libro (“Un legame mondiale” edito da Mondadori, ndr) dove parlo di un grande sentimento verso la nostra terra, una nazione che ci ha dato tanto. Che questa Coppa del Mondo sia finita in mano di Lionel Messi mi rende molto felice, perché l'ho visto crescere, l'ho visto fare i suoi primi passi, giocavamo insieme e si vedeva che aveva qualcosa di straordinario. Anche lui ha attraversato momenti di grande difficoltà, questa Coppa l’aveva persa tante volte, ma poi in Qatar finalmente è riuscito a compiere il suo sogno. È stata una gioia di tutto un intero paese che era accanto a questi 25 ragazzi che hanno reso felici più di 45 milioni di argentini. In questo libro racconto che argentini e italiani si somigliano tanto nel modo di vivere il calcio, con passione. Racconto i Mondiali che ho vissuto come protagonista, come tifoso e anche quelli che mi hanno raccontato i miei genitori quando ero piccolo. Con la Fondazione Pupi vi adoperate per i diritti dei più piccoli. Come nasce il tuo soprannome Pupi? Da un allenatore in Argentina che aveva allenato prima mio fratello e poi me e che chiamava entrambi Pupi. Così quando, nel 2001, insieme a mia moglie Paula, abbiamo deciso di creare questa fondazione che lavora con tanti bambini in Argentina l’abbiamo chiamata Pupi. Sentivo la responsabilità di restituire al mio paese tutto quello che mi aveva dato. Credo si debba investire sui giovani che sono il futuro di ogni nazione e poterlo fare da tanto tempo ci rende molto felici. Il campionato italiano oggi non è più attrattivo come era ai tuoi tempi. Cosa si può fare in questo senso? Oggi la Premier è al primo posto ed è difficile competere perché gli introiti sono molto diversi da quelli che arrivano in Italia. Per cambiare questa situazione bisogna penZANETTI

16 SETTEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE PROTAGONISTI sare a capitali che arrivino da fuori e soprattutto sono fondamentali manager con competenze importanti per poter esportare il calcio italiano in tutto il mondo. L’entusiasmo che c’è per le squadre italiane nel mondo è tanto e questo non va mai perso di vista. Il tuo giocatore preferito e quello che ti ha messo più in difficoltà? Il mio calciatore preferito è Messi e poi ho avuto l’onore di giocare con un fenomeno come Ronaldo che era di una forza devastante. Quelli chemi hannomesso in difficoltà sono tanti. Una volta ho dovuto marcare a uomo Zidane ed è stato molto complicato, mi ha fatto correre tanto, a me piaceva correre ma la concentrazione era al massimo. Che bambino eri? Ero tremendo, uscivo di casa con il pallone dopo aver fatto i compiti e mia mamma mi veniva a chiamare quando era pronta la cena. Mentre giocavo facevo la telecronaca da solo. A volte scenderei ancora in campo per giocare con questa Inter. Ricordi la tua prima fascia da capitano? L’ho presa che ero molto giovane, vicino a me c’erano campioni come Baggio e Figo. Fu un momento importante della mia carriera perché era la prova che i miei compagni si fidavano di me. La fascia non mi ha cambiato, ero lo stesso di sempre, ma sentivo la responsabilità. In più tutti mi hanno sempre rispettato. Venivo dopo Bergomi, Facchetti, un grande orgoglio. Per questo ai giovani dico sempre: non smettete mai di sognare! Dal 19 al 25 settembre arriva al cinema “Inter due stelle sul cuore”, film-evento che celebra il ventesimo Scudetto del club nerazzurro. Gli spettatori saranno trasportati nei luoghi che hanno plasmato la conquista del tricolore. A guidarli ci saranno tutti i protagonisti della seconda stella, con testimonianze e contenuti inediti: da mister Inzaghi a tutti gli eroi scesi in campo, insieme al management e a leggende e celebrità dello spettacolo. E naturalmente non poteva mancare Javier Zanetti, ancora in prima linea con la sua Inter, lui che per tutti è il capitano delle due stelle. A luglio il Ministero ha emesso il francobollo ordinario dedicato a FC Internazionale Milano Squadra vincitrice del Campionato di calcio di Serie A 2023/2024 Photo Credits: Getty Images

18 SETTEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE di Barbara Odetto Le Monzù non è “solo” un ristorante stellato. È un percorso nell’eccellenza della cucina mediterranea incastonato nello scenario incomparabile dell’isola di Capri. Nel cuore di Punta Tragara, sospeso tra natura e cielo, si erge questo locale dove la stella Michelin sembra rivaleggiare con le splendide stelle che illuminano le serate capresi. Qui la cucina è una storia d’amore e dedizione, ma anche di ricerca e tradizione. Merito dell’Executive Chef Antonio Pedana, classe 1994, che sa guidare gli ospiti alla scoperta dei sapori, degli aromi e dei profumi del territorio, senPROTAGONISTI za dimenticare un flair internazionale. Origini casertane e da sempre amante del cibo di qualità, a tredici anni muove i primi passi nel ristorante di famiglia e accresce la formazione presso la scuola alberghiera ISIS Vincenzo Corrado del suo paese affinando le tecniche culinarie e consolidando la predilezione per l’arte della gastronomia. Allo stesso tempo lavora in diversi ristoranti nazionali e internazionali tra i quali il Costanzo di Aversa, capitanato dallo chef Agostino Malapena, per arrivare successivamente a seguire l’opening del Sereno Hotel di Como dove contribuisce al raggiungimento della stella Michelin a soli quattro mesi dall’apertura, per poi approdare al Antonio Pedana CHEF DI LE MONZÙ Il ristorante dove il Mediterraneo ha una st lla in più

19 PLUS MAGAZINE | SETTEMBRE 2024 The Greenery Restaurant di Dublino dove collabora con un team internazionale. Tornato nel Bel Paese Antonio entra nelle cucine di Taverna Estia, un ristorante insignito di due stelle Michelin, step di crescita fondamentale del suo percorso. Nell’aprile del 2019 si unisce alla squadra del rinomato Le Monzù Restaurant dell’Hotel Punta Tragara come sous chef e a seguire come resident, contribuendo al raggiungimento della stella rossa Michelin. Antonio, quando hai capito che saresti diventato chef? Mi sono ritrovato in questo mondo già da piccolo perché gli zii avevano un ristorante specializzato in cerimonie e nel fine settimana i miei genitori ed io li aiutavamo. Io ero un bambino e per arrivare al lavandino mi mettevo in piedi su delle casse. Questa esperienza è stata fondamentale perché quando ho iniziato la scuola alberghiera ero già in qualche modo preparato. Non solo: avendo una conoscenza del settore, in estate lavoravo nei locali dei professori. Quale ruolo ha avuto l’esperienza internazionale nella tua formazione? Per me è stata davvero importante perché ho scoperto altre cucine, ho conosciuto gli chef del luogo e ho appreso i segreti delle varie ricette. Io vengo da Castel Volturno, che è una piccola realtà, e aver lavorato all’estero mi ha aperto la mente. Qual è la tua filosofia culinaria? Rispetto la cucina più classica, ma aggiungo qualcosa di personale come le spezie o altri alimenti che ho assaggiato durante gli anni di lavoro fuori dall’Italia. Secondo me ci sono dei maestri come Alain Ducasse, che ha alleggerito i grandi classici con l’olio d’oliva, ma sono pochi gli chef che hanno davvero inventato qualcosa. Inoltre, il cliente di oggi da un ristorante stellato non si aspetta ricette già assaggiate altrove. Vuole creatività e abbinamenti di sapori insoliti. Per questo a Le Monzù proponiamo la carta e tre menù nei quali è possibile scegliere tre piatti per spaziare con il gusto e con la fantasia. Inoltre, siamo molto attenti alle intolleranze e alle allergie e cuciniamo pietanze che rispettino le esigenze di ognuno, sempre all’insegna del gusto e dell’estetica. La creatività passa anche dai nomi dei piatti? Secondo me sì e ti faccio qualche esempio. Nel menù proponiamo il vegetariano Orizzonti, il Terra Ferma prevalentemente a base di carne, Tra le Onde che indaga la biodiversità subacquea e Labirinto di Sapori ovvero otto portate che nascono dalla fantasia e da ciò che abbiamo nella dispensa. Cucinare per te è? Passione totale. Vivo a Capri da sei anni e non ho mai visitato la Grotta Azzurra perché lavoro tanto. Non mi lamento anzi, sono davvero soddisfatto. Le Monzù è il ristorante che ti vede chef resident. Cosa significa questo nome? I cuochi francesi che venivano a Napoli erano i “monsieur” e noi li chiamavamo monzù. ANTONIO PEDANA

20 SETTEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE Il nome è stato scelto dallo chef Lionetti e lo trovo fantastico perché richiama la cultura caprese. Nel menù la tradizione napoletana incontra quella locale? Il nostro è un caprese leggero arricchito dai profumi dell’isola, infatti, nelle ricette non mancano mai il pomodoro e il limone. La clientela è composta dal 10% di Italiani, ma per il resto è straniera. Ecco perché proponiamo i grandi classici europei rivisitati come il fois gras d’anatra a torcione che richiede tre giorni di lavorazione e per il quale la brigata ed io abbiamo studiato a lungo per arrivare al giusto tempo di marinatura e di cottura. I nostri piatti nascono dallo studio e dalla ricerca continua e tutto è home made. Le Monzù è l’ultimo albergo-ristorante di via Tragara e la clientela ci sceglie perché oltre al bellissimo panorama offriamo un ristorante di spessore. Nel 2019, con lo chef Luigi Lionetti, Le Monzù ha ricevuto la stella. Io c’ero e la sento un po’ mia, per questo lavoriamo sodo per mantenerla. Qual è il segreto per raggiungere la stella Michelin? Non so se esiste una ricetta, ma sicuramente l’impegno, la costanza, il non dare nulla per scontato, l’estetica dei piatti e il sapore delle pietanze sono elementi fondamentali. La brigata che ruolo ha per il successo di una serata? Noi siamo in 15 e comunico sempre con tutto lo staff di cucina. Da giovane di notte mi svegliavo e scrivevo le ricette dei piatti. Da PROTAGONISTI executive chef devo gestire i fornitori ed ho meno tempo per creare. Per questo cerco costantemente il confronto con la squadra. Ringrazio i ragazzi e in particolare Raffaele Puopolo che mi segue da anni e che è il mio secondo. Sono onorato di averlo con me. Per capire che tipo di persona entrerà nel team, vado a conoscere il ragazzo perché se ci sono educazione e ascolto c’è tutto. Questa è una scuola di vita e non solo un lavoro, ci vogliono sacrificio e dedizione. Noi ci occupiamo della colazione, del pranzo e della cena per un totale di circa 12 ore di lavoro. Sono davvero molto orgoglioso della brigata. Dall’alba al tramonto, quali sono le vostre proposte? Abbiamo le colazioni, studiate anche per i clienti internazionali o per coloro che seguono diete particolari, il bistrot del Tragara club per il pranzo, Le Monzù stellato per la cena e la parte room service per l’albergo che si affaccia sul mare. L’hotel gode di un panorama spettacolare e il cliente è ispirato a rimanere in camera per ammirare il mare facendo colazione. A Le Monzù il raffinato menù incontra un panorama affascinante. Secondo te questo è il mix perfetto? Inizialmente credevo che le creste imponenti dei faraglioni facessero tutto, poi ho capito che è la cucina che fa la differenza. Sono contento che il cliente sia soddisfatto. Noi cuciniamo non per nostra vanità, ma per rendere felici le persone.

22 SETTEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE La sede della Scuola Forestale Carabinieri in Cittaducale è attiva da oltre un secolo: le attività della “Scuola pratica di Silvicoltura per le Guardie Forestali del Regno” ebbero infatti inizio nel novembre 1903 anche se il Decreto Ufficiale di Istituzione porta la data del 25 maggio 1905. L’Istituto di formazione ha nel corso del tempo mutato più volte denominazione, in concomitanza con la differente denominazione dell’Amministrazione Forestale statale: Cor- po Reale delle Foreste, Milizia Nazionale Forestale, Real Corpo delle Foreste, Corpo Forestale dello Stato. Il plesso della Scuola è costituito da due edi- fici storici del XIV secolo (ex Conventi) cui si affiancano palazzine e strut- ture di moderna costruzione tali da rendere funzionale la sede per l’atti- vità formativa. All’interno del sedime della Caserma, esteso su circa 40.000 metri quadrati, è presente su di una superficie pari circa alla metà (suddiviso in più sezioni) uno storico “Arboreto”, un tempo “orto dei frati” che occupavano i Conventi. Le specie arboree e arbustive impiantate in tale area contano più di 900 esemplari appartenenti a oltre cento differenti specie e costituiscono una “palestra didattica verde” dove poter svolgere esercitazioni di botanica speciale e forestale, dendrometria e selvicoltura. La Scuola è dotata inoltre di una “Mostra naturalistica” in cui sono custoditi centinaia di esemplari tassidermizzati (mammiferi e uccelli), una ricca xiloteca e diorami naturalistici: la Mostra negli anni si è arricchita anche di reperti provenienti dall’attività di controllo del Servizio CITES e recentemente di riproduzioni in scala ridotta di particolari ambienti naturali. di Vincenzo Scaringella PROTAGONISTI UNA SCUOLA PER LA NATURA La Scuola Forestale Carabinieri Gianpiero Andreatta Generale di Brigata Comandante della Scuola Forestale Carabinieri di Vincenzo Scaringella

23 PLUS MAGAZINE | SETTEMBRE 2024 Dall’epoca della sua fondazione, sono decine di migliaia le donne e gli uomini in uniforme che si sono formati quali “sentinelle dell’ambiente” all’interno delle aule della Scuola e negli ambienti naturali ubicati nelle vicinanze di Cittaducale. Alla Scuola Forestale Carabinieri è stata conferita la Bandiera d’Istituto con D.P.R. il 15 settembre 2005. Generale Andreatta, qual è la struttura organizzativa della Scuola Forestale Carabinieri? La Scuola Forestale Carabinieri, la cui sede principale è in Cittaducale (Rieti), è stata istituita, così come ora articolata, il 1° gennaio 2017, per effetto del decreto legislativo del 19 agosto 2016, n° 177, recante “Disposizioni in materia di razionalizzazione delle funzioni di polizia e assorbimento del Corpo forestale dello Stato”. L’antico Istituto è centro di eccellenza per l’attività di formazione, aggiornamento e specializzazione dei militari impiegati nei settori forestali, ambientali e agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri. La Scuola Forestale Carabinieri è articolata, oltre al Comando con il suo Stato Maggiore, sui Centri Addestramento di Cittaducale (presso la stessa sede), Rieti, Castel Volturno (CE) e Ceva (CN) e inquadra il Centro di Eccellenza per la Tutela Ambientale di Sabaudia (LT), istituito l’11 marzo 2024 (in precedenza Centro Addestramento di Sabaudia) allo scopo di poter offrire in ambito internazionale le competenze del Paese in campo ambientale. Quali sono le principali attività della Scuola Forestale Carabinieri? L’attività formativa viene attuata attraverso corsi di formazione iniziale (Corsi di Specializzazione in Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare) rivolti ai Marescialli e ai Carabinieri che dopo aver ultimato la preparazione nelle Scuole di base dell’Arma, nella sede di Cittaducale si specializzano per entrare a far parte dell'Organizzazione Forestale. Questa attività formativa riveste una fondamentale importanza in quanto costituisce il momento iniziale di una formazione che deve ritenersi continua per l’intero percorso professionale. Vengono inoltre svolti i corsi integrativi specialistici per Marescialli eVice Brigadieri provenienti dai Ruoli dell’Organizzazione Forestale, Ambientale e Agroalimentare. Presso i vari Centri Addestramento della Scuola Forestale Carabinieri (Cittaducale, Rieti, Ceva e Castel Volturno) vengono inoltre svolti numerosi corsi di aggiornamento e qualificazione per i militari già impiegati nei settori operativi. La Scuola Forestale Carabinieri di Cittaducale svolge altresì un’attività di educazione ambientale tramite l’Ufficio Divulgazione Naturalistica rivolta agli Istituti Scolastici di ogni ordine e grado, proponendo progetti o interventi su tematiche ambientali sia presso gli Istituti scolastici sia presso la sede della Scuola, dove molte attività vengono svolte all’interno dell’Arboreto e della Mostra naturalistica. Analoghe attività di educazione ambientale vengono svolte dai Centri Addestramento. LA SCUOLA FORESTALE CARABINIERI

24 SETTEMBRE 2024 | PLUS MAGAZINE Un accenno particolare merita il Centro di Eccellenza per la Tutela Ambientale di Sabaudia: nato di recente, ha l’importante e fondamentale compito di rivolgersi all’ambito internazionale, in particolare i Paesi dell’Africa, del Centro-Sud America, del Medio Oriente e dell’Unione Europea. L’Italia, essendo una Nazione estremamente ricca da un punto di vista della biodiversità, della biocomplessità e della biofunzionalità ed avendo un’esperienza di oltre due secoli di gestione e amministrazione del territorio da parte dell’apparato statale, possiede un bagaglio di conoscenze ed esperienze che costituiscono un patrimonio da condividere con Paesi esteri nell’ottica della salvaguardia ambientale del Pianeta. Cosa apprendono in questa Scuola i Carabinieri Forestali? Nei corsi di specializzazione iniziali, quelli rivolti ai Marescialli e ai Carabinieri che iniziano il loro percorso nell’Organizzazione Forestale dell’Arma, l’attività formativa va a sommare alla già acquisita “Carabinierità” quella che può essere definita la “Forestalità”, vale a dire quell’insieme di conoscenze e quell’approccio al mondo forestale/naturale in senso lato e alla difesa dell’ambiente che costituiscono il diuturno modus operandi delle donne e degli uomini che in qualità di Carabinieri Forestali tutelano e difendono il patrimonio forestale, naturalistico e ambientale del nostro Paese. I corsi di aggiornamento che interessano i settori forestali, ambientali e agroalimentari sono necessari per poter consentire ai CaPROTAGONISTI rabinieri Forestali di operare al meglio sul territorio e affrontare con competenza e professionalità realtà che si inseriscono in un contesto di continuo cambiamento, sia scientifico sia normativo. Di recente sono stati tenuti dei corsi sul lupo, realtà che solamente vent’anni fa era del tutto marginale rispetto alle condizioni attuali della presenza del lupo nella Penisola e alle conseguenti potenziali criticità legate alla convivenza con attività antropiche. Le minacce cui è sottoposto quotidianamente il patrimonio forestale, ambientale e agroalimentare del nostro Paese richiedono una elevata professionalità e competenza che si ottiene unendo la conoscenza delle materie scientifiche e tecniche con quella delle materie giuridiche. Per poter esplicitare con un paio di esempi pratici quanto si sta dicendo, basti pensare alle modalità di controllo su un taglio boschivo - attività quanto mai delicata per i riflessi che un intervento mal eseguito può comportare al bosco o al territorio - che riguardano la conoscenza delle norme europee e delle leggi statali e regionali sulla materia, ma che non possono prescindere dalla conoscenza delle leggi della natura, dell’ecologia forestale, della botanica, della selvicoltura, della dendrometria e delle utilizzazioni forestali. Parimenti l’applicazione della normativa sulla tutela della fauna non può non contemplare il riconoscimento delle specie oggetto di tutela, del loro habitat, della loro ecologia ed etologia. In maniera analoga si procede per gli incendi boschivi, per lo smaltimento illegale

25 PLUS MAGAZINE | SETTEMBRE 2024 dei rifiuti, per il traffico illegale di animali e per tutte le materie di competenza dei Carabinieri Forestali, che sono molteplici e in continua evoluzione. Quali sono le modalità e le materie d’insegnamento? I programmi prevedono un’attività didattica articolata su moduli scientifico-tecnici, professionali e legislativi; alle lezioni teoriche tenute in aula sono affiancate esercitazioni pratiche ed escursioni naturalistiche dimostrative. I piani di studio vengono elaborati tenendo presente le più recenti problematiche legate all’ambiente, alla salvaguardia delle foreste e delle aree protette e del settore agroalimentare con particolare attenzione agli aspetti normativi vigenti nei diversi settori. La trattazione delle materie è affidata a docenti universitari, magistrati, dirigenti pubblici e specialisti di settore, nonché a ufficiali e militari dell’Arma dei Carabinieri dell’Organizzazione Forestale. Nei corsi di specializzazione iniziali, tra le principali materie scientifiche che vengono trattate vanno citate la conservazione della natura (convenzioni internazionali ed europee), la botanica generale e speciale, l’ecologia, la biologia della fauna, la selvicoltura, la dendrometria, le utilizzazioni forestali, l’entomologia e la patologia forestale, la micologia, nonché il dissesto idrogeologico; tra quelle professionali i sistemi informativi territoriali, le banche dati, il Servizio CITES, il servizio Meteomont, la quantificazione del patrimonio forestale nazionale, nonché la sicurezza in montagna; tra quelle del settore normativo gli elementi di diritto ambientale, gli illeciti ambientali e le norme di settore, il traffico dei rifiuti, gli inquinamenti di aria, acqua e suolo, gli illeciti agroalimentari. Nei corsi di aggiornamento e qualificazione vengono affrontate tematiche specifiche tra le quali il monitoraggio dello stato di salute delle foreste, i grandi carnivori confidenti (orso e lupo), la presenza del lupo, il commercio illegale del legno, i controlli nelle aree protette, le tecniche di geomatica, la repertazione degli incendi boschivi connessa alle attività info-investigative di settore, la manipolazione degli animali pericolosi, l’interpretazione della natura, il bracconaggio sulla fauna e il bracconaggio ittico, il traffico di animali d’affezione, il traffico dei rifiuti, la disciplina degli scarichi, la filiera olearia, la filiera viti-vinicola e la filiera lattiero-casearia. Quale dev’essere, secondo Lei, il profilo del Carabiniere Forestale? Il ragazzo o la ragazza che sceglie di intraprendere il percorso per essere un Carabiniere Forestale, così come le donne e gli uomini che già da anni lo sono, possiedono la caratteristica comune di essere persone consapevoli innanzi tutto dell’importanza degli equilibri ecologici e della salubrità dell’ambiente che ci circonda e conseguentemente appassionate e motivate nella convinzione che riveste il ruolo della tutela e salvaguardia dell’ambiente inteso nell’accezione più ampia del termine e che la Scuola Forestale Carabinieri ha il compito di formare e aggiornare costantemente per poter permetter loro di espletare al meglio il servizio cui sono chiamati, nell’interesse istituzionale della difesa del patrimonio forestale, ambientale e agroalimentare di quello che a ragione può ancora essere definito “il Bel Paese”. LA SCUOLA FORESTALE CARABINIERI La scuola Forestale Carabinieri è “Una Scuola per la natura” e lo si evince anche dal fatto che la mattina, quando hanno inizio le attività di giornata della Caserma, durante la prevista cerimonia, la Bandiera si innalza sul pennone in mezzo al verde andando a sfiorare le chiome degli alberi dello storico Arboreto

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