Plus Magazine 48

20 MARZO 2025 | PLUS MAGAZINE fare dei confronti. Noi eravamo più liberi di quanto lo siano i ragazzi oggi, ma non amo la nostalgia fine a sé stessa. Anzi, l’essere giovani e non avere un passato è una grande ricchezza perché non hai sovrastrutture per interpretare il presente e lo vivi senza avere pregiudizi. Non dico di avere nostalgia del passato perché, per esempio, quando ero giovane io, c’era l’ecatombe dell’Aids: associare il fare l’amore alla morte fu per la mia generazione una cosa molto scioccante. L’esposizione sui social che i ragazzi di oggi hanno, io l’avrei vissuta con estrema difficoltà. Ogni età ha i suoi drammi e le sue debolezze ma sarebbe disonesto dire che si stava meglio prima. Cosa ti commuove di più? L’innocenza dei bambini e la vulnerabilità di chi è anziano, ma anche i nostri amici animali. Mi commuove l’essere umano che è in noi che, talvolta, si nasconde per non prestare il fianco. Bello è commuoversi per la bontà di chi aiuta qualcuno che è in difficoltà. La bontà, e non il buonismo, è una forma di intelligenza. Il cinismo e la cattiveria sono all’ordine del giorno, mentre essere buoni richiede più coraggio. C’è anche una parte di te che si esprime come attrice. Dall’esordio cinematografico con “Come due coccodrilli” diretto da Giacomo Campiotti al ruolo di protagonista in “Quo Vadis, Baby?” di Gabriele Salvatores che ti ha permesso di vincere ben tre riconoscimenti: il Premio Flaiano come miglior attrice esordiente, l’Efebo d’Oro e l’Iris d’argento al Montreal Film Festival. Ho avuto la grandissima fortuna di lavorare con dei maestri come Campiotti e Salvatores. Gabriele, in particolare, ti dà delle responsabilità, non ti dice cosa devi fare. I provini con lui non sono semplici, ma nel momento in cui ti sceglie per una parte lo fa perché è convinto che tu possa dare un contributo con le tue idee alla narrazione. Avere la fiducia di un professionista come lui ti carica e ti trasmette una tale sicurezza che è impossibile fare male. Ecco lui sul set ti dice: “E adesso sorprendimi”. E in quel momento o sei brava o scappi… Può essere terrorizzante, è vero. Ma sai, Gabriele ti mette a tuo agio, come racconta le barzellette lui nessuno lo fa. Viene dal teatro ed è un grande amante della musica, molte sue sceneggiature partono proprio dalla musica. La musica è quasi la prima cosa a cui lui pensa prima di cominciare a girare. Sai che ascoltando i pezzi di “3021” non è difficile immaginarli come sonorità per delle scene di un film. Ma che bello! Il merito è di Federico Fantuz che, tra l’altro, ha fatto proprio un disco in America con colonne sonore di film inesistenti. Questa è proprio la sua cifra artistica. Hai recitato anche in “Quo Vadis Baby?”, serie prodotta da Sky Cinema, sempre nei panni dell’investigatrice privata Giorgia Cantini, e in Rai nella “Compagnia del Cigno”. E poi anche in teatro, altra tua grande passione. Ah sì, peccato che oggi non si investa più come un tempo nel teatro. C’è un po’ di staticità di idee nonostante il pubblico non manchi e questa è una vera ingiustizia. Si dovrebbe fare di più per il teatro e avere il coraggio di promuovere chi ha delle idee innovative. Allora ci vediamo in un club, Angela, dove finalmente ti sentiremo cantare. Certo, vi aspetto. Non vedo l’ora. C’è un modo di dire: “Canta che ti passa”, sembra banale ma è una verità. Quando canto guarisco da tutti i mali. PROTAGONISTI Credit photo Claudia Paiewski

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