11 PLUS MAGAZINE | SETTEMBRE 2024 tivirus, non c’è parental control che tenga, se manca la cultura digitale da parte del ragazzo. Bisogna aiutarli a capire i rischi e le opportunità, lasciando poi liberi i ragazzi di scegliere. Questo è il linguaggio con cui si comunica oggi, per cui non bisogna avere paura. Quali sono gli skills necessari e gli studi che consigli in base alla tua esperienza? Tecnologicamente sarà richiesto meno di quanto si possa immaginare. Basti pensare al fatto che ormai l’I.A. è più esperta di molti di noi e lo sarà sempre più. Quello che conta di più sarà la “consapevolezza”. La stessa consapevolezza che si sviluppa e si acquisisce quando si vive. Se io passeggio per strada e incontro una persona che vuole vendermi un orologio d’oro nuovo a 100 euro capisco che è una truffa, la pressoché totalità delle persone capiscono che si tratta di un falso. Quello che conta di più sarà la consapevolezza: sapere da dove vengono e come sono fatte le cose. Quando utilizzo l’I.A. per “fare delle cose” devo essere consapevole che questo software è basato su sistemi probabilistici che per natura possono sbagliare. La skill non sarà ad esempio saper usare i prompt di Chat GPT perché non ci saranno più, ma essere consapevoli, così come lo si è con il costume, la politica e lo sport. Da qualche anno anche tuo figlio fornisce consigli sulla cybersecurity, cosa puoi dire ai genitori e ai nostri bambini che passano spesso molto tempo su smartphone e tablet? Io cercherei di fare un’analisi di quello che fanno veramente le famiglie. Vedo che, quando si parla di uso del cellulare da parte dei preadolescenti, la maggior parte delle famiglie cerca di non dare il cellulare ai ragazzi, credendo così di aver risolto il problema. In realtà a mio parere così il problema si peggiora: lo smartphone di casa diventa l’oggetto del desiderio, i ragazzi lo usano portandolo via ai genitori per quei pochi minuti che è loro concesso facendone quindi un utilizzo fugace e superficiale. In questo modo non diventano consapevoli delle complessità dell’oggetto. Non esiste ad esempio una regola precisa per distinguere un sito fake da un sito reale. Ma ti assicuro che il mio piccolino ha una naturale capacità nel farlo. Non sto dicendo però che la strada giusta è dargli lo smartphone, intendo dire che bisogna interrogarsi: sto istruendo correttamente mio figlio? Sto mettendo i miei figli nelle condizioni migliori per usare gli strumenti digitali? Spesso non è così, bisogna prima aiutare i propri figli ad essere consapevoli delle potenzialità di questi strumenti ma senza negarne l’accesso. Non c’è anINTERVISTA A MARCO CAMISANI CALZOLARI
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