Plus Magazine 44

40 MARZO 2024 | PLUS MAGAZINE Muhammad, che costituiscono la base di ogni riferimento dottrinale e legale per l’Islam, e sono anche fondamento della shari’a e del diritto islamico, il fiqh. Così è scritto: “Non manderò perduta una sola opera di voi che operate, siate maschi o siate femmine, che gli uni vengono dagli altri” Corano, III, 195. “O uomini! Temete Iddio, il quale vi creò da una persona sola. Ne creò la compagna e suscitò da quei due esseri molti uomini e molte donne; temete dunque quel Dio nel nome del quale vi chiedete favori l’un l’altro, e rispettate le viscere che vi hanno portato, perché Dio è su voi che vi osserva”. Corano IV, 1-2. O ancora: “Chi opera il bene, sia esso maschio o femmina, purché credente, lo vivificheremo a vita dolce e li premieremo del premio loro, per le cose buone che avranno operato” Corano XVI, 97. So che ci sono momenti molto forti negli insegnamenti del Profeta, a questo riguardo. Sì. Ad esempio, nel sermone enunciato nel corso del suo ultimo pellegrinaggio allaMecca, dove, oltre al richiamo alla corretta interpretazione e pratica dei pilastri dell’Islām, ricordò la necessità di rispettare le donne, il Profeta Mohammed disse queste forti parole: “Gente, è vero che avete alcuni diritti sulle vostre donne, ma anche loro hanno diritti su di voi... Trattate bene le vostre donne e siate gentili con loro...”. E ancora: “Il Profeta non percosse mai di propria mano né una delle sue mogli ...né nessun altro”, ed anche: “Il Profeta diceva: non picchiate le donne”, aggiungendo: “solo i peggiori di voi ricorreranno a simili metodi”. Ma perché allora oggi la donna, in alcune comunità islamiche, diventa oggetto di segregazione, subordinazione, violenza e prevaricazione? Posso solo dirti che l’esclusione, la separazione dei sessi, la discriminazione della donna, tutte le limitazioni imposte nel lavoro e nella casa, non sono in conformità con gli insegnamenti islamici. Ma la questione del velo? La questione dell’hijab è diventata un campo di battaglia ideologico e i fondamentalisti ne hanno fatto un simbolo identitario e un obbligo, mentre in Occidente il velo è stato visto soltanto come un ritorno al medioevo. PROTAGONISTI ‘Abd al-Sabur Turrini, Vicepresidente della Comunità Religiosa Islamica Italiana La verità è che nel mondo islamico vi sono donne che lo portano e donne che non lo indossano. Ciò non significa che chi non lo porta non sia una buonamusulmana, né che chi lo porta dovrebbe invece toglierselo per emanciparsi secondo i canoni occidentali. Forse bisognerebbe concentrarsi su aspetti più essenziali e meno marginali, trovando quellamisura, mizan, che nell’Islamè fondamentale, dato che la retta via si basa sempre sulla via di mezzo, lontana da ogni estremismo. Tornando, invece, al testo sacro, nel Corano non vi è alcun riferimento all’obbligo di indossare il velo da parte delle donne. Gli unici versetti attinenti sono nel Corano, XXIV, 30-31: “E dì alle credenti che abbassino gli sguardi e custodiscano le loro vergogne e non mostrino troppo le loro parti belle, eccetto quel che di fuori appare, e si coprano i seni d’un velo” e nel Corano, XXXIII, 59: “O Profeta! Dì alle tue spose e alle tue figlie e alle donne dei credenti che si ricoprano con dei loro mantelli (jalababībihinna); così da essere riconosciute e non essere molestate. Ma Dio è indulgente clemente!”. Puoi darcene una corretta interpretazione? Certamente. Nel primo versetto si deve leggere un invito alla modestia, al pudore e al decoro, che si estende anche agli uomini, e nulla viene detto sui capelli o sul coprirsi completamente il viso dietro un niqab. Nel secondo versetto, chiunque comprende che il “mantello” non serviva alle credenti e alle donne della famiglia del Profeta, per segregarle, ma invece serviva ad identificarle e a proteggerle, per evitare che fossero molestate. Ti ricordo che a Medina c’era ancora all’epoca un forte retaggio di concezioni misogine e tribali.

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