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e gestisce relazioni pubbliche. L’idea di convertire i cassieri e le persone di front-office in consulenti globali della clientela e della Piccola Media Impre- sa, potrebbe essere un’ottima soluzione, pensi che in Europa già oggi com- pagnie come KPMG e Doloitte si stanno muovendo in questa direzione. Con tutta l’evoluzione che ci attende, non rischiamo che alla fine il lavoratore possa essere relegato semplicemente ad intervenire quando il sistema, “l’algoritmo”, non funziona e quindi solo in questi casi la cliente- la sarà assistita personalmente? Sicuramente la tecnologia non è perfetta e a volte fallisce. Certamente que- sto potrebbe essere un modello, anche se piuttosto marginale rispetto al complesso del lavoro svolto dalle macchine in futuro. Ma il paradosso è che i lavoratori della prossima generazione potrebbero non avere questi skills. Le spiego meglio. Recentemente ho partecipato ad alcune conferenze ad alto livello relative al settore Assicurativo. In questo settore si stanno sviluppan- do sofisticatissimi modelli automatici in cui si stanno valutando anche tutte le azioni che le macchine stesse potranno prendere in caso di fallimento del processo o di errore. Gli ideatori di questi algoritmi conoscono quindi perfettamente tutti i processi del sistema Assicurativo e sarebbero in grado di intervenire personalmente oggi in caso di errore. Ma la prossima genera- zione di personale, una volta che il sistema sarà realizzato ed i creatori non ci saranno più, difficilmente sarà in grado di mettere mano al sistema. Nel suo studio ha evidenziato come i lavori persi nei “vecchi settori” vengono rimpiazzati da altri in nuovi settori ed in tempi relativamente rapidi. In Italia invece i lavori vengono persi e quando anche dovessero essere recuperati i tempi sono molto più lunghi rispetto a quelli da lei teorizzati. Come si può risolvere questo problema? I tempi di recupero dei lavori persi sono la parte ancora più incerta del no- stro studio. Il problema è che la tecnologia sta evolvendo a ritmi di gran lunga superiori a quanto avveniva in passato. Sì, sono preoccupato del fatto che una volta che persone di mezza età perderanno il proprio lavoro, la loro riconversione non sarà così agevole, sia perché non è semplice riconvertire persone con una ridotta flessibilità al cambiamento, sia perché molto spesso i lavori nuovi che vengono creati sono totalmente differenti da quelli esistenti in passato e non esiste una “formazione” scolastica per un lavoro che non esiste ancora. Sicuramente sarà necessario un Programma Sociale Globale di formazione e protezione di questi lavoratori per- ché stiamo parlando di una rivoluzione che inte- resserà tutti i paesi sviluppati. Altrettanto impor- tante sarà un Sistema Sociale che garantisca un reddito minimo a tutte quelle persone che non riusciranno, per vari motivi e nonostante tutti i tentativi, a rientrare nel nuovo sistema di lavoro. TECNOFUTURO marzo 2015 | Plus Magazine | TECNOFUTURO 17

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