Plus Magazine 41

10 GIUGNO 2023 | PLUS MAGAZINE lavoro e questo è stato il primo pensiero che ho condiviso con Andrea (il regista Di Stefano, ndr) quando abbiamo iniziato questo film. Di positivo c’è che Amore ha una vita piena di progetti anche quando sta andando in pensione. Sei stato Buscetta, Craxi, un poliziotto fascista, un anarchico, marito, padre, tradito e traditore. “L’ultima notte di Amore” è diretto da un regista che ha un passato da attore. Hai mai pensato di passare dietro la macchina da presa, visto che hai firmato alcune regie teatrali? Nella mia carriera ho interpretato, per fortuna, molti ruoli. Ogni tanto qualcuno prova a spingermi verso la regia ma non credo sia un passaggio obbligato. Ho un grande rispetto per chi riesce a raccontare una storia per immagini e non so se avrei il talento necessario per riuscirci. Vero è che se uno non prova non capirà mai se può farlo. Del mondo del cinema mi piace tutto, ogni mestiere. Mi piacerebbe imparare a fare il fonico, l’operatore, il tecnico delle luci, lo sceneggiatore, amo osservare ciò che fanno. Mi piacerebbe avere altri talenti. Per fare più di un film all’anno qual è il segreto? Mi viene naturale, è il mio lavoro e mi piace tanto. Ho molta passione per quello che faccio. Spesso quando ci riferiamo ai grandi attori del passato non ci ricordiamo che hanno recitato in oltre cento film. La sensazione è che si facciano più film insieme oggi perché vengono riproposti in piattaforma anche quelli degli anni precedenti. Il problema è che oggi i film non fanno in tempo ad uscire che sono già nelle piattaforme. Sarebbe necessario che ci fossero almeno 180 giorni tra la sala e l’arrivo in piattaforma perché così non si fa in tempo a vedere i film al cinema. In Francia ci sono leggi che impongono almeno 90 giorni, in Italia no. Dobbiamo fare qualcosa. Una famiglia di cinema la tua. Una moglie attrice (Anna Ferzetti, figlia di un attore che ha lavorato con i più grandi, da Leone a Antonioni, ndr). Cosa succede in famiglia quando vedono un tuo lavoro per la prima volta? Sono tutti molto critici. Questo film è piaciuto a mia moglie mentre mia figlia grande non lo ha ancora visto e secondo me a lei piacerà tantissimo. La piccola non credo ami questo genere. Il loro giudizio lo attendo con ansia ed è utile perché sono pareri sinceri. Mi sento come quando recitavo a scuola e i miei genitori venivano a vedermi, anche loro non me ne facevano passare una! Favino spettatore di se stesso davanti a questo film che dice? Sono in genere molto cauto ma questo film posso dire che è una figata e che il merito è del regista? Certo puoi dirlo. Ancora una curiosità: da dove nasce l’appellativo Picchio? Da mio padre, lui soprannominava le persone e dava i nomi anche alle cose inanimate. Da bambino ero molto vivace, nasce da lì. Tutti mi chiamano così anche perchè il mio nome è lungo. Se mi chiamassero Pierfrancesco non mi girerei. PROTAGONISTI | PLUS MAGAZINE

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