Plus Magazine 15

08 MARIOBOTTA L’operaarchitettonica: undialogoeterno con il territorio H o letto che secondo lei l’architettura con- duce verso la sacralità dell’opera. Condivisibile. Mi chiedo tuttavia come possa essere ricono- sciuto e sentito sacro un progetto diverso da quello di una chiesa dove un cattolico aderisce con più facilità ad un sentimento di spiritualità. L’aspetto della sacralità è parte della creazione ar- chitettonica. L’architettura trasforma la Natura in una condizione di Cultura e quindi l’opera sca- turisce non solo da un progetto ma dallo spirito dell’architetto, dai suoi valori. L’idea del Costruire ha un’accezione solo positiva. Si costruisce “per” e non “contro” uno specifico modello di vita. La sacralità dello spirito umano e il suo lavoro, con- duce l’uomo da una dimensione selvaggia ad una dimensione di cultura. Lei ha progettato opere incredibili in modo molto trasversale: dalla realizzazione di Case fa- miliari in Svizzera, alla progettazione della Torre Kyobo a Seoul, UBS e la Banca Nazionale della Grecia, e ancora la progettazione di grosse gal- lerie d’arte internazionali come il Museo d’Arte Moderna-SFMOMA di San Francisco o il MART a Rovereto. Per non parlare di biblioteche, spa- zi pubblici, chiese e la celebre ristrutturazione del Teatro della Scala di Milano. L’impressione è che non ci sono aspetti dell’architettura che possano essere da lei dimenticati. È così? L’architettura è una mia passione e non saprei fare altro. A me piace pensare che l’architetto sia un generalista, diffido fortemente dagli spe- cialisti dell’architettura. L’architetto deve saper fare tutto, deve potersi offrire generosamente ai bisogni della società. Non è certo lui che sce- glie cosa fare, è evidente. La committenza non è quasi mai estranea al progetto. Ne determina le esigenze, il luogo, le componenti economiche e politiche. Il ruolo dell’architetto è capire a fon- do queste esigenze e trasformare il bisogno in un i n t e r v i s t a D i B E N E D E T T A B R E V E G L I E R I PROTAGONISTI Mario Botta , architetto e creatore di celebri opere di design contemporaneo ha ricevuto riconoscimenti internazionali straordinari: il Merit Award for Excellence in Design by the AIA per il Museo d’Arte Moderna a San Francisco, l’IAA Annual Prix 2005, International Academy of Architecture di Sofia per la torre Kyobo a Seul, l’International Architecture Award del Chicago AthenaeumMuseum of Architecture and Design e uno per noi italiani importantissimo e cioè lo European Union Prize for Cultural Heritage Europa Nostra per la ristrutturazione del Teatro La Scala di Milano. Sue anche la Galleria d’Arte Watari-um a Tokio, la Cattedrale della Resurrezione a Evry, il Museo Jean Tinguely a Basilea e la Sinagoga Cymbalista e Centro dell’eredità Ebraica a Tel Aviv. L’architettura di Botta vive nella concezione che l’opera si modella e si fonda con la natura, respira e vive nel territorio che le appartiene, organizzando e sostenendo lo spazio dell’individuo.

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