Plus Magazine 44

13 PLUS MAGAZINE | MARZO 2024 Alla fine di un’avventura così incredibile, da ex corridore giunto ai massimi livelli, come si può vivere il ciclismo? Da fuori osservo tutto quello che prima non riuscivo ad apprezzare. Da corridore non puoi essere lucido mentre ora analizzo aspetti che prima, da atleta, non ero in grado di fotografare e riesco ad avere un quadro più generale di quello che è oggi il mondo del ciclismo. Ti piacerebbe correre nel ciclismo di oggi? Con qualche anno in meno sì! (sorride). Oggi il ciclismo è più istintivo ma per raggiungere dei risultati serve anche la ragione. Ogni vittoria va costruita e a volte non basta buttare il cuore oltre l’ostacolo. Quando ci sarà un altro Nibali? È una domanda difficile, non lo so ma tutti speriamo ci sia presto. Ci sono molti giovani promettenti a cui auguro di trovare maggiore continuità. E poi abbiamo Filippo Ganna che è nel pieno della maturazione e potrebbe provare a vincere anche le grandi classiche su strada. Tra i non italiani chi può fare bene? Pogacar è pronto a sfidare Mathieu Van der Poel, può vincere ancora molto e provare VINCENZO NIBALI la doppietta Giro-Tour. Ma anche Geraint Thomas, che ha sfiorato il successo all’ultimo Giro. Come si gestiscono le aspettative, personali e degli altri? Nel mio caso quelle degli altri sono sempre state più alte delle mie e questo mi procurava tensione che contenevo cercando di isolarmi e costruendo barriere intorno a me e al mio gruppo di lavoro. Le persone che hanno lavorato al mio fianco sono state fondamentali nel filtrare l’esterno e così proteggermi. Cresciuto a granite e bicicletta, da “Pulce dei Pirenei” sei diventato per tutti lo “squalo” quando hai vinto il Tour, 16 anni dopo Marco Pantani e 49 dopo Felice Gimondi. Che ricordo hai di quel momento? Un’emozione unica. I miei occhi erano colmi di gioia. Nel 2016 il secondo trionfo in rosa grazie all’impresa sul Colle dell’Agnello e alla stoccata vincente in cui strappasti la maglia a Chaves, anche grazie al prezioso aiuto di Michele Scarponi (suo compagno di squadra scomparso in un incidente stradale a soli 37 anni, ndr).

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